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 2014  aprile 18 Venerdì calendario

APPUNTI PER GAZZETTA - LA CONFERENZA STAMPA DI RENZI


MILANO - L’#oraics è arrivata. E con lei, da maggio, gli 80 euro in busta paga promessi dal presidente del Consiglio dei ministri, Matteo Renzi che dopo una riunione lunga due ore esulta: "Sono felice, abbiamo smentito i gufi. Diamo gli 80 euro in busta paga fin dal mese di maggio. Il taglio all’Irpef è strutturale e riduciamo l’Irap del 10%" che scenderà al 3,5%. Tutto senza toccare la Sanità: "E’ una vittoria dei cittadini" twitta il ministro Beatrice Lorenzin, confermando quanto detto in precedenza dal premier Matteo Renzi: "Non ci sono tagli".
L’aumento arriverà sotto forma di bonus: non vengono quindi toccate le aliquote Irpef, così come non c’è alcun intervento sui contributi. Le coperture necessarie a finanziare l’operazione ammontano a 6,9 miliardi per il 2014, che salgono a 14 miliardi alla fine dell’anno prossimo: "Stiamo dando agli italiani qualcosa che è degli italiani. E lo facciamo stringendo la cinghia alla politica e allo Stato che in questi anni hanno speso troppo" spiega il premier che continua: "C’erano due ipotesi, la prima dare
10 miliardi a 10 milioni di persone come annunciato a marzo; la seconda prevedeva l’allargamento agli incapienti con una riduzione del bonus. Ma abbiamo scelto di mantenere la prima opzione per coerenza. Per serietà". In sostanza ai 10 milioni di italiani che guadagnano tra gli 8 e i 26mila euro lordi l’anno arriveranno 80 euro in più in busta paga. Nelle prossime settimane, invece, Renzi promette un intervento su partite Iva e incapienti.
Gran parte delle coperture sarà garantita da una stretta alla spesa pubblica che passa anche per un taglio agli stipendi dei dirigenti dello Stato, compresi militari e magistrati: "Vogliamo un Paese più equo. Vogliamo fare la pace. Il tetto massimo è stato abbassato da 311mila a 240mila euro, con 20mila euro al mese si vive benissimo. Per le società non quotate sarà così da subito, per le quotate proporremmo il tetto alla remunerazione dei presidente nelle assemblee degli azionisti. Sarebbe bello se anche le Camere si adeguassero". Il presidente del consiglio insiste sulla serietà del provvedimento: "Siamo stati prudenti sulle stime delle coperture. Qui non ci sono tagli di nessun tipo, ma soldi che entrano nelle tasche degli italiani".
Faranno la loro parte i ministeri con 200 milioni di risparmi e le società controllate dallo Stato, a cominciare dalla Rai che dovrà recuperare 150 milioni di euro, eventualmente con la vendita di Rai Way e la riorganizzazione delle sede regionali. Due miliardi e 100 milioni arriveranno dagli acquisti di Stato, Regioni e Comuni chiamati a concorrere per 700 milioni a testa. "Con gli 80 euro - continua Renzi - inizia una rivoluzione strutturale per il Paese".
Sul provvedimento fa il punto anche il ministro dell’Economia, Pier Carlo Padoan che spiega: "In questo modo riduciamo i costi per le imprese aumentando la competitività e aumentiamo i consumi con più spese a parità di reddito. In questo modo vogliamo sostenere una ripresa lenta e debole". Secondo il ministro l’impatto sul Pil sarà positivo e strutturale portando l’economia "su un sentiero di crescita più alto".
TABELLA. Come si calcola il bouns
Nei giorni scorsi era circolate varie indiscrezioni, tra cui quella secondo cui il bonus varrebbe solamente per il 2014. In questo senso Renzi ha confermato che le misure per il prossimo anno saranno inserite nella legge di Stabilità, ma per le coperture - ha spiegato Padoan - "non c’è problema. Anzi, avremo un margine di spesa, 4 miliardi per nuovi interventi: il sogno di chiunque faccia politica economica".

COME SI CALCOLA IL BONUS
Per il 2014, chi ha un reddito fino a 17.714 euro avrà un bonus pari al 3,5 per cento del reddito. Per redditi tra 17.714 e 24.500 euro, 620 euro. Chi invece dichiara tra i 24.500 e i 28 mila euro avrà 620 euro moltiplicati per la differenza tra 28 mila e il reddito, divisa per 3.500. Per il 2015, chi ha redditi fino a 19 mila euro avrà un bonus pari al 5% del reddito. Per redditi tra 19 mila e 24.500 bonus di 950 euro. Per redditi tra 24.500 e 28 mila, bonus pari a 950 moltiplicati per il rapporto tra la differenza tra 28 mila e il reddito e 3.500

RENZI FELICE (REPUBBLICA.IT)
ROMA - "Abbiamo smentito gufi e rosiconi, sono felice, avremo un’Italia più semplice, andiamo avanti come treni". Così il premier Matteo Renzi ha attaccato stasera in conferenza stampa coloro che, all’interno e all’esterno del Partito Democratico, si sono opposti al provvedimento su sgravi Irpef e sul bonus degli 80 euro. Niente slide ("non abbiamo avuto tempo"), ma dieci tweet per esporre le decisioni del consiglio dei ministri, che ha escluso dal bonus previsto gli incapienti (ai quali però Renzi ha promesso provvedimenti ad hoc nei prossimi mesi, così come per le partite Iva).

