Marco Zatterin, La Stampa 18/4/2014, 18 aprile 2014
ASSENTEISTI, SECCHIONI E VIP. ECCO QUELLI CHE CI (RI)PROVANO
Silvio Berlusconi ha mantenuto la promessa. «Ricandiderò chi non passa con Alfano», aveva detto al capodelegazione europea Raffaele Baldassarre, e così ha fatto. Ha rimesso i fedelissimi in lista con Forza Italia, una quindicina abbondante di uomini e donne in cerca di riconferma a Strasburgo, inclusi quelli con incomprensioni giudiziarie e quelli che potrebbero rendere viva una euro-puntata di «Chi l’ha visto?». Anche il Pd ha dato fiducia alla pattuglia a dodici stelle, accogliendo in squadra per l’ottava legislatura 17 dei 23 eletti del 2009, mentre i fuoriusciti lo sono «per scelta». Un premio per l’esperienza? Magari no. Basta un’occhiata a come sono fatti gli elenchi e si vede subito che le urne sono destinate a fare parecchia pulizia.
FORZA ITALIA
Todos diputados, salvo Antonello Antinoro da Palermo, europarlamentare numero 730 su 766 quanto a partecipazione ai voti: ha preferito restare a casa. L’ex Cavaliere ha premiato chi non ha scelto l’Ncd, a partire dal capodelegazione Baldassarre, che gli ha gestito il divorzio, un tipo sobrio nonostante gli insulti a una troupe olandese cliccatissmi su Youtube. Promossa Elisabetta Gardini a unica capolista «rosa», una volta a «Uno Mattina», ora parlamentare attenta ai temi ambientali (voto superiore al 91%). Confermate le donne selezionate di persona nel 2009 dall’allora premier – le chiamarono «veline» - la schiva Matera (prima per presenza alle chiamate nominali e alta nei punteggi di legislatura per il lavoro seriale col Fondo per la globalizzazione), la vivace Ronzulli (la «mamma più bella», celebre per le foto con la figlia in aula, voto all’85,4%), la battagliera Comi (spesso polemica con le altre, ma capace di darsi un’immagine in patria, indice voto all’86,47).
Resta in corsa Iva Zanicchi che punta sulla propria ugola piuttosto che sulla visibilità a Strasburgo (sebbene sia nella top ten italiana della partecipazione alle chiamate in aula) e l’ectoplasmico Clemente Mastella (751° per i voti), recentemente rinviato a giudizio per un’inchiesta sulla Sanità napoletana. Non sono proprio un modello, «ma loro portano consenso», spiegano in casa forzista. Numero due nel Nord Est sarà Amalia Sartori, scrupoloso presidente della Commissione Industria. Accolto a pieno titolo in famiglia forzista Oreste Rossi, ex leghista, convertito al lavoro operoso per l’Europa, grafomane, quarto assoluto per interrogazioni parlamentari (1253).
PARTITO DEMOCRATICO
Il capodelegazione David Sassoli, mister Twitter e supervotato nel 2009 (412 mila preferenze), sarà secondo nel Centr’Italia dopo la renziana Bonafè. Avanzano Patrizia Toia e Sergio Cofferati (il secondo italiano «più amato», secondo «Votewatch»), gente visibile come Paolo De Castro, cruciale nel duello col Consiglio Ue per la Politica agricola, manifestamente interessato alla Commissione Ue. Soprattutto nel collegio Centro sarà dura la vita di tanti, per professore delle questioni economiche Roberto Gualtieri, l’esperto di mafie Pino Arlacchi, l’ex sindaco di Firenze che ha imbrigliato il rating, Leonardo Domenici. Il loro biglietto non fa parte di quelli garantiti.
Commiato a Vittorio Prodi, il garbato «prof» dell’energia («mi occuperò dei miei 14 nipoti», confessa), e a Luigi Berlinguer, non proprio fra i più dinamici, al 705° posto per partecipazione al voto in aula. Si poteva fare di più. Il Pd avrebbe voluto Rita Borsellino in Sicilia, ma lei ha preferito passare la mano dopo un quinquennio di attività concentrata dietro le quinte. Fuori Vincenzo Iovine, raramente playmaker a Strasburgo.
LEGA
Comanda il segretario Salvini, come naturale, anche se per forza di cose si è visto più in conferenza stampa che in aula. Esce il decano Speroni e probabilmente una sorte analoga toccherà a Mario Borghezio, che il Carroccio ha candidato nel centro Italia: avrebbe bisogno di un miracolo, forse l’aiuterà essere un devoto della madonna di Fatima. In lizza Bizzotto, Fontana e Scottà, ala rumorosa e polemica, ma attenta alla presenze.
ALTRI
Svanita l’Italia dei valori, il caposquadra Niccolò Rinaldi tenta con Scelta europea (voto all’82%). Carlo Casini guida la pattuglia centrista, 21° a Strasburgo per gli incarichi da relatore. In un angolo Sonia Alfano, che lascia la commissione sulla criminalità organizzata dopo essere stata terza per risoluzioni (214). «Ricambio almeno al 50 per cento, nonostante tutto», stima una vecchia volpe dell’assemblea. Ma c’è chi dice che si tratti di una stima ottimista.
Marco Zatterin, La Stampa 18/4/2014