http://www.laici.it/viewarticolo.asp?Id=1231, 19 aprile 2014
Il nuovo libro di Papa Ratzinger, intitolato ‘Gesù di Nazaret: dall’ingresso in Gerusalemme fino alla risurrezione’, edito dalla LEV, completa la narrazione della vita di Cristo (il primo volume è stato pubblicato nel 2007) dal suo ingresso in Gerusalemme, poco prima dell’ultima cena, fino alla resurrezione
Il nuovo libro di Papa Ratzinger, intitolato ‘Gesù di Nazaret: dall’ingresso in Gerusalemme fino alla risurrezione’, edito dalla LEV, completa la narrazione della vita di Cristo (il primo volume è stato pubblicato nel 2007) dal suo ingresso in Gerusalemme, poco prima dell’ultima cena, fino alla resurrezione. Il Santo Padre descrive e commenta gli ultimi tre giorni della vita del figliolo del falegname di Nazaret, quelli che generalmente celebriamo nella settimana santa. Gesù consumò l’ultima cena con i discepoli all’imbrunire di un giovedì. Fu una cena particolare, con la ‘lavanda dei piedi’, l’istituzione dell’eucaristia e l’annuncio del tradimento di Giuda. Lasciato il cenacolo, Gesù e gli apostoli (Giuda escluso) si ritirarono nell’orto degli ulivi, in cui il Maestro visse la sua più profonda angoscia, mentre i suoi cedettero al sonno. Nella notte, Gesù venne arrestato dopo il ‘bacio identificatore’ di Giuda. Seguì il processo, che si concluse con la condanna a morte nella prima mattinata del venerdì. Salito al Golgota, il giovane Rabbi di Nazareth venne issato sulla croce allo scoccare dell’ora ‘terza’ (le 9 del mattino). Gesù rese la sua anima al Padre verso la ora ‘nona’ (le 15.00). Seguirono la deposizione dalla croce e la sepoltura, che avvennero prima del tramonto del venerdì, cioè prima dell’inizio della festività pasquale. Restarono con Gesù, dalla crocifissione alla sepoltura, sua madre Maria e l’apostolo Giovanni. Per tutta la durata della Pasqua ebraica (dal tramonto del venerdì al tramonto del sabato) il corpo di Gesù giacque nel riposo sepolcrale nella tomba destinata a Giuseppe d’Arimatea. All’alba del “primo giorno della settimana”, il Signore Gesù risuscitò a nuova vita. Da allora, quel giorno per i cristiani divenne “la domenica” e cioè “il giorno del Signore”, da “dominus”. Dunque, Gesù passò sei ore sulla croce, dove morì, e trentatré ore nel sepolcro, da dove risuscitò. Papa Ratzinger è certo della risurrezione di Cristo basandosi sulle profezie dell’Antico Testamento, sui Vangeli, sulle testimonianze verbali e scritte dei dodici apostoli e, soprattutto, dell’Apostolo Paolo, che scrisse: “E’ risorto il terzo giorno, secondo le scritture” (1 Cor 15,4). Il Papa, nel volume, ha fatto esplicito riferimento anche alla Sindone di Torino. Secondo molti, essa è la prova empirica che Cristo ci ha lasciato per testimoniare la sua morte in croce e la sua risurrezione. Per poter affermare che Cristo–Dio sia morto e risorto necessita, naturalmente, anche la fede. Ma, in questo caso, testimonianze e fede non fanno a pugni. Anzi, si integrano. Papa Ratzinger dichiara che Gesù non è stato risuscitato da una entità divina per poi morire nuovamente e per sempre dopo un certo periodo (giorni, mesi o anni) come accaduto ad alcuni risuscitati di cui parlano i Vangeli (Lazzaro). Cristo è invece resuscitato, per virtù propria e a vita eterna, per non più morire e ha promesso la risurrezione a ogni uomo che accetterà questa promessa vivendo con fede e amore nella verità.