"Non temo il Parlamento". In questo Paese "sono convinto che possiamo cambiare verso sul serio", ha sottolineato il premier, che ha poi aggiunto: "La Camera e il Senato sono organi autonomi e dovranno decidere loro se ridurre gli stipendi. Sarebbe un gesto bello se nella loro autonomia riflettessero, sarebbe un segnale equivalente a quello che da il governo". E poi: "Non temo il Parlamento, è libero di fare quello che crede ma queste mi paiono misure che godono di un ampio consenso in Aula".

Contro il M5S. A questo proposito Renzi ha attaccato il Movimento 5 Stelle: "Mi chiedo come il M5S non possa votare queste norme. Sono cose per le quali loro hanno sempre lottato". E poi sulle critiche interne al suo partito, soprattutto "da sinistra": "Sono certo che troveremo una sintesi con la sinistra del Partito Democratico, così come con il Nuovo Centrodestra". Renzi ha confermato entro maggio le riforme Costituzionali, tra cui quella del Senato. Mentre l’Italicum dovrebbe essere approvato entro l’estate 2014, ha sostenuto il premier.

Le misure. Tra le misure previste, ogni ministero potrà avere al massimo cinque auto blu, il tetto "insormontabile" agli stipendi dei dirigenti pubblici sarà di 240mila euro (una cosiddetta norma "Olivetti"), taglio Irap del 10 per cento, online le spese di tutti i comuni entro 60 giorni e altri enti locali che subiranno tagli dallo Stato se non giustificheranno a dovere le loro uscite, 150 milioni di risparmi sul programma degli F35 e complessivi 400 milioni sulla Difesa, taglio delle municipalizzate (da ottomila a mille in tre anni), meno spazio per gli uffici pubblici (circa 24 metri quadrati l’uno), "un contributo da parte della Rai per 150 milioni di euro" per finanziare il taglio Irpef.

L’Anci: "Valuteremo". "Approfondiremo puntualmente le misure contenute nella proposta di spending review", ha dichiarato il presidente dell’Anci Piero Fassino, "condividendo tutto ciò che va nella direzione di un effettivo risanamento dei conti pubblici e riservandoci di avanzare proposte emendative e correttive laddove le misure ci appaiano inefficaci o inutilmente penalizzanti per gli enti locali". Mentre il presidente della Conferenza delle Regioni, Vasco Errani, ha definito positivo il fatto che il dl "non contenga tagli per la sanità".

Le critiche ai magistrati. Renzi non ha avuto parole tenere neanche dei confronti dell’Anm e dei magistrati, alcuni dei quali critici nelle ultime ore sui tagli ai compensi: "Ho grande rispetto dei giudici e della magistratura italiana. Ma credo nella separazione dei poteri. Mi aspetto che i giudici non commentino il processo di formazione di leggi che non li riguarda, anche se loro pensano il contrario. Non credo possano criticare i tagli agli stipendi: 240mila euro al mese è uno stipendio dignitoso, mi pare".

Lega Nord: "Licenziamo Renzi". "Non c’è niente per i disoccupati, i pensionati e gli esodati. Se gli italiani ci danno 500mila firme cancelliamo la legge Fornero e licenziamo Renzi", ha dichiarato il segretario della Lega Nord, Matteo Salvini. "E’ vergognoso anche l’ulteriore massacro alle casse dei comuni, costretti a inventarsi sempre nuove tasse", ha aggiunto. Per Luca Zaia, presidente della Regione Veneto, "gli 80 euro di Renzi sono una manovra elettorale. Quei miliardi era meglio utilizzarli per creare posti di lavoro, magari defiscalizzando le nuove assunzioni da parte delle imprese". Zaia ha poi aggiunto che il provvedimento del governo rischia di essere "discriminatorio" nei confronti del popolo delle partite Iva: "Questi non sono lavoratori di serie b, rispetto a coloro che riceveranno il bonus".

Un Cdm agitato. Il Consiglio dei Ministri non sarebbe stato privo di tensioni. Secondo fonti consultate dall’AdnKronos, all’inizio del Cdm non c’era un testo definitivo dei risparmi chiesti ai vari dicasteri. A riunione in corso è infatti cominciato un via vai di tecnici per stimare i tagli imposti a ciascun ministero. Tra i più combattivi, secondo le indiscrezioni, c’è stata il ministro della Salute Beatrice Lorenzin.

