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 2014  aprile 15 Martedì calendario

Jeans per Sette - Una ricerca americana rivela che i jeans non sono più tra i capi preferiti dei giovani

Jeans per Sette - Una ricerca americana rivela che i jeans non sono più tra i capi preferiti dei giovani. I ragazzi indossano di più tute e abbigliamento elastico e comodo pensato per andare in palestra. In tutto il mondo si vendono due miliardi di paia di jeans l’anno, 37 milioni solo nel mercato italiano che vale 1,7 miliardi di euro. La Levi’s fattura circa 4 miliardi di dollari l’anno. Levi Strauss, nome americanizzato del tedesco Löb Strauß, brevettò il jeans il 20 maggio 1873. Commerciante di tessuti, cucì dei pantaloni da lavoro rinforzati adatti a minatori e cowboy. Scelse un tessuto della città di Nîmes, in Francia, abbreviato in America come denim («de Nîmes»). L’idea di Strauss in realtà non era nuova: i pantaloni rinforzati erano stati inventati qualche anno prima dai marinai di Genova, che li realizzavano con il fustagno, un telo azzurrognolo usato per le vele delle navi (infatti la parola blue jean significa “blu di Genova”). Jacob Davis nella sua sartoria di Reno (Nevada) fissò con dei rivetti di rame le tasche dei jeans così che queste non si strappassero se riempite di attrezzi. Si mise in società con Levi Strauss. Garibaldi, ex marinaio, indossava jeans durante lo sbarco dei Mille a Marsala (sono conservati al Museo del Risorgimeno a Roma). Henry David Lee, ex portiere d’albergo arricchitosi con il petrolio, nel 1889 si mise a produrre abiti da lavoro destinati a contadini e braccianti agricoli. A lui si devono la prima giacca di jeans (la Loco jacket, studiata per i macchinisti delle locomotive) e la prima salopette (chiamata Bib Overall). Lo aiutava il suo autista che ogni volta si prestava a fare da cavia per i nuovi indumenti. Occorrono più di 100 metri di filo per cucire un jeans. Un paio di jeans dura circa 5 anni. Il più antico jeans del mondo risale al 1880, trovato in una vecchia miniera del Nevada. Battuti all’asta per 38.000 dollari. Come si fanno i jeans. Il cotone viene trattato con soda caustica, che aiuta a fissare meglio la tinta. Il denim, una volta tinto, viene tagliato nei vari pezzi che compongono il pantalone, poi cuciti insieme. Si applicano etichette e bottoni. Il lavaggio: in lavatrice con pietra pomice (“stone washing”) per un aspetto sbiancato, oppure trattamento con spazzole, carta vetrata o sabbia strofinate in alcuni punti per dare l’effetto usato. Si stima che la sabbiatura dei jeans dal 2005 abbia fatto ammalare circa 5.000 operai (la sabbia respirata danneggia i polmoni). Per produrre un paio di jeans si consumano circa 70 litri di acqua. Il colore blu una volta si estraeva dalla pianta Indigofera tinctoria, ora è realizzato chimicamente. Il villaggio di Xintang, lungo il delta del Fiume delle Perle, epicentro mondiale delle industrie tessili, nel Guangdong. Qui 100mila immigrati del Sichuan producono ogni anno 200 milioni di paia di jeans per 60 tra i più famosi marchi del pianeta. I lavoratori guadagnano da 45 a 90 euro al mese per turni quotidiani da 18 ore. I jeans ecologici Lifegate, fatti di cotone europeo, coltivato senza pesticidi e Ogm-free, la tintura è a base di indaco puro, senza prodotti chimici. Sono confezionati in Italia e il 5% degli utili è devoluto a salvaguardia dell’ambiente. Si comprano su Internet. Per ottenere l’effetto specchiato (shining e skinny) sui suoi jeans in denim argentato, Renzo Rosso li sottopone a tredici trattamenti. Renzo Rosso, il primo che è riuscito ad avere successo vendendo jeans agli americani. A 15 anni si fece prestare la macchina da cucire della madre per confezionare il suo primo paio di braghe. I numeri: 1978, l’anno di fondazione della Diesel a Molvena (Vicenza); oltre 5.000, i punti vendita attualmente in tutto il mondo; oltre 1 miliardo di euro, il fatturato annuo. Insieme a Lapo Elkann ha creato il jeans in denim e carbonio. La moda dei jeans molto bassi, a mostrare le mutande, inventata negli anni Novanta dai ragazzi di Harlem. Li mettevano senza cinta per imitare lo stile dei carcerati, che in prigione non possono portare cinture per ragioni di sicurezza. Problema di Naomi Campbell: trovare dei jeans adatti. «Perché ho la vita alta e il sedere sporgente e trovarli che vadano bene è sempre stato un problema». Lo studente che, per fare un esperimento, indossò per 15 mesi consecutivi lo stesso paio di jeans senza mai lavarli. Alla fine riscontrò la presenza di 5 batteri diversi, di cui nessuno pericoloso per la salute. Una ginecologa dell’ospedale San Raffaele di Milano ha detto che jeans, collant, slip, body, tanga e pantaloni troppo stretti sono responsabili di una specie di “effetto serra” dell’apparato genitale femminile. Pubblicità dei jeans Calvin Klein con Brooke Shields che, a gambe aperte, dice: «Vuoi sapere cosa c’è tra me e i miei jeans? Niente». Pubblicità del marchio Jesus: un paio di natiche femminili (appartenenti alla modella Donna Jordan) inguainate in un paio di jeans cortissimi. Slