Questo sito utilizza cookies tecnici (propri e di terze parti) come anche cookie di profilazione (di terze parti) sia per proprie necessità funzionali, sia per inviarti messaggi pubblicitari in linea con tue preferenze. Per saperne di più o per negare il consenso all'uso dei cookie di profilazione clicca qui. Scorrendo questa pagina, cliccando su un link o proseguendo la navigazione in altra maniera, acconsenti all'uso dei cookie Ok, accetto

 2014  aprile 19 Sabato calendario

CINQUE AUTO BLU A MINISTERO E SOTTOSEGRETARI IN BUS UFFICI RIDOTTI A 24 METRI QUADRI


ROMA. È forse il simbolo della casta più odiato, specie dai romani che le vedono sfrecciare (e ingombrare) le vie cittadine ad ogni ora del giorno e della notte. Le auto blu saranno solo 5 per ministero. Dunque 80 in tutto, visto che i dicasteri del governo Renzi sono 16, da oltre 1.100 attuali (dati Formez aggiornati al primo marzo scorso). Una bella sforbiciata. «I sottosegretari da oggi in poi andranno a piedi, in taxi, in bus, in bicicletta», scherza il premier presentando la misura. Condendola soddisfatto con un’altra, altrettanto immaginifica. Quella di portare i metri quadri a disposizione dei dipendenti pubblici da 44 attuali in media a 24. «In altri Paesi europei siamo a 12-15. Credo che passando a 24, costringeremo molte amministrazioni a ripensare gli affitti delle strutture pubbliche », gongola Renzi. Dalla misura, il governo si attende 100 milioni di risparmi per quest’anno. Mentre la minor spesa per le «auto di servizio», come le chiama il comunicato di Palazzo Chigi, non viene quantificata.
«Un tetto di acquisto riguarda anche le auto di servizio tranne i mezzi indispensabili per servizi di sicurezza e sociali – e che vedrà ad esempio l’assegnazione di sole 5 auto di servizio a ministero», si legge nello scarno testo, unico riferimento in mancanza della versione definitiva del decreto legge. Certo l’asta su eBay chiusa di recente ha consentito al governo di incassare 371 mila euro, piazzando 52 vetture del Viminale e della Difesa, con oltre un milione di clic al sito (base d’asta fissata a 4.065 euro). Tra queste, Alfa 166, Bmw 525D, Lancia Thesis 2.4, Audi A8, Alfa 159 1.9. «Le abbiamo vendute a prezzi superiori della media dell’usato di Quattroruote, e mancano ancora le Maserati», ricorda Renzi. Sono nove, di cui otto blindate, del ministero della Difesa e andranno in asta il prossimo 28 aprile fino al 16 maggio, quando si completerà il primo lotto di 151 vetture. A questo punto, vista la decisione di ieri, aperto a nuovi ingressi.
Portare a cinque le auto blu per ciascun dicastero, potrebbe però suscitare qualche mal di pancia in dicasteri delicati come Giustizia, Interni, Difesa. A parte il ministro, gli altri a questo punto dovranno arrangiarsi. È pur vero che le auto grigie (quelle sotto i 1.600 di cilindrata e senza autista) non vengono toccate dalla tagliola di Renzi e sono assai, almeno 700. Meno potenti, ma utili. C’è anche chi l’ha presa bene, però. «Ce ne faremo una ragione», risponde sorridendo il sottosegretario all’Economia Pier Paolo Baretta, mentre esce da una trasmissione televisiva e si infila in un taxi. «Come ha detto il presidente, è un segnale di sobrietà che bisogna dare e per questo è un segnale coerente. Per quanto mi riguarda non è un problema. Normalmente uso l’auto di servizio negli spostamenti dal ministero al Parlamento o a Palazzo Chigi, vorrà dire che userò la mia macchina».
Teresa Bellanova, sottosegretario al Lavoro, fuori da una riunione, ci scherza apertamente: «Sono andata a comprare un paio di scarpe comode. D’altronde, di solito mi muovo per Roma e per lavoro con i mezzi pubblici e credo che così si debba fare. Il taglio è un segnale che bisogna dare. Certo, se ci sono delle necessità di servizio o delle emergenze, basta applicare il buon senso». Poteva andare peggio, visto che Cottarelli proponeva il modello Inghilterra: una sola auto blu, quella del ministro. Nell’intero Paese, circolano – tra blu e grigie – 53.743 vetture (ministeri, enti locali, di ricerca, università, Asl). Inclusi noleggi, taxi, mezzi di sicurezza, si arriva a 2 miliardi di spesa annua. Un’enormità, ora solo scalfita.


Valentina Conte, la Repubblica 19/4/2014