Brunetta: "Come Fidel Castro". Tuttavia, già prima della conferenza stampa, la Lorenzin aveva esultato twittando: "Ufficiale, niente tagli alla sanità! Non una vittoria personale, ma dei cittadini e del Ssn. Ora avanti tutta con patto salute e riforme". Mentre molto critico era stato, come è accaduto spesso negli ultimi tempi, Renato Brunetta di Forza Italia che ha dedicato una serie di messaggi al vetriolo contro il premier: da "sembra di essere caduti nella Cuba di Fidel Castro" a "Già pronte le slide con i nuovi pesciolini. Le banali coperture, non si sa...".

COPERTURE (REPUBBLICA.IT)

MILANO - Coperture per 6,9 miliardi nel 2014, che diventano 14 l’anno prossimo, in modo da finanziare in modo strutturale i "mitici" ottanta euro in busta paga. Insieme a gesti da poche centinaia di migliaia di euro, che siano però di forte impatto simbolico per l’opinione pubblica. Il presidente del Consiglio, Matteo Renzi, è partito proprio da queste ultime misure nello spiegare quali azioni di revisione della spesa sono state decise nel Consiglio dei Ministri che ha approvato gli sgravi Irpef. Mostrando gli interventi per mezzo di alcune slide con una grafica a mo’ di tweet (foto), Renzi ha iniziato dicendo che ogni Ministero potrà avere al massimo cinque auto blu, per un vantaggio "di pochi milioni di euro ma che stabilisce un principio fondamentale: con questo governo si inizia a restituire credibilità nella politica". Il premier ha poi aggiunto in maniera diretta: "Direttori generali e sottosegretari d’ora in poi vanno a piedi".

Un "principio di buon senso" e un "modo per fare la pace con gli italiani" sono le definizioni scelte per annunciare che agli stipendi dei manager pubblici verrà fissato uno stipendio massimo di 240mila euro,
livello proposto anche per i presidenti delle partecipate quotate. Una regola che il premier ha definito "Norma Olivetti". "Dare un tetto di 20mila euro al mese non è drammatico", ha spiegato Renzi. A Camera e Senato, che scelgono autonomamente le remunerazioni del proprio organico, è andato l’invito ad allinearsi, pur nel rispetto delle singole competenze: "Bello se anche loro scegliessero di mettere il tetto", ha suggerito Renzi.

Altra novità viene dal fatto che tutte le spese degli enti pubblici saranno online entro 60 giorni. Il presidente del Consiglio ha spiegato che si tratta di una previsione di legge già esistente, ma ora è stata inasprita con la disposizione che gli enti che non comunicheranno in tempo le spese verranno "puniti" con una decurtazione dei trasferimenti da parte dello Stato. Anche la distribuzione degli uffici pubblici, con i relativi risparmi di spazio, e la razionalizzazione delle municipalizzate (da ottomila a mille) sono stati indicati come obiettivi del programma.

Venendo alle altre, importanti, voci di copertura, si registra il piano di risparmi da 400 milioni di euro per la Difesa, 150 dei quali verranno dalla revisione del programma di acquisto dei discussi caccia F-35. Questi 400 milioni rientrano nei risparmi da complessivi 700 milioni che afferiscono alla voce "acquisto di beni e servizi" per la parte dello Stato; importi pari dovranno essere risparmiati anche dalle Regioni e dai Comuni (quindi 2,1 miliardi in totale). A ciò si aggiungono 900 milioni che Renzi ha collegato a "voci inattese come la ’sobrietà’".

Si conferma poi l’innalzamento al 26% della tassazione sulle plusvalenze che le banche hanno registrato con la rivalutazione delle quote di Bankitalia: in questo modo il governo incasserà 1,8 miliardi. La Rai dovrà contribuire con un assegno da 150 milioni alla spending, che la televisione di Stato potrà raccimolare anche vendendo le torri di Rai Way, o attraverso la "razionalizzazione" delle sedi regionali. Un centinaio di milioni è previsto in arrivo dalla rimozione dell’obbligo di pubblicare sui quotidiani i bandi e le gare, mentre dal recupero dell’evasione il governo "ha deciso di inserire solo 300 milioni, i soldi che abbiamo già incassato nel primo trimestre dell’anno".

Assente illustre la Sanità: alla fine il ministro Lorenzin è riuscita a vincere la sua battaglia e non il suo dicastero contribuisce immediatamente alla spending. Alla fine invece il titolare dell’Economia, Pier Carlo Padoan, ha spiegato che i 14 miliardi di tagli strutturali per il 2015, contro i 10 previsti per coprire il taglio Irpef nell’intero anno, dovrebbero dare 4 miliardi di risorse aggiuntive "per le scelte di politica economica, un sogno per chi la definisce".

