P. BAR., La Stampa 17/4/2014, 17 aprile 2014
E IL CAPO DELLA CDP SI TAGLIA 212 MILA EURO
Un altro grande manager esce dalla classifica degli stipendi a sei zeri: è l’amministratore delegato della Cassa depositi e prestiti, Giovanni Gorno Tempini, il cui compenso già dallo scorso ottobre è passato da un massimo di milione e 35 mila euro a 823.125, con un taglio del 26% pari a 212 mila euro.
In particolare, in base a quanto ha reso noto ieri il consiglio di amministrazione della società controllata dal Tesoro, che ieri ha approvato il bilancio 2013 (242 miliardi di raccolta ed un utile di 2,3, in calo del 17,8%), gli emolumenti di Gorno Tempini sono stati portati a 607.025 euro annui lordi dai precedenti 750 mila, cui si aggiungono – in caso di raggiungimento degli obiettivi - fino a 190.675 euro lordi di componente variabile annua (erano 250 mila), più altri 25.425 l’anno di componente variabile triennale, cifra che però viene corrisposta in maniera posticipata solo se in ognuno degli anni del triennio sono stati raggiunti i target.
Diverso il discorso relativo al compenso del presidente Franco Bassanini fissato in 295 mila euro, ovvero 236.305 euro di quota fissa più un massimo di 39.130 euro di componente variabile annua e 19.565 l’anno di variabile triennale. In questo caso il compenso resta allineato con quello dell’anno precedente quando vigeva ancora il tetto dei 302 mila euro fissato per tutta la pubblica amministrazione.
Per definire il nuovo compenso di Bassanini il cda della «Cassa» aspetta le decisioni del governo e poi anche questo stipendio, spiega infatti la nota della Cdp, «verrà immediatamente adeguato, laddove il governo dovesse stabilire nei prossimi giorni nuovi tetti agli emolumenti dei presidenti delle società partecipate». Se venisse applicato il nuovo tetto di 238 mila euro Bassanini perderebbe 57 mila euro, 74 mila nel caso il taglio fosse del 25% come richiesto nel frattempo nelle scorse settimane dal Tesoro a tutte le controllate. Le norme tendono ad accavallarsi ed i conteggi dei tagli si complica: ne sa qualcosa lo stesso Gorno Tempini che l’anno scorso ha passato diversi mesi senza percepire stipendio finché non si è capito quali criteri applicare. Poi inevitabile è caduta la scure.
P. BAR., La Stampa 17/4/2014