Maria Serena Natale, Corriere della Sera 17/4/2014, 17 aprile 2014
LA LITE FRA AMIS E IL PRINCIPE CARLO SUL CASO RUSHDIE
«Ho avuto una discussione con il principe Carlo a un piccolo party». Scene dall’Inghilterra graziosamente surreale di Martin Amis. In un’intervista a Vanity Fair, lo scrittore britannico racconta una passata cena con l’erede al trono. Argomento della conversazione, la fatwa emanata nel 1989 dall’ayatollah Khomeini contro Salman Rushdie, l’autore indiano accusato di oltraggio all’Islam per i suoi Versi satanici . Carlo non sembra particolarmente turbato dai roghi di libri, dai morti nelle proteste di strada, dalle aggressioni al traduttore italiano o agli editori del testo in Norvegia e Giappone. Un dramma personale e politico al quale Amis, legato a Rushdie da una forte amicizia, partecipa in prima persona. «Il principe disse, in modo molto caratteristico: “Mi spiace, ma se qualcuno insulta le più profonde convinzioni di qualcun altro, allora...”. Risposi che un romanzo non vuole mai offendere, ma dare piacere ai lettori» ricostruisce Amis, che conclude: «Un romanzo è un’impresa essenzialmente giocosa. Carlo abbozzò, ma suppongo che la sera dopo abbia ripetuto la stessa cosa».