I dieci tweed
Niente slide questa volta per illustrare a palazzo Chigi il decreto sull’Irpef per dare 80 euro in busta paga a partire da maggio. Matteo Renzi ’cambia verso’ e sceglie dieci tweet, pubblicati in diretta sull’account Palazzo Chigi, per illustrare il provvedimento approvato in Consiglio dei ministri. "E’ il momento più basso", scherza. Ma intanto i due hashtag lanciati - si presume dal suo portavoce Filippo Sensi, alias @nomfup su Twitter - sono arrivati immediatamente nei Trending topic, con un grande traffico di conversazioni online.

#bankitalia con la rivalutazione delle quote al 26% un contributo importante dalle banche
#ognipromessaèdebito basta attese, pagamenti più rapidi alle imprese
#diesirap confermato taglio del 10% per le aziende
#municipalizzate sfoltire e semplificare da ottomila a mille
#immobili menospreco di spazio negli uffici pubblici
#F35 revisione del programma aereo per 150 mlm
#oraics 80 euro al mese per 10 milioni di persone
#normaolivetti tetto di 240 mila euro per stipendi megadirigenti della P.A.
#opendata tutte le spese degli enti locali online entro 60 giorni
#byebyeautoblu Massimo 5 vetture a ministero, forze di sicurezza tornano in strada

CALCOLI DELLA CGIA SUL TAGLIO DELL’IRAP
MILANO - La riduzione dell’aliquota Irap dal 3,9 al 3,75% prevista dal governo per quest’anno vale circa 400 euro ad azienda e quindi, considerando i 3 milioni di contribuenti coinvolti, ammonterà a circa 1,2 miardi di euro. A stimarlo la Cgia di Mestre, secondo cui dal 2015, quando il taglio dell’imposta farà scendere l’aliquota al 3,5 per cento, il vantaggio medio salirà a oltre 800 euro, con uno sgravio che salirà a 2,4 miliardi. Il vantaggio economico maggiore andrà alle società di capitali: quest’ultime potranno beneficiare di un risparmio di imposta medio annuo per il 2014 di 1.464 euro, mentre nel 2015 l’alleggerimento toccherà i 2.929 euro.
Alle società di persone, invece, l’alleggerimento per quest’anno si attesterà sui 170 euro, per aumentare nel 2015 a 339 euro. Le persone fisiche, infine, beneficeranno di uno sgravio per il 2014 di 73 euro che salirà a 144 euro l’anno prossimo. "E’ una notizia positiva - commenta il segretario della Cgia Giuseppe Bortolussi - anche se auspicavamo che il taglio del 10 per cento fosse già operativo da quest’anno. Per l’anno in corso, invece, dobbiamo accontentarci della contrazione del 5 per cento. Comunque, oltre 3 milioni di aziende subiranno una leggera contrazione del carico fiscale. Le più beneficiate, chiaramente, saranno le imprese con il maggior numero di dipendenti: tuttavia anche quei lavoratori
autonomi che svolgono la propria attività senza alcun collaboratore potranno godere di una lieve contrazione d’imposta. Un segnale, seppur ancora timido, che va nella giusta direzione".

CORRIERE.IT
La giornata è andata avanti a colpi di tweet. E alla fine, dopo quelli grintosi di Renzi della mattina («Per 15 milioni di persone le tasse diminuiscono, gli oneri contributivi scendono, la promessa diventa realtà. #oraics A dopo!») e quelli ironici del pomeriggio («Facciamo che la prossima volta l’#oraics è quando finisce il Consiglio dei ministri, senza specificare», scrive un giornalista. E Renzi: «e dai, questione di minuti»), ecco arrivare, al termine del Cdm numero 14, intorno alle 18, le tanto attese misure sul Bonus Irpef. Questa volta non in forma di slide, ma, ancora una volta, sono dieci tweet di Palazzo Chigi a illustrare le misure approvate dal Consiglio.
I provvedimenti

La prima a esultare è Beatrice Lorenzin, ministro della salute: prima con un tweet, e poi subito intervistata dai microfoni di Sky. Il succo della sua felicità è lo stesso: niente taglia alla sanità. «È una vittoria per i cittadini, ma ora non abbiamo più scuse, dobbiamo chiudere il Patto per la Salute in pochi giorni, indicare i molti risparmi che si possono ancora fare e reinvestirli dove c’è necessità, soprattutto farmaci innovativi, malattie rare, ricerca».
In conferenza stampa il premier comincia con una battuta: «Non sono uscito da Palazzo Chigi per quattro giorni, ma sono felice: non soltanto smentiamo i gufi, che hanno più volte insinuato che non ci fossero le coperture. L’oraics è quella di un’Italia coraggiosa e semplice: perché ci vuole coraggio ad andare contro scelte e abitudini dure a morire».

Ecco i punti principali del decreto, direttamente con le parole del premier.

