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 2014  aprile 16 Mercoledì calendario

SOPRAVVIVERE A ICARDI E WANDA


HANNO TUTTI RAGIONE. HA RAGIONE MAXI LOPEZ CHE RIFIUTA LA STRETTA DI MANO AL GIOVANE USURPATORE DELLA SEDIA DEL PATRIARCA, QUELLA A CAPOTAVOLA. Ha ragione Mauro Icardi che insultato e ripudiato dall’ex amico non trova di meglio da fare che provocare il pubblico nervoso e assetato di sangue. Ha ragione Wanda Nara che capisco le veline e le amiche, ma pure la domestica mentre i bambini dormivano, pure quella ha dovuto sedurre il fedifrago Maxi. Hanno ragione i tifosi della Sampdoria che a quel ragazzo lì hanno dedicato cori e cuori non più tardi di un anno fa, quando acerbo ma già sfrontato aveva affondato il Genoa in uno dei tanti derby memorabili.
Hanno ragione i tifosi dell’Inter che non ci possono credere a quel giorno di dolore doriano e festeggiano euforici e sguaiati, minacciando ulteriori ratti di Sabine (Nara). Ha ragione Costa che s’indigna, si fa capopopolo e poi si pente dell’indignazione da capopopolo e si ricorda che con quel ragazzo lì lui ci ha giocato e che in fondo è un bravo ragazzo. Hanno ragione i moralisti che tutto questo un tempo non sarebbe successo e che il calcio dei tempi andati era uno sport da libro Cuore, non da giornaletto cochon. Hanno ragione i drogati di presente che dicono che di calciatori che han perso la testa per modelle, ballerine e cantanti è piena la storia, solo che per beccarli ci volevano giornalisti altrettanto appassionati di modelle, ballerine e cantanti mentre ora la denuncia è automatica, basta uno smartphone qualsiasi.
Hanno ragione i teorici del calcio totale che sostengono che Icardi sia un giocatore concettualmente antico, difficile trovare spazio per lui nel gioco moderno, soprattutto con quella pubalgia che chissà come gli è venuta. Hanno ragione i romantici innamorati dell’attaccante puro, quello egoista al limite della patologia ma tanto generoso nel privato. Hanno ragione quelli che insultano e basta, che una storia del genere non si può tollerare e che è incredibile che in un momento del genere ci si perda del tempo. Hanno ragione tutti quelli che di questa teatrale, romantica e folle storia si sono innamorati e ci annegano altre amarezze, sospirando felici.
Hanno ragione quelli che dicono che Wanda Nara è furba e che sta manovrando i due galli senza esser pollaio degno. Hanno ragione quelli che dicono che è uno schifo far di Wanda Nara la responsabile del tutto, essendo lei la prima e unica vittima, donna fragile e tradita e solo ora felice e orgogliosa nel momento del riscatto. Hanno ragione quelli che dicono che tatuarsi il nome di una donna sull’avambraccio, tatuarsi il suo volto addosso sia un’imprudenza che prima o poi si paga e che in qualche modo augurano a Mauro Icardi un destino cinico e baro.
Hanno ragione quelli che pensano che tatuarsi un nome addosso sia la più sublime e indelebile forma di omaggio al momento, che poi magari passerà ma che come momento resta scolpito per il sempre (molto relativo) che la pelle può garantire. Hanno ragione quelli che dicono che tutto questo casino per Wanda Nara non abbia senso. Hanno ragione quelli che dicono che entrambi i contendenti sono troppo tronfi, troppo brutti, troppo burini, troppo calciatori. Hanno ragione quelli che non comprano più i giornali perché storie del genere non meriterebbero nemmeno un rigo in cronaca (rosa) e invece stanno in prima pagina a nove colonne. Hanno ragione quelli che dicono che una volta era tutta campagna e si stava un gran bene, che adesso sia almeno tutto corna, che le corna degli altri sono leggere e si leggono volentieri.
Hanno davvero tutti ragione, ma talmente tanto che non hanno ragione, nessuno di loro. Gli unici che fuor di retorica avrebbero ragione, quelli che un giorno realizzeranno l’enorme bruttezza della vicenda sono i figli di Maxi Lopez e Wanda Nara (quasi) in Icardi, tre bimbi che nel triangolo ci sono rimasti intrappolati, fotografati in tutti i laghi e in tutti i luoghi, treni, zoo o divani che siano. A loro, agli unici che hanno e avranno sempre ragione auguro che la divinità dell’utilizzo in aereo si attivi da sola e faccia scempio dei tentativi di Mamma e Mauro di caricare foto, che dove mamma, papà e amico di mamma non arrivano arrivi l’auto-censura di lenti, megapixel e social network, che la tecnologia che li sta derubando di calma e pace li vendichi senza esitazioni.
Perché hanno tutti ragione ma davvero non se ne può più, continuassero da soli, al limite ci facciamo sentire noi.