Niccolò Zancan, La Stampa 16/4/2014, 16 aprile 2014
MA IL BANCAROTTIERE LUDOVICO È COSTRETTO AL VOLONTARIATO PER 5 GIORNI A SETTIMANA
Bisogna ammettere che al bancarottiere Ludovico R., per fare un esempio, è andata peggio. Lui deve fare volontariato ogni mattina all’Acli, cinque giorni alla settimana, per cinque ore al giorno. Lui non può allontanarsi dalla Regione Lombardia, «salvo comprovate e gravi necessità, preventivamente comunicate alle forze dell’ordine, da documentare tempestivamente all’Uepe (Ufficio per l’esecuzione penale esterna)». Ha 70 anni. Ha seminato in giro disastri economici. Ha usufruito dell’indulto, ma gli restano 2 anni, 11 mesi e 27 giorni di pena da scontare. Eppure lui, come Silvio Berlusconi, si è presentato a chiedere l’affidamento ai servizi sociali senza condanne passate in giudicato. «Da libero», dicono gli avvocati. Una condizione che eleva notevolmente le possibilità di successo. E poi, il signor Ludovico R., sa. È ritenuto consapevole. Un aspetto tutt’altro che secondario, come scrive il presidente del Tribunale di Sorveglianza di Milano: «Gli operatori riferiscono che, per quel che riguarda gli illeciti commessi, si è dimostrato disponibile al confronto, che ha effettuato una revisione, che ha piena consapevolezza degli stessi. In relazione all’aspetto della riparazione, l’istante svolge attività di volontariato presso alcuni enti. Inoltre si occupa di un parente invalido al 100 per cento. Gli operatori concludono, quindi, che i validi riferimenti familiari e sociali del soggetto gli consentono di usufruire della misura alternativa richiesta».
Incensurato e in età avanzata, come Silvio Berlusconi. In più, consapevole e pentito. «Le circostanze sopra esposte - scrive il Tribunale di Sorveglianza di Milano - ovvero l’assenza di ulteriori reati rispetto a quelli di cui a titolo di esecuzione, la revisione critica in merito ai fatti illeciti commessi, nonché lo svolgimento di attività riparatoria, consentono di formulare, a parere di questo Collegio, un giudizio di tipo favorevole».
Così il bancarottiere Ludovico R., il 9 gennaio 2014, ha iniziato il suo percorso di affidamento ai servizi sociali. Molte prescrizioni sono identiche a quelle previste per Silvio Berlusconi: «Non potrà compiere viaggi notturni né all’estero. Non dovrà frequentare pregiudicati tossicodipendenti o alcolisti, omettendo altresì di frequentarne gli ambienti. Potrà lasciare la propria dimora alle ore 6, per sue esigenze di vita, e dovrà farvi ritorno entro le ore 23. Dovrà adoperarsi, per quanto possibile, alla riparazione del danno provocato alle vittime del reato». In più, il bancarottiere Ludovico R. dovrà stare fisso in Lombardia e dedicarsi alle «opere di bene» per cinque giorni alla settimana.
Analogie e divergenze. La domanda è: Silvio Berlusconi ha ricevuto un trattamento particolarmente favorevole? «Io credo di no», dice l’avvocato Alessandro De Federicis dell’Osservatorio carceri delle Camere Penali. «Lo trovo in linea con la nostra giurisprudenza. Silvio Berlusconi è incensurato. Il fatto che abbia usufruito dell’indulto non è rilevante. Avrei trovato molto strano se fosse stato costretto agli arresti domiciliari». Forse, la cosa più strana è la differenza di trattamento che si può ricevere in Italia, a seconda dei Tribunali di Sorveglianza. Gli ultimi dati dicono che le richieste di affidamento ai servizi sociali hanno avuto buon esito in percentuali molto diverse: Napoli 15% Torino 19%, Taranto 25%, Milano 40%.
@NiccoloZancan