- MISURE STRUTTURALI. «È un provvedimento veramente serio e corposo e si tratta di misure strutturali e non una tantum, anche i mitici 80 euro mensili non sono che l’inizio».
- DA MAGGIO. Gli 80 euro saranno in busta paga da maggio. Riguarderà «i cittadini che hanno da 8 mila a 26 mila euro: noi stiamo restituendo agli italiani qualcosa che è degli italiani stringendo la cinghia alla Pa e restituendo libertà ai cittadini sotto ai 26mila euro».

- ONLINE SPESE ENTI O TAGLIO TRASFERIMENTI. «Tutte le spese degli enti locali e anche di quelli centrali saranno online entro 60 giorni. La previsione di legge già c’era ma non era sanzionata. Ora se il singolo comune non mi dà tutti i dati, noi riduciamo i trasferimenti».

- IRAP. «L’Irap la riduciamo del 10%».

- INCAPIENTI. «Metteremo la voce degli incapienti e delle partite Iva in un provvedimento nelle prossime settimane, mesi. Non do dei tempi esatti perché quando li do, li rispetto».

- AUTO BLU. «Ci saranno massimo 5 vetture a ministero e le forze di sicurezza tornano in strada».

- F35. Nella spending review per coprire il taglio dell’Irpef ci sono anche risparmi per 150 milioni grazie alla «revisione» del programma di acquisto degli F35. La difesa contribuisce in totale per 400 milioni di euro.

- MUNICIPALIZZATE. «Sfoltire e semplificare le municipalizzate, passando da 8.000 a 1.000 aziende partecipate, in tre anni».

- STIPENDI MANAGER. «Tetto di 240mila euro per stipendi mega dirigenti della P.A.. Camera e Senato dovranno decidere loro. Ma sarebbe un gesto molto bello se nella loro autonomia gli uffici della Camera e del Senato riflettessero sulla norma che io chiamo `norma Olivetti´(cioè il taglio degli stipendi dei manager»). E aggiunge: «I dirigenti pubblici fuggiranno nel privato? Brivido, se vogliono avranno la nostra lettera di referenze e di auguri... Chi lavoro nel pubblico ha una responsabilità in più. Mettere un tetto di 20mila euro al mese non è cosi drammatico, non perché è piu del doppio del guadagno del premier ma è un principio di serietà».

LA COPERTURA. «Le coperture sono 6,9 miliardi nel 2014 ma diventano 14 miliardi nel 2015». Da dove vengono? Seicento milioni dall’aumento dell’Iva, 1,8 miliardi dalla rivalutazione delle quote di Bankitalia, 1 miliardo dalle agevolazioni alle imprese, 100 milioni da misure di innovazione, 2,1 miliardi dalla voce `acquisti beni e servizi´, 100 milioni dalla riorganizzazione delle società municipalizzate, 300 milioni dalla lotta all’evasione fiscale, 900 milioni dalla voce `sobrietà.

FONDO EDITORIA. «Non tocchiamo il fondo dell’editoria almeno per adesso. Ma non ci sarà più l’obbligo antistorico di pubblicare gli annunci sui quotidiani (cioè le aste pubbliche e le gare d’appalto pubbliche). Vale 100 milioni di euro e capisco che gli editori non saranno entusiasti».

DEBITO DELLE PA. «Oggi abbiamo sbloccato 8 miliardi per il pagamento dei debiti della P.A».

SANITA’- «Se qualcuno trova la parola sanità nel decreto gli pago da bere».

RAI. «C’è una voce importante sulla Rai, la Rai è chiamata a concorrere al risanamento con un contributo di 150 milioni di euro, viene autorizzata a vendere Rai Way e a riorganizzare le sedi regionali. Non è nella disponibilità della Rai decidere se partecipare o no, perché 150 milioni li mette, ma può decidere come».

BANCHE. «Ringraziamo il contributo delle banche, perché la rivalutazione al 26% delle quote è un bel contributo».

DICHIARAZIONI DIGITALIZZATE. «L’anno prossimo le dichiarazioni dei redditi digitalizzate interesseranno 32 milioni di persone. E i Caf lavoreranno un po’ meno».

TARIFFE POSTALI AGEVOLATE PER ELEZIONI. «Aboliamo le tariffe postali agevolate per la campagna elettorale dei partiti per i candidati. Non tutti erano d’accordo. Si sono fidati di me e Padoan». «Amici candidati - aggiunge il premier - non vi conviene, chi ve lo fa fare di buttare soldi. Non è più come prima, aprire la cassetta postale» e trovare i volantini elettorali «è controproducente».

LA CRESCITA. Con questi provvedimenti «l’economia si rimetterà a crescere in un sentiero che sarà il più alto degli ultimi 20 anni». Lo ha detto il ministro dell’Economia Pier Carlo Padoan. E Renzi conclude con un sorriso: «Lasciatemi chiudere con un sorriso. Il punto vero è che in questo Paese stiamo cambiando verso sul serio».

