Giovanni Stringa, Corriere della Sera 16/4/2014, 16 aprile 2014
TRE CACCIATORI DI TESTE MA L’ELENCO FINALE LO SCEGLIE LA POLITICA
Che fine hanno fatto i candidati proposti dai cacciatori di teste - come Korn Ferry, Spencer Stuart e forse anche Key2people - per i vertici delle grandi aziende pubbliche? Quanta considerazione hanno avuto al Tesoro le liste di manager preparate dagli specialisti delle risorse umane? Loro, i diretti interessati, non si sbottonano. Ma chi li conosce parla in modo contrastante. Qualcuno, forse un po’ amareggiato, sospira e allude a un intervento a gamba tesa, all’ultimo minuto, della politica: molti dei nomi selezionati dai cacciatori di teste sarebbero rimasti solo sulla carta. Altri, invece, riferiscono di «risultati in linea con gli obiettivi ricevuti e prefissati» e di «conclusioni portate al cliente, con cui sono state discusse a più riprese». Forse è solo un modo diverso di vedere il bicchiere: mezzo pieno o mezzo vuoto. Oppure: un quarto pieno o tre quarti vuoto. O chissà. In ogni caso, è presumibile che molti di questi «head hunter» abbiano ricevuto una conferma di che cosa cambi tra lavorare con clienti privati o pubblici. Abituati a lavorare con le logiche dei primi, hanno fatto i conti con il mondo dei secondi. Fatto spesso non solo di numeri, ma anche di politica.
Giovanni Stringa