Mario Ajello, Il Messaggero 16/4/2014, 16 aprile 2014
DUE NUOVE DONNE NELLA VITA DI SILVIO
IL CASO
ROMA «Le mie carceriere». Così le chiama, spiritosamente, Silvio Berlusconi. Chi sono le «carceriere», Francesca Pascale e Maria Rosaria Rossi, ossia le due donne che in questi anni hanno governato la via dell’ex premier, concedendogli ogni tanto qualche ora d’aria giusto per giocare a pallina con Dudú nel cortile di Palazzo Grazioli o nel giardino di Arcore ma guai se Silvio s’intrattiene con persone indesiderate o frequenta vecchie amicizie? No, in questo caso le «carceriere» - che poi in verità carceriere non sembrano affatto - non sono loro due. Ma altre due donne.
In tutto fanno quattro, ossia quasi un gineceo, e sarà questo sinedrio di femmine a decidere, appena scattano i lavori socialmente utili, la vita quotidiana dell’ex premier. Alla fidanzata Francesca e all’assistente Maria Rosaria, si aggiungono adesso Beatrice e Severina. Chi? Beatrice Crosti, giudice di sorveglianza, 52 anni, é colei alla quale Berlusconi - se vuole stare un giorno di più a Roma oltre il giovedì, o rincasare una volta ogni tanto dopo le ore 24 o fare un comizio a Palermo o una gita fuori dalla Lombardia o un bagno di mare a Porto Rotondo, dovrà chiedere il permesso. Un uomo come lui, abituato a non chiedere mai, ora dovrà rivolgersi a una donna, che non é la sua donna e nemmeno una sua dipendente, per farsi dire cosa fare e come fare.
ORECCHINI PENDENTI
E per di più, a vederla ieri in video, e a Palazzo Grazioli questo video l’hanno osservato attentamente, Beatrice Crosti ha l’aspetto - o almeno il look, quel vestito, quegli orecchini pendenti - della giudichessa sinistrese. Peggio: della radical chic. Sarà amica di Ilda Boccassini, Ilda la Rossa, la signora Crosti? Il dubbio serpeggia nel berlusconismo crepuscolare, ma guai ad attaccare i giudici in questa fase. Magari sarà una sorvegliante larga di manica, dunque per niente sinistrese, ed evviva.
Ha più o meno la stessa età di Beatrice l’altra «carceriera». Cinquantenne a sua volta. Si chiama Severina Panarello, siciliana di Messina, direttrice dell’Uepe, l’Ufficio esecuzioni penali esterne, di Milano. La rieducatrice di Silvio sarà lei. Da lei, nel suo studio a due passi dal carcere di San Vittore, l’ex premier dovrà recarsi per mostrare di aver capito le proprie colpe.
Il rapporto tra Silvio e Severina non sarà facile, naturalmente, ma non si sa mai con Berlusconi: lui sa farsi «concavo e convesso», e magari convincerà la «carceriera» della propria purezza pregressa e dell’impossibilità di rieducare il simbolo terreno dell’innocenza che non ha niente da farsi perdonare. Perché «io - é la convinzione dell’ex Cavaliere - nella vita ho fatto soltanto del bene».
Finché comunque le donne che lo governavano erano due, Francesca e Maria Rosaria, Berlusconi poteva tollerare. Ma adesso che sono quattro, beh: un po’ troppe. E se poi, Francesca e Maria Rosaria invece di rivaleggiare con Severina e Beatrice finiranno per allearcisi, non é detto che Silvio - naturalmente stiamo giocando - non tenti la fuga.