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 2014  aprile 17 Giovedì calendario

QUEL BUSINESS SOMMERSO CHE NON CONOSCE LA CRISI


Spiccioli? Ma neanche per sogno. Se si sommassero i guadagni complessivi di un anno di tutti i posteggiatori abusivi del Paese si farebbe una cifra ad otto zeri. «Almeno mezzo miliardo. Se non di più». Parola di Mario Gatto, presidente di Globoconsumatori, quelli, per capirci che ha sollevato la questione dei «Velo ok», i finiti rilevatori di velocità nati come funghi lungo tutte le strade del Paese.
Mezzo miliardo: un fiume di monete da un euro o da 50 centesimi che finiscono nelle mani di chi esercita un mestiere che nessuno ha mai censito, ma che non conosce crisi. Se poi si dovesse eleggere la «città dei posteggiatori» la palma d’oro se la giocherebbero Roma e Napoli.
Tanto per dire: il Codacons, qualche anno fa, aveva incoronato la Capitale, spiegando che, nel Vecchio Continente, la città del Colosseo era quella dove ce n’erano di più. Per quanto riguarda Napoli, invece, un censimento on line ne stima 1025, contati in 322 zone di sosta. E non è finita lì. «Fuorigrotta, in occasione delle partite si trasforma nel più grande parcheggio abusivo d’Europa (tariffe da 5 a 15 €)» scrivono gli autori del blog. Che hanno messo su internet anche una mappa digitale con le zone più colpite. Non sfugge nessuna.
Benvenuti nel mondo estorsioni quotidiane ai danni degli automobilisti. Delle violenze subdole e dei piccoli ricatti. Da Milano a Roma, da Torino a Napoli, passando per Como, Firenze, Bologna, Rieti. Mille storie di piccole violenze quotidiane. Portiere rigate. Minacce, insistenze. Qualche volta finisce a botte. E la gente si ribella. A Palermo, un anno fa, un gruppo di ragazzi si organizza. Fonda una pagina Facebook, fa pressioni. Il 26 luglio la «categoria» si sente sotto pressione. Prima devasta piazza San Domenico - diventata area pedonale - poi, il giorno dopo, si presenta davanti al Comune chiedendo la tutela dell’amministrazione. Il colmo? Quell’infilata di cartelli con le scritte: «Il lavoro è dignità. Siamo posteggiatori abusivi onesti».
E i processi. A Rieti un automobilista paga l’uomo che gli indica un angolo dove mettere l’auto. A quello, però, non bastano i 50 centesimi, inizia ad urlare e minacciare: «Non è finita qui, io ti ammazzo». Arriva la polizia. Scattano le manette. In tribunale l’imputato sostiene che non c’è stata violenza. E poi erano pochi spicci. Lo condannano lo stesso. Estorsione. La Cassazione conferma tutto: «Il reato c’è anche se la cifra è modesta. Anche se ci sono di mezzo soltanto poche monete».
Nella stragrande maggioranza dei casi, però, la gente paga e tace. Perchè chi lascia l’auto davanti agli ospedali, ha ben altro per la testa che litigare con il parcheggiatore. Paga due volte. La sosta e chi pretende l’obolo. «Quella degli ospedali è una delle zone critiche della città», commenta il comandante della polizia municipale di Torino, Alberto Gregnanini. Sconfiggere il fenomeno? «Noi facciamo il possibile, abbiamo servizi dedicati ogni giorno. Ma è molto difficile». E la gente si adegua. Infila un euro e cinquanta nel parchimetro e poi dà un altro euro al parcheggiatore. «Si sa mai». E non è solo Torino: è così in tutte le grandi città.
Chi sono i posteggiatori? Una grande varietà di persone: disperati senza lavoro, nomadi, stranieri, manovalanza della criminalità organizzata che lucra anche su questo. E poi ci sono gli «storici». Quelli a cui la gente lascia le chiavi e se ne va. C’erano a Roma, nella zona del Verano. Li trovi a Palermo in quelle piazze dove un posto dove lasciare l’auto è una chimera. Ci sono anche a Torino. Uno per tutti, Danilo, giocatore di poker on line e padrone assoluto di una piazza a due passi dal centro. Tiene le chiavi. Sposta le auto. Sistema i ticket sui parabrezza. Quanto guadagna? Non si sa. È tutto esentasse.

Lodovico Poletto, La Stampa 17/4/2014