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 2014  aprile 17 Giovedì calendario

PRENDE IL VIA LA NUOVA TELECOM


Doveva essere l’assemblea della svolta e così è stato. Dopo il consueto rito della moltitudine di interventi dei piccoli azionisti (10 ore tra domande e risposte) i soci di Telecom Italia, che hanno fatto segnare la presenza record del 56% del capitale, hanno approvato il bilancio 2013 ma soprattutto varato un nuovo consiglio d’amministrazione, composto da 13 membri (come voleva Telco) ma con un’ampia maggioranza di consiglieri indipendenti.
La sorpresa, nel corso della votazione, è che la lista Assogestioni ha preso persino più voti di quella Telco (50,28% dei voti contro il 45,5%) grazie all’appoggio di Findim che non ha votato la sua lista. Alla fine il nuovo cda sarà composto da Giuseppe Recchi (presidente) e Marco Patuano (ad) insieme a Denise Kingsmill, Flavio Cattaneo, Giorgina Gallo, Tarak Ben Ammar, Laura Cioli, Giorgio Valerio, Jean Paul Fitoussi e Luca Marzotto, oltre ai candidati di Assogestioni Lucia Calvosa, David Benello e Francesca Cornelli. Patuano, come nelle attese, è stato quindi confermato ad del gruppo, e in fondo questa rivoluzione (apprezzata dal mercato con gli analisti che iniziano a innalzare i target e portarli intorno a 1 euro contro gli attuali 0,8) è merito anche della volontà del nuovo ad di accogliere le richieste dei suoi azionisti.
Altra novità introdotta da Telecom Italia (anche questa attesa) è stata la nomina del presidente direttamente in assemblea, richiesta avanzata da Marco Fossati (azionista con il 5% attraverso Findim) e accolta dai soci che hanno votato in larga maggioranza Recchi. Vito Gamberale invece è rimasto a bocca asciutta, non solo perdendo la battaglia per la presidenza ma alla fine non riuscendo nemmeno a entrare a far parte del nuovo cda. Stante il nuovo assetto, gli sguardi adesso sono legati alle prossime mosse della società, e non a caso il discorso di Patuano in apertura di assemblea era tutto incentrato al futuro di Telecom. Sono convinto, ha detto l’ad nel suo incipit, «che l’assemblea di oggi costituisca un punto di svolta che ci proietta verso il futuro». Patuano ha spiegato che la disciplina finanziaria continuerà a rappresentare un pilastro nella gestione («Non sono assolutamente soddisfatto di essere alla guida di un’azienda con giudizio junk ma garantisco che faremo il possibile per tornare investment grade il prima possibile»), ricordando però che il piano industriale presentato qualche mese fa «ha delineato un radicale cambiamento di prospettiva» concentrata su «investimenti e innovazione». Lo scorporo della rete fissa «è stato archiviato» (anche perché «dal dialogo con la Cdp finora non è scaturito niente»), ma Telecom si è resa disponibile a far evolvere il modello di equivalence of output verso quello dell’equivalence of input.
Quanto a Tim Brasil, Patuano ha «ribadito con vigore» che l’asset è «primario» e anzi dev’essere «ulteriormente valorizzato», escludendo quindi per l’ennesima volta di aver ricevuto offerte, mentre Olivetti ha come obiettivo il pareggio di bilancio al 2015. L’ad ha ricordato che nell’arco del prossimo triennio il gruppo investirà «quasi 14 miliardi, di cui oltre 9 in Italia». In più, Patuano ha annunciato un ulteriore rafforzamento patrimoniale per ulteriori 2 miliardi (dopo quello già effettuato sempre per 2 mld), derivanti dalla vendita «delle torri di trasmissione in Italia e in Brasile» (che saranno valorizzate per effettuare investimenti) e del broadcasting televisivo, «sul quale comunque deciderà il prossimo cda». La sensazione di essere arrivati a un punto di svolta per l’azienda è risultata evidente anche dagli interventi sia di Fossati sia del consigliere uscente Luigi Zingales. Il numero uno di Findim ha preso la parola subito dopo Patuano chiedendo compattezza tra soci e spiegando che da una parte vigilerà sul fatto che la società gestisca bene i potenziali conflitti di interesse (prendendo decisioni nell’interesse di tutti e non di alcuni), ma dall’altra assicurando pieno e quasi incondizionato sostegno all’azienda che «ha bisogno di essere rilanciata» e «di avere un azionariato compatto». Per questo Findim darà «supporto a chiunque sarà in cda, indipendente da nomi ed estrazione perché credo che chiunque sia il presidente eletto dall’assemblea avrà il nostro supporto» (dichiarazione che ha fatto anche ipotizzare una sorta di allontanamento da Gamberale, candidato presidente proprio della lista Fossati). Zingales ha avuto parole di fuoco per la buonuscita di 8,2 milioni che Telecom Italia ha riconosciuto all’ex presidente esecutivo, Franco Bernabè, che «grida vendetta, come anche la mancanza trasparenza avuta sul convertendo». Zingales ha detto che non lascia «una Telecom Italia perfetta», anche se l’azienda «è migliorata sotto molti punti di vista», promuovendo l’ad Patuano (che prende un salario «di un solo milione, ed è persino poco per quello che sta facendo») e spiegando che lascia «una Telecom migliore e con un futuro industriale migliore».

Manuel Follis, MilanoFinanza 17/4/2014