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 2014  aprile 18 Venerdì calendario

FORTE «Ho preso la prima racchetta a cinque anni. Mio fratello giocava e io, che frequentavo ginnastica artistica, volevo imitarlo

FORTE «Ho preso la prima racchetta a cinque anni. Mio fratello giocava e io, che frequentavo ginnastica artistica, volevo imitarlo. Ho cominciato con papà: mi tirava le palline, io tiravo più forte che potevo» (Camila Giorgi). FORTUNATA «Vedo che i miei amici passano ore in ufficio, lavorano duro. Io sono stata fortunata: ho viaggiato tanto, fatto quello che desideravo e mi piaceva, avuto tempo libero» (Tania Cagnotto). VACANZE «Le vacanze le farò a breve. Una settimana in California, girando per parchi e andando a pesca, poi un’altra alle Hawaii o in Messico. Mi piace stare in mezzo alla natura» (Christof Innerhofer). CASA «Perché non sono andato in Nba? Alla fine della stagione ’93-’94 ricevetti un fax dei New York Kniks che mi invitavano ad un try out. Non andai, anzi, non risposi proprio. Volevo stare a casa, concentrato su quello che mi stava accadendo» (Carlton Meyers). VALIGIA «Quando lavoro in un club lo faccio come fosse l’ultimo. Anche qui. Ma non dipende solo dall’allenatore, c’è un presidente e ci sono i risultati. Non sono caduto con l’ultima pioggia, come si dice in Francia. E verrà forse un giorno in cui, non per mia decisione, dovrò andarmene. Infatti, all’ingresso di casa tengo la valigia pronta» (Rudi Garcia). ALLENATORI «Seedorf? Io parlo solo di allenatori. Riparliamone quando lo sarà e magari anche bravissimo. Ora no» (Eugenio Fascetti). FUOCO «L’equilibrio è fondamentale. Ho il fuoco dentro, ma ci vogliono i modi e i tempi giusti. L’ho imparato sulla mia pelle. Io ero un giocatore molto tecnico ma a 27-28 anni, in un momento di grande difficoltà personale ho capito il valore della condivisione e della battaglia. Così mi sono allungato la carriera di 10 anni» (Eugenio Corini). ARMI «Sono tanti a possedere un’arma da fuoco in Nba, la legge lo permette e i soldi per comprarle non mancano. È nella loro cultura. Come per noi in Italia tenere una bottiglia di vino a casa. C’è chi preferisce averle per ragioni di sicurezza. Girano tanti soldi, tante belle macchine, e temono che qualcuno possa approfittarne. Io non ne possiedo una e non ho mai sentito il bisogno» (Andrea Bargnani). VINO «Ogni volta che qualcuno mi ha chiesto “qual e stato il momento migliore?”, la risposta è sempre stata ovvia: la primavera del 1999, guarda caso l’annata perfetta del mio vino preferito» (Alex Ferguson).