Il presidente del Consiglio, Matteo Renzi, si affaccia alla finestra di Palazzo Chigi e saluta i passanti che transitano da piazza Colonna prima del consiglio dei ministri sui tagli Irpef (Ansa)

ANSA.IT (di martedì scorso)
L’ultima ad emergere è la stretta su tutti i dipendenti pubblici, non solo dunque sugli stipendi dei manager di prima fascia. Tra calo Irpef, riforme istituzionali, pagamento dei debiti p.a., spending review e privatizzazioni, il Def presentato martedì in consiglio dei ministri prevede anche il blocco dei contratti del pubblico impiego, misura contro cui si sono già scagliati i sindacati. Ecco in breve gli impegni fondamentali inseriti nel documento di economia e finanza su istituzioni, economia e lavoro, per avviare "una profonda trasformazione del nostro Paese".

Riforme istituzionali - L’obiettivo è una nuova legge elettorale capace di garantire governabilità, l’abolizione delle Province, la revisione delle funzioni del Senato e l’abolizione del Titolo V.

Spending review - Si punta ad un "cambiamento stabile e sistematico dei meccanismi di spesa pubblica". Sono previsti risparmi per circa 4,5 miliardi nel 2014, fino a 17 per il 2015 e 32 per il 2016. I risparmi verranno principalmente utilizzati per il taglio del cuneo fiscale.

Jobs Act - La riforma del mercato del lavoro prevede un dl che semplifica e ottimizza il ricorso al contratto a tempo determinato (viene estesa da 12 a 36 mesi la durata massima) e all’apprendistato e un disegno di legge delega, al vaglio del Parlamento, in materia di ammortizzatori sociali, servizi per il lavoro, semplificazione delle procedure burocratiche, riordino delle forme contrattuali.

Riforma della P.a. - La strategia include la semplificazione burocratica, la riforma delle giustizia civile, penale e amministrativa, la valorizzazione del percorso scolastico e formativo, l’aiuto alla ricerca e una valorizzazione del percorso di studi universitario, anche attraverso la Garanzia Giovani.

+80 euro in busta da 27 maggio - E’ l’intervento più atteso, quello sul quale il governo gioca la sua credibilità. I dettagli sono rimandati al decreto legge annunciato per il 18 aprile, ma il Def già fissa l’obiettivo di tagli per circa 10 miliardi a regime attraverso coperture con la revisione della spesa. I lavoratori dipendenti sotto i 25 mila euro di reddito lordi, circa 10 milioni di persone, avranno in busta paga un ammontare di circa 1.000 euro netti annui (80 euro al mese). Oltre alla spending review, per le coperture della misura che costa circa 6,6 miliardi si farà ricorso ai maggiori introiti Iva derivanti dal pagamento dei debiti della p.a. e ad un aumento della tassazione sulle plusvalenze delle banche per la rivalutazione delle quote Bankitalia

Sconto anche a incapienti - Lo sconto (anche se non fiscale) dovrebbe portare un contributo anche agli incapienti. Sarebbe già stata individuata la soluzione tecnica.

Fino a 26% imposta banche su quote Bankitalia - Il governo intende innalzare dal 12% al 24-26% l’imposta sulle quote di via Nazionale detenute dalle banche. Protesta l’Abi. -

Irap, si punta a taglio 10% - La riduzione per le aziende sarà di almeno il 10% attraverso il contemporaneo aumento della tassazione sulle attività finanziarie. Sempre a favore delle imprese è prevista entro settembre una riduzione delle bollette elettriche del 10% tramite una rimodulazione dei costi, dunque senza impatto sui conti pubblici. I poco più di 2 miliardi che costa il taglio all’Irap arriva dall’aumento delle rendite finanziarie. Con un’aliquota che passa dal 20 al 26%.

Sotto tiro i manager pubblici - Manager (ma anche dirigenti) pubblici a rischio. Si punta ad inserire un tetto ai loro stipendi: non potranno prendere più del presidente della Corte di Cassazione (poco più di 300.000 euro l’anno). Ma si potrebbe scendere anche più giù: 239mila euro che è quanto viene riconosciuto al Capo dello Stato. Ma è orevisto anche il blocco dei rinnovi contrattuali fino al 2020.

Mannaia su beni e servizi - Dalle matite alla carta igienica arriva il nuovo taglio. Le amministrazioni pubbliche dovranno garantire risparmi per circa 800 milioni. Insomma bisogna tagliare la spesa ’improduttiva’ e aumentare i servizi.

