Ferdinando Cotugno, Vanity Fair 16/4/2014, 16 aprile 2014
MA QUANTO INQUINA TWITTER
Anche se le ricerche su Google e i tweet che scriviamo ci sembrano immateriali, sono possibili perché si basano su infrastrutture fisiche molto inquinanti, come server, reti e data center. Tutta la comunicazione digitale immette nell’atmosfera 800 milioni di tonnellate di CO2 ogni anno, più di tutta la Germania (o dell’Italia). Il server di un sito che connette giorno e notte 1 miliardo di persone richiede tantissima elettricità per funzionare: quella che manda avanti il nuovo centro di Facebook in Oregon, per esempio, da sola potrebbe illuminare 64 mila case. Partendo da questo problema, Greenpeace è andata a vedere quanto inquinano (o come stanno provando a smettere, usando energia pulita) i siti e i servizi Web che usiamo ogni giorno. Il risultato è il rapporto Clicking Clean, con tanto di pagella ecologica.
facebook 49/100
Gas naturale 7% - Carbone 25% - Nucleare 16%
Il social network più grande al mondo punta molto sull’energia pulita. Mark Zuckerberg ci tiene: le vostre richieste di amicizia su Facebook saranno sempre più alimentate dalle turbine eoliche nell’Iowa (investimento da 2 miliardi di dollari). Un altro merito è di aver reso open source tutte le sue informazioni sul miglioramento delle performance ambientali, condividendole con i concorrenti.
microsoft 29/100
Gas naturale 21% - Carbone 32% - Nucleare 18%
L’azienda che produce Windows si sta impegnando a tal punto che ha creato una tassa interna sul carbone, per premiare i suoi dipartimenti che rispettano l’ambiente e penalizzare quelli che inquinano. L’iniziativa però funziona solo in parte: in Texas ha investito su turbine eoliche,
ma le nuove infrastrutture create per i suoi videogiochi (Xbox) sono ancora troppo legate a fonti inquinanti.
Amazon 15/100
Gas naturale 25% - Carbone 28% - Nucleare 27%
Non ci sono solo i negozi online: Amazon è uno degli ecosistemi digitali più grandi al mondo, sui suoi server girano anche i contenuti di Spotify e Netflix, per fare due nomi. Il suo fabbisogno di energia è cresciuto molto negli anni, ed è ancora dipendente in gran parte da fonti non pulite e non rinnovabili. La maggior parte dei suoi server usa solo il 2% di energia solare o eolica.
Apple 100/ 100
Gas naturale 0% - Carbone 0% - Nucleare 0%
I primi della classe. Già oggi, tutti i servizi online e iCloud (dove ci sono i dati dei nostri iPhone, iPad e Mac) sono alimentati con il 100% di energie rinnovabili, mentre nell’offline (uffici eccetera) la quota è salita negli ultimi anni dal 35 al 75% (e la promessa è di arrivare al 100% anche lì). Apple punta forte sul sole, con il più grande investimento privato in energia solare degli ultimi anni.
Yahoo! 59/100
Gas naturale 6% - Carbone 20% - Nucleare 12%
A Yahoo! erano stati tra i primi a capire quanto sarebbe stato sempre più importante usare energie rinnovabili. Negli anni hanno perso terreno rispetto ai concorrenti, ma restano tra i più bravi. L’obiettivo dichiarato è di arrivare al 40% di fonti pulite entro il 2014. I suoi data center per ora stanno puntando forte sull’energia idroelettrica.
google 48/100
Gas naturale 13% - Carbone 22% - Nucleare 15%
Bene in America, male nel resto del mondo. Nel complesso, le ricerche e le altre operazioni di Google sono alimentate al 34% da energie rinnovabili. Ma mentre la situazione è eccellente nelle infrastrutture statunitensi, peggiora in America Latina e Asia: i suoi centri dati a Singapore, Taiwan e in Cile sono ancora molto dipendenti da energia sporca.
twitter 21/100
Gas naturale 42% - Carbone 22% - Nucleare 15%
Twitter è il social più in ascesa, ma la sua pagella ecologica è deludente. Il sito è cresciuto molto in fretta, e non ha data center suoi ma si appoggia a quelli di terzi, su cui non effettua sufficiente controllo. La maggior parte delle infrastrutture su cui si basa Twitter sono alimentate a gas, carbone ed energia nucleare. E l’azienda non ha preso alcun impegno concreto per il futuro.
ebay 6/100
Gas naturale 47% - Carbone 24% - Nucleare 14%
Il nostro shopping su eBay è ancora pesantemente dipendente dal carbon fossile. Il sito di e-commerce sta provando a cambiare rotta, ma troppo lentamente: l’obiettivo a medio termine è di migliorare di un 8% ogni anno. Per ora è aumentata la trasparenza nella comunicazione dei dati, e sul tetto dei suoi centri dati in Utah sono stati installati dei pannelli solari: è un inizio.