Brooke Magnanti, Il Fatto Quotidiano 17/4/2014, 17 aprile 2014
LA EX ESCORT CHE RACCONTA I GUSTI DEGLI UOMINI
C’è un rinnovato interesse per la prostituzione e per chi vi fa ricorso. Gli uomini che non disdegnano il sesso a pagamento lo definiscono spesso un hobby o pensano a se stessi come a utenti di un servizio. I nemici del sesso mercenario li chiamano “sfigati” mentre per le prostitute sono “clienti”. Ma chi sono veramente? La maggioranza dei clienti sono di sesso maschile e questo vale sia per la prostituzione maschile che femminile. Secondo un’indagine Kinsey di qualche anno fa, il 60% degli uomini negli Usa si era accompagnato almeno una volta con una prostituta. Ma quella era la generazione della guerra e senza dubbio oggi le cose sono cambiate. Un’indagine condotta nel 2000 in Australia collocava la percentuale intorno al 15. In Cambogia invece si sfiora il 70. La ricercatrice britannica, Teela Sanders, ha scritto un libro nel quale affronta il fenomeno del sesso a pagamento e osserva: “Abbiamo abbandonato l’idea sessista secondo cui donne tentatrici costringono uomini innocenti a comprare i loro servigi sessuali, ma è altrettanto fuorviante credere che i clienti sono malvagi, violenti, in sostanza dei bruti che odiano le donne e maltrattano delle povere fanciulle indifese”. Il libro di Teela Sanders si sofferma su “fattori scatenanti” quali la noia, la solitudine o un’insoddisfacente vita sessuale e “fattori trainanti” come la disponibilità di denaro e le occasioni che si presentano.
Il libro della Sanders liquida anche le argomentazioni di chi crede di poter arginare il fenomeno spingendolo fuori della legalità. Dall’inchiesta emerge il fatto che uno dei fattori che spinge gli uomini a cercare la compagnia di una prostituta va individuato nel fatto che questo comportamento è ritenuto “illecito”. In sostanza, criminalizzare la prostituzione servirebbe a poco e in taluni casi accrescerebbe la curiosità. Valga per tutti l’esperienza americana. Negli Stati Uniti è reato vendere e comprare sesso. Ebbene, non pare che il mercato del sesso negli Usa ne soffra.
Il mese scorso, il Parlamento europeo ha votato un documento sulla prostituzione presentato dalla europarlamentare laburista Mary Honeyball. Il documento è stato approvato, anche se si tratta di una vittoria puramente simbolica in quanto non ha forza di legge. Segnala tuttavia che il desiderio di criminalizzare i “clienti” è più vivo che mai. A pensare che sia necessario un cambiamento sono esponenti di entrambi gli schieramenti. Quello che lascia interdetti è l’acritico amore per il cosiddetto “modello svedese” anche se in Svezia la criminalizzazione dei clienti delle prostitute non sembra aver portato benefici tangibili per la sicurezza e la salute. Il “modello Merseyside”, che vorrebbe che i reati contro le prostitute fossero considerati “reati stimolati dall’odio”, sta guadagnando terreno ed è in continuo aumento il numero dei firmatari della relativa petizione. Siamo ormai a circa 50.000 firmatari. Dal 2006 la polizia della contea di Merseyside considera reati stimolati dall’odio tutti gli atti di violenza contro le lavoratrici e i lavoratori del sesso. Il risultato è stato un inverosimile aumento del 67% degli arresti. Anche se alcuni nemici della prostituzione sono ben lieti di ritenere tutti i clienti delle prostitute potenzialmente pericolosi, la verità è che i veri criminali se la prendono con i deboli mentre pochissimi “sfigati” frequentatori di prostitute “diventano violenti”. Gli assassini che sgozzano una prostituta spesso tagliano la gola anche ad altre donne che non fanno le prostitute. Basti pensare al caso di Jill Meagher che fece scalpore l’anno passato in Australia. Jill, una cittadina irlandese che lavorava per la Australian Broadcasting Corporation, fu violentata e assassinata a Melbourne. Nel corso del processo che vedeva alla sbarra Adrian Bayley, emerse che dal 2000 l’imputato si era reso responsabile di numerose aggressioni. Ma dal momento che le vittime delle sue precedenti aggressioni erano prostitute, ci fu chi avanzò il sospetto che proprio per questo non era mai finito sotto processo e aveva potuto uccidere Jill Meagher. A Melbourne i bordelli forniti di licenza sono legali, ma è illegale la prostituzione esercitata per le strade o in altri luoghi non autorizzati. Oggi il dibattito sulla prostituzione è incentrato sul tentare di capire chi sono gli uomini che pagano per fare sesso. Ma così facendo rischiamo di dimenticare gli uomini e le donne che vendono il loro corpo e di non dare risposta alle loro richieste.
© Daily Telegraph Traduzione di Carlo Biscotto
Brooke Magnanti, Il Fatto Quotidiano 17/4/2014