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 2014  aprile 18 Venerdì calendario

LEGGIAMOCI 
LA COSTITUZIONE


Parlamento delegittimato perché frutto del Porcellum. Renzi capo del Governo abusivo in quanto non eletto dal popolo. Ecco perché queste idee sbagliate sono figlie dell’ignoranza della nostra Carta fondamentale

Su questo argomento mi ero intrattenuto in una bustina di due anni fa, ma non sono io che mi ripeto. Infatti ritrovo sempre nel corso delle varie discussioni su Governo, Parlamento, legge elettorale, due affermazioni che sino a ieri sembravano patrimonio di gruppi della destra populista, ma talora vengono ripresi anche da persone di altra estrazione politica e altro spessore culturale.
La prima affermazione è che questo Parlamento è delegittimato perché è stato eletto con il Porcellum, legge dichiarata incostituzionale. Ma nel momento in cui questo Parlamento è stato eletto il Porcellum era legge dello Stato, non si sarebbe potuto votare secondo altra legge, e quindi il Parlamento è stato eletto secondo la legge allora vigente. Si dovrà certo procedere a nuove elezioni in base a una nuova legge, ma chi deve decidere quale sia questa nuova legge è pur sempre il Parlamento attuale, nel pieno dei suoi poteri in quanto eletto secondo le regole che vigevano al momento della sua elezione.
Capisco che la situazione possa suscitare perplessità, ma o si mangia questa minestra o si salta questa finestra, e ogni affermazione sulla illegittimità di questo Parlamento appare campata in aria.
L’ALTRA IDEA che circola è che il capo del Governo attuale e i suoi ministri non sono stati eletti dal popolo. È vero che sarebbe stato meglio per Renzi affrontare nuove elezioni e presentarsi sulla scena politica come capo eletto del partito che avesse riscosso la maggioranza dei consensi, ma questo non avrebbe per nulla significato che Renzi, in quanto futuro capo del Governo, sarebbe stato eletto dal popolo. È stata astuzia berlusconiana, ponendo il suo nome e il suo volto come simbolo della sua lista, ad avere convinto chissà quanti elettori che votando la sua lista si eleggeva lui come capo del Governo. Niente di più falso, tanto è vero che Berlusconi avrebbe potuto vincere le elezioni e poi andare a proporre al capo dello Stato un premier di sua scelta, Santanché, Scilipoti o Razzi, tanto per dire, senza per questo violare il dettato costituzionale.
La Costituzione infatti stabilisce che il popolo elegge i parlamentari (con preferenze o liste bloccate, questo è un altro problema, ma la Costituzione non si pronuncia in merito), il Parlamento elegge il presidente della Repubblica il quale, dopo avere ascoltato i rappresentanti dei vari partiti, nomina lui, sponte propria, il capo del Governo e i suoi ministri, e in linea di principio potrebbe nominare anche sua nonna, o il capostazione di Roccacannuccia, se la maggioranza delle forze politiche gli avesse fatto il loro nome.
SPETTERÀ POI al Parlamento dare fiducia al Governo nominato dal presidente della Repubblica (così istituendo un controllo da parte dei rappresentanti del popolo) e se questa fiducia viene negata tutto ricomincia da capo a quindici, sino a che il presidente della Repubblica non trova un Governo che piaccia al parlamento. Così è avvenuto che presidenti della Repubblica abbiano nominato come capi del Governo personaggi non parlamentari come Dini e Ciampi, e come ministri vari tecnici, e persino quando il presidente ha nominato Monti, facendolo senatore a vita un minuto prima, Monti non era stato affatto eletto dal popolo bensì appunto nominato dal presidente.
Il bello è che queste cose sono dette, sia pure in maniera un poco indiretta, dall’articolo 64 della Costituzione, dove a un certo punto si precisa: «I membri del governo, anche se non fanno parte delle camere, hanno diritto, e se richiesti obbligo, di assistere alle sedute. Devono essere sentiti ogni volta che lo richiedono». Capito? Per i costituenti era talmente ovvio che i membri del governo potessero benissimo essere estranei al Parlamento che si precisava in che modo però potessero o dovessero partecipare alle sue riunioni. A essere onesti, quando a Berlusconi si rimproverava di farsi vedere pochissimo in Parlamento, non si sarebbe dovuto censurarlo come presidente del Consiglio bensì come deputato o senatore neghittoso.