Enti inutili e istituzioni a dieta - Il primo a finire nel mirino è stato il Cnel (’’le famiglie a casa si chiederanno come faremo ora senza il Cnel’’, ironizza Renzi). Ma sono moltissimi in Italia gli enti ’sopprimibili’. Ma il percorso non è semplice e i risparmi non sono certi. Anche perchè normalmente il personale viene ricollocato sempre nella pubblica amministrazione. Oltre alla riforma del Senato il governo studia come ridurre le spese delle principali istituzioni: Palazzo Madama, Camera e Quirinale in testa. E anche se via via i tagli ci sono stati rimarrebbe un margine di circa 700 milioni ancora da risparmiare. L’invito di Renzi è chiaramente ’’rispettoso’’ della loro autonomia.

Tagli alle feluche - Si punta a tagliare gli stipendi ai diplomatici. Ma si annuncia battaglia: il sindacato dei diplomatici italiani (Sndmae) difende infatti la congruità dei propri stipendi.

Tagli alla sanità, non lineari - Si torna a parlare degli tagli alla spesa farmaceutica in attesa della ’panacea di tutti i mali’: l’introduzione dei costi standard. Nel ’Patto della salute’ sono stati quantificati ’’10 miliardi di risparmi, non di tagli’’ precisa il ministro Lorenzin. E Renzi aggiunge: i tagli non saranno ’’lineari’’ e inoltre in prospettiva per la Sanità spenderemo di più.

Tagli alla difesa - I tagli arriveranno. Ancora non è noto però se sarà depotenziato o meno il programma di acquisto degli F35.

Incentivi alle imprese e camere di commercio - Si parla di riorganizzazione da tempo per gli aiuti alle imprese (il famoso dossier Giavazzi messo a punto durante il governo Monti). Gli imprenditori si dicono pronti anche a rinunciare in cambio di un taglio ’congruo’ al carico fiscale. L’Irap appunto. Si discute anche di accorpamenti per le camere di commercio.

Privatizzazioni, 12 mld l’anno - Il governo perseguirà la strategia già avviata per la valorizzazione e la dismissione di quote di Poste e Enav prima, di Eni, Fincantieri, società del gruppo Fs poi, oltre che di parte del patrimonio immobiliare dello Stato. Le finalità sono la riduzione del debito pubblico, il recupero della spesa improduttiva e il recupero di efficienza delle imprese interessate. Gli introiti stimati sono pari a 0,7 punti percentuali di pil all’anno dal 2014 e nei tre anni successivi, arrivando a 12 miliardi complessivi.

Debiti della P.a. - Il governo intende impiegare risorse per ulteriori 13 miliardi da aggiungere ai precedenti 47 già stanziati dal precedente esecutivo per il pagamento degli arretrati. Con una serie di strumenti e meccanismo automatici si punta ad adeguare i tempi di pagamento delle p.a. a quelli previsti dalla direttiva europea in materia. I tempi prevedono la realizzazione entro ottobre 2014.

ANSA.IT
"Sono contento perchè smentiamo i gufi che hanno più volte auspicato che non ci fossero le coperture e perchè in generale si avvia un percorso di rioganizzazione dello stato". Così Matteo Renzi annunciando il decreto approvato in consiglio dei ministri. "Abbiamo mantenuto la parola data alla faccia dei rosiconi". Renzi ribadisce che quello nel dl Irpef-spending è un "impegno strutturale". "Sta accadendo una cosa straordinaria. Stiamo restituendo denari agli italiani, perché non sono nostri, sono degli italiani".
I ’’mitici’’ 80 euro in più in busta paga sono ’’una misura che non è una tantum, ma, appunto, strutturale’’.
"E’ da 4 giorni che non esco da Palazzo Chigi, mi hanno fotografato alla finestra...era l’ora d’aria", sottolinea il premier.
Ci saranno ’’massimo 5 vetture a ministero’’ e le ’’forze di sicurezza tornano in strada’’. E’ uno dei tweet illustrati da Matteo Renzi che spiega: ’’i sottosegretari e i direttori generali vanno a piedi o in autobus. E’ la riduzione (di auto blu) più significativa della storia’’.
Il testo del decreto "è in fase di coordinamento con i singoli ministri e sarà in Gazzetta credo all’inizio della prossima settimana. Questo ci consentirà di dare i mitici 80 euro sin dal mese di maggio".
"Abbiamo scelto anche modificando l’ impostazione delle ultime ore di mantenere l’impostazione del 12 marzo, ha prevalso l’obbligo di mantenere l’impegno di dare 80 euro a 10 milioni di persone. La voce degli incapienti e partite Iva sarà inserita in provvedimenti nelle prossime settimane e mesi", spiega Renzi durante la conferenza stampa. Rigurado ai tempi di intervento del governo: ’’Tempi sugli incapienti non li do’’.

"Tutte le spese degli enti locali e anche di quelli centrali online entro 60 giorni. La previsione di legge già c’era ma non era sanzionata. Ora se il singolo comune non mi dà tutti i dati, noi riduciamo i trasferimenti". Così Matteo Renzi in conferenza stampa al termine del Cdm illustrando il secondo tweet relativo al dl Irpef.

Arriva la "norma Olivetti, che richiama il grande principio sacrosanto secondo cui in un’azienda nessuno può guadagnare 10 volte più dell’ultimo lavoratore". Così Renzi definisce il nuovo tetto di 240 mila euro "insormontabile" per tutti dirigenti pubblici, compreso il primo presidente della Corte Cassazione.

’’Camera e Senato dovranno decidere loro. Ma sarebbe un gesto molto bello se nella loro autonomia gli uffici della Camera e del Senato riflettessero sulla norma che io chiamo ’norma Olivetti’’’ cioè il taglio agli stipendi dei dirigenti della P.a..
Poi Renzi afferma che "la difesa contribuisce per 400 milioni di euro, di cui 150 con lo spostamento del programma F35".

Uno degli obiettivi del dl Irpef-spending indicato da Renzi è "sfoltire e semplificare" le municipalizzate, "passando da 8.000 a 1.000 aziende partecipate".

Il premier annuncia che "Oggi abbiamo sbloccato 8 miliardi per il pagamento dei debiti della P.A".
Poi sul tema delle coperture: "Sono 6,9 miliardi nel 2014 ma diventano 14 miliardi nel 2015". E aggiunge: "Se facciamo le misure, le facciamo per i prossimi anni. Per il 2015 non può essere un decreto del 2014 ad indicare come, quando approveremo la legge stabilita ci saranno dentro i denari".

’’Non tocchiamo il fondo dell’editoria almeno per adesso. Ma non ci sarà più l’obbligo antistorico di pubblicate gli annunci sui quotidiani. Vale 100 milioni di euro e capisco che gli editori non saranno entusiasti’’.
Lo spazio per dipendente negli uffici pubblici sarà di 24 mq contro una media oggi di 44 mq. Lo ha annunciato il premier Matteo Renzi, spiegando che introducendo questo nuovo "obbligo legislativo si costringe a ripensare il sistema degli affitti e delle strutture pubbliche".

Renzi esclude poi i tagli nella Sanità all’interno del decreto: "Se qualcuno trova la parola sanità nel decreto gli pago da bere". Continuando ad illustrare il decreto approvato in Cdm Renzi annuncia che "La Rai è chiamata a concorrere al risanamento con 150 milioni di euro, è autorizzata a vendere Rai Way e riorganizzare le sedi regionali ma deciderà lei che cosa fare. Certo è chiamata a concorrere".

Il presidente del Consiglio poi parla della spending review necessaria per coprire il taglio Irpef. Dalla voce acquisti di beni e servizi si otterranno 2,1 miliardi divisi in tre parti: enti locali, Regioni e Stato che contribuiranno ciascuno con 700 milioni. Si tratta non di tagli lineari ma di tagli "intelligenti".

’’Hanno detto che (il dl Irpef) è una misura elettorale. Ma è l’unica misura elettorale che arriva dopo le elezioni e abbiamo anche tolto le agevolazioni dei partiti in campagna elettorale...’’. Con il decreto Irpef ’’inizia il percorso di aggregazione dei centri di costo che ora sono 32.000. Vogliamo arrivare a 40-50 in un anno. E’ una rivoluzione’’, spiega Renzi.

Renzi parla anche della prossima riforma della legge elettorale. "Capisco come sia fondamentale arrivare al passaggio del semestre europeo con una bella botta in positivo alle riforme, compresa la legge elettorale che io spero di fare entro l’estate". E sulla riforma del Senato. "Non temo uno slittamento delle riforme e confido in un buon clima". Così Matteo Renzi in conferenza stampa al termine del Cdm. "Sono molto ottimista che entro maggio il Senato approvi la Riforma del Senato e del Titolo V e del Cnel".
’’La cosa della Madia (la riforma dela P.a.) entro fine aprile la portiamo. E anche lo ’Sforbicia Italia’ con la semplificazione degli enti’’, sottolinea Renzi.

Padoan, con dl e riforme Italia crescerà di più - "Se facciamo i conti non solo relativi alle coperture ma pensando agli impatti sul Pil, secondo noi c’è aggiustamento strutturale positivo e l’economia italiana si mette a crescere sul sentiero più alto degli ultimi venti anni". Così Pier Carlo Padoan al termine del Cdm parlando dell’insieme delle misure approvate dal governo. "Le misure sul mercato del lavoro saranno più efficaci e ci sarà più creazione di occupazione". ’’I risparmi attesi nel 2015 sono 14 miliardi. Gli impieghi sono 10 (per il taglio delle tasse). Rimane un grado di libertà: un sogno per chi fa politica economica. Puntiamo ad avere più risorse di quelle che ci servono’’, spiega il ministro dell’Economia.

la "norma Olivetti, che richiama il grande principio sacrosanto secondo cui in un’azienda nessuno può guadagnare 10 volte più dell’ultimo lavoratore".