Marco Lillo, Il Fatto Quotidiano 19/4/2014, 19 aprile 2014
Daniela Santanché a giugno dovrà pagare la sua maxi-rata finale. Non per l’acquisto del suv ma per chiudere i suoi debiti con la Bpm
Daniela Santanché a giugno dovrà pagare la sua maxi-rata finale. Non per l’acquisto del suv ma per chiudere i suoi debiti con la Bpm. La posizione debitoria del suo gruppo, Visibilia, al 3 marzo 2014 è classificata ad “alto rischio”, dalla Banca Popolare di Milano secondo le carte depositate dalla Procura di Milano in occasione della chiusura indagini contro l’ex presidente Massimo Ponzellini per i fidi facili concessi nel periodo 2009-2010. Nelle carte dell’indagine, che Il Fatto ha visionato, c’è anche una segnalazione di operazione sospetta all’UIF della Banca d’Italia per un paio di bonifici a Visibilia ricevuti da società estere, più una mail interna al gruppo Sisal nella quale i manager della concessionaria del gioco discutono di una fattura da anticipare a fine anno come richiesto da Daniela Santanché, una richiesta definita dalla Guardia di Finanza “un’anomalia”. Il pm milanese Roberto Pellicano all’inizio del 2014 chiede a Bpm un aggiornamento della situazione debitoria di Visibilia. Le carte descrivono questo quadro: esposizione per Visibilia al dicembre 2013 di 14 milioni e 727 mila euro verso l’intero sistema bancario. Oltre due milioni di esposizione solo con la Bpm. In passato Visibilia era arrivata a superare i 5 milioni ma ora il nuovo management è meno disposto ad accordare un trattamento favorevole senza garanzie. Nelle intercettazioni e nell’agenda del 2010 di Ponzellini si trova traccia dei rapporti tra Ponzellini e Santanché. Dopo l’indagine e il cambio ai vertici la banca chiude i rubinetti. Tra i finanziamenti contestati dal pm Roberto Pellicano a Ponzellini e compagni nell’avviso di chiusura indagini del 20 marzo rientra anche quello di Visibilia: “2,8 milioni di euro, deliberati – secondo il pm – con la consapevolezza di recare pregiudizio della banca, posto che la società finanziata era priva di affidabilità bancaria essendo in condizioni di fragilità economico-patrimoniale e in difetto di valide garanzie, tanto che l’esposizione non si è ridotta nel periodo successivo e che nel dicembre del 2012 è stato negoziato un piano di rientro”. Daniela Santanché non è indagata. La sua società fattura 30 milioni di euro all’anno vendendo gli spazi pubblicitari su varie testate giornalistiche, in testa Il Giornale della famiglia Berlusconi. E Visibilia si finanzia presentando alla banca le fatture emesse per i pagamenti futuri delle imprese inserzioniste. Bpm, ai tempi di Ponzellini, concedeva senza alcuna garanzia personale o immobiliare della deputata, affidamenti generosi solo sulla base di garanzie ‘morali’, fino a superare a settembre 2012 i 5,2 milioni di fido. Bpm però nell’ultimo trimestre del 2012 annota nelle sue relazioni interne che il 61,9 per cento dell’anticipo fatture di Visibilia non va a buon fine. Ci sono 201 insoluti per un importo di un milione e 33 mila euro. La banca si preoccupa. Il 27 novembre dopo un incontro nella sede di Bpm, Daniela Santanché prospetta al direttore dell’area crediti Luigi Lucca “il piano di rientro dalla nostra esposizione verso il vostro Istituto di Credito, che alla data odierna, ammonta a totali euro 2.079.744,25: bonifico di 300 mila euro all’accettazione da parte vostra dell’accordo. Nostri successivi rimborsi per 50 mila euro mensili a partire dal 31 agosto 2013 e fino al 30 giugno 2014. Entro il 30 giugno 2014 nuovo incontro presso i vostri uffici per stabilire, con voi, un nuovo piano di rientro a rimborso del residuo saldo ancora dovutovi. Applicazione, da parte Vostra, di un tasso d’interesse finito non superiore al 6,75%, variabile trimestralmente”. Il 20 dicembre 2012 Bpm scrive a Santanché che ha deliberato la revoca del fido di cassa e del fido anticipo fatture per 1,5 milioni. In compenso approva il piano della Visibilia concedendo un nuovo fido di cassa e il piano di rientro da 50 mila al mese con maxirata finale da pagare alla fine di giugno 2014 da 925 mila euro. Daniela Santanché però, nonostante sia fuori di due milioni e 80 mila euro senza uno straccio di garanzia, detta le regole con la lettera di risposta: “il piano di rientro si intenderà definitivamente accettato da parte nostra, dopo che ci metterete a conoscenza del tasso d’interesse che ci verrà applicato (che come da accordi verbali, doveva intendersi intorno al 6 per cento finito). Per quanto riguarda poi la scadenza del 30 giugno 2014, si intendeva che ci saremmo rivisti per concordare insieme le modalità di rimborso del saldo alla data, non che veniva versato il residuo al 30 giugno 2014”. Bpm la accontenta anche se ricorda ai suoi organi interni che “la dottoressa Santanché non si è mai resa disponibile al rilascio di garanzie” e invita il gestore “a un costante monitoraggio”. Restano in essere anche le due fideiussioni rilasciate da Bpm a garanzia dei canoni di locazione per due immobili compreso quello concesso a Visibilia per uso commerciale a Courmayer. Il locale in affitto sulle nevi per l’uso commerciale della società di pubblicità, come raccontato già dal Fatto , è la villa dove Santanché alloggia spesso nelle vacanze. Il 25 luglio 2013 la Finanza inoltra al pm Pellicano un’informativa sulle segnalazioni di operazioni sospette ricevute dalla banca e sviluppate dall’Uif della Banca d’Italia. Le operazioni segnalate sono due bonifici disposti dalle società estere, Black Divine Llc e United Colors Communications S.A., una concessionaria di pubblicità con sede a Paradiso in Svizzera. Rispettivamente per euro 14 mila e 980 in data 11 luglio 2011 e per euro 23 mila e 290 in data 22 settembre 2011, in entrata sui conti di Visibilia. La banca segnala anche la movimentazione significativa nel periodo settembre-dicembre 2011: ben 7 milioni e 36 mila euro in entrata e 6 milioni e 304 mila euro in uscita. “Un’ultima anomalia” secondo la Guardia di Finanza “emerge da una maiI inviata il 2 dicembre 2009 da Ernesto Pala (responsabile pianificazione pubblicitaria della Sisal, Ndr), il quale, riferendosi alla società Visibilia Srl, scrive a Michael Staskin, (direttore comunicazione di Sisal, Ndr): “ho incontrato la signora Santanché e Bruno Bolondi, (allora amministratore di Visibilia) che mi hanno chiesto la possibilità di fare un’operazione che si riferisca all’anno fiscale attuale ma con utilizzo di spazi sia nel 2009 che nel 2010. Mi avevi anticipato che non avremmo assecondato richieste di questo genere”. La risposta di Staskin è inequivocabile: “la nostra posizione non è cambiata”. Marco Lillo, Il Fatto Quotidiano 19/4/2014