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 2014  aprile 18 Venerdì calendario

ADDIO AL ROMA-MILANO L’AEREO ABBANDONATO DA DUE ITALIANI SU TRE


MILANO.
Una freccia (rossa) ha colpito e abbattuto la gallina dalle uova d’oro dei cieli italiani. Cinque anni fa la Roma-Milano era la rotta aerea più redditizia d’Europa. I biglietti — causa monopolio Alitalia — costavano un occhio della testa, decine di vettori erano pronti a fare carte false pur di riuscire a mettere le mani sugli slot di questo bancomat volante. Poi sono arrivate l’alta velocità di Trenitalia e Italo. I supertreni hanno messo ko l’aereo. E la Fiumicino- Linate è diventata oggi il Calimero dell’aviazione nazionale. Nessuno la vuole più: i passeggeri si sono dimezzati a 1,4 milioni l’anno (100mila meno della Roma-Catania).
Alitalia ha tagliato i collegamenti dai 70 del 2008 a 38 e in vista delle nozze con Etihad ha chiesto al governo di poterli ridurre ancora per spostarli su destinazioni più profittevoli. E pur di rubare qualche cliente a Frecciarossa e agli altri — manco fossimo nell’era della Lidl Air — sono scattati i saldi: un viaggio di andata e ritorno prenotato quattro giorni prima della partenza con Easyjet — sbarcata sulla rotta un anno fa per volere dell’Antitrust — costava lo scorso 9 aprile 99 euro, contro i 105-100 dei rivali su rotaia. E per chi può permettersi di comprare il biglietto con un mese d’anticipo non c’è storia: l’aereo è decisamente più economico del treno, con l’aerolinea low-cost e Alitalia che offrono tariffe tutto compreso di 83 e 99 euro, quasi il 20% meno dei concorrenti ferrati.
Il copione, dicono gli esperti, era già scritto. L’arrivo dell’alta velocità ha cambiato la mappa dei trasporti europei. Air France ha cancellato quasi tutte le sue tratte nazionali che operano in concorrenza con le ferrovie. La Madrid-Barcellona — che fino a dieci anni fa contendeva alla Linate-Fiumicino la vetta nella hit parade delle rotte d’oro dei cieli continentali — ha fatto la stessa fine dell’ex rivale tricolore.
La velocità del declino del volo Roma-Milano ha sorpreso però anche gli ultrà di Frecciarossa e Italo. Carta canta: nel 2008 il 51% delle persone che viaggiava tra le due città si imbarcava su un aereo, il 36% saliva in treno mentre il 13% sceglieva l’auto affrontando — armato solo dei bollettini di Onda verde — le incognite dell’A1. Oggi i numeri sono ribaltati. A marzo di quest’anno — secondo dati informali raccolti in ambiente vicini al ministeri dei trasporti — l’alta velocità ha conquistato il 70% del traffico mentre ai check-in di Linate e Fiumicino è transitato solo il 23% dei pendolari tra Duomo eColosseo. Ryanair, che aveva provato a lanciare in pompa magna un collegamento tra Milano (come loro chiamano con un’ardita forzatura geografica l’aeroporto di Orio al Serio) e Ciampino, è stata costretta a una brusca retromarcia, cancellando la rotta dopo una sola stagione.
Il dato che fa più male ad Alitalia & C. è però quello relativo alla clientela d’affari, la più ricca. Cinque anni fa i Paperoni che faceva la spola su questa tratta per lavoro — spesso in giornata — viaggiavano solo in aereo. E, prenotando all’ultimo momento, erano costretti a pagare fino a 500 euro, manna per i conti un po’ malandati dell’excompagnia di bandiera. Oggi hanno tradito anche loro. Nel primo trimestre di quest’anno più del 50% dei passeggeri business si è imbarcato sull’alta velocità.
Il viaggio, in fondo, dura 2 ore e 50 minuti, un tempo competitivo con l’aereo calcolando il taxi tra Fiumicino e il centro di Roma. E sul prezzo last-minute la convenienza non si discute, visto che un biglietto comprato 24 ore prima della partenza costa 110 euro sul Frecciarossa contro i 395 di Alitalia e i 154 di Easyjet.
Aereo o treno, in effetti, a festeggiare la concorrenza sono stati finora i consumatori. Alitalia, come certificato dalla relazione antitrust del 2012, si era illusa in un primo momento di arginare l’assalto dei rivali su binari tagliando le frequenze ma alzando i prezzi di 20-40 euro in media.
L’arrivo di Easyjet e il crollo delle prenotazioni l’hanno costretta però a venire a più miti consigli per non volare con aerei vuoti: pochi giorni prima dell’avvento della low-cost sulla Milano-Roma, il biglietto andata e ritorno comprato con un mese d’anticipo veniva venduto a oltre 200 euro. Oggi costa la metà. Il prezzo medio sui supertreni, secondo alcuni dati interni delle Fs, è calato un po’ più lentamente, con un — 10% in due anni. La sfida continua. Ma per il neo-Calimero dei cieli italiani, se le cose andranno avanti di questo passo, il destino — dopo decenni di gloria — sembra ormai segnato.

Ettore Livini, la Repubblica 18/4/2014