Elisabetta Ambrosi, Il Fatto Quotidiano 16/4/2014, 16 aprile 2014
I ROMANZI IN 5 SECONDI DEL LIBRAIO DISPERATO
La sfida l’hanno lanciata dal loro blog, www.chiusoperkin dle.blogspot.com : raccontare un romanzo in cinque secondi. Moby Dick di Herman Melville? “Sto cazzo de balena”. La morte di Ivan Ili’ic? “Ah, la morte!”. Sono due librai romani, Massimiliano Timpano e Pier Francesco Lofreddi, che “prima di scomparire come dinosauri, prima che l’ennesima tavola rotonda degli esperti del settore culturale ce le riduca a brandelli con gli ennesimi blablabla, prima che Moccia pubblichi la prossima opera”, hanno deciso, di giocare d’anticipo, adeguandosi al linguaggio dei tempi. Così, nel saggetto ironico che porta lo stesso titolo del blog, Chiuso per Kindle. Diario di un libraio in trincea (Bompiani), i due, comunque convinti che in qualche modo il libro e i librai resisteranno, non solo si levano parecchi sassolini dalla scarpa – “uno dei quali è per rigarti il Kindle” – sull’editoria del tanto al chilo, ma soprattutto forniscono (paradossali) strumenti di sopravvivenza nell’era digitale, ad esempio per cavarsela brillantemente a una cena senza aver letto un libro. L’Ulisse? “Quello che dovete sapere è che il protagonista si chiama Leopold Bloom e il racconto si svolge in un’unica giornata”. Guerra e Pace? “Narra dell’invasione della Russia da parte dei francesi e tocca un po’ tutte le tematiche universali”. Se così doveste lo stesso sentirvi a disagio per l’eccessiva complessità linguistica, ecco altre sintesi più adatte ai tempi moderni: Madame Bovary è “la storia di un’adultera annoiata che alla fine della fiera si avvelena”. Delitto e Castigo narra di un “giovane e povero febbricitante che ammazza una vecchia, non sa come godersi la refurtiva e finisce col darsi in mano alla polizia”.
Nel libro c’è anche il resoconto di una passeggiata – “Come sul carro dei monatti” – per le principali librerie on line, dove può accadere di tutto. Ad esempio, che tra i classici figuri in bella mostra l’ultimo romanzo dello scrittore Arto Paasilinna, mentre Il Gattopardo viene collocato in antropologia e Don Sturzo finisce nella “Varia” insieme ai trattati di meccanica. Oppure che si digiti il titolo “Mentre morivo” per ottenere come risultati un romanzo di Giuni Russo e una biografia di Stalin (“Come se un commesso in libreria vi desse un libro della Pimpa al posto di Guerra e Pace”). Tutti gli store sono accomunati, però, dall’avere tra i primi in classifica lo stesso titolo. Il fu Mattia Pascal, gratuito. Perché alla fine la suprema sintesi dell’era della sintesi è questa: più contenuti per tutti. Ma solo a scrocco.
Elisabetta Ambrosi, Il Fatto Quotidiano 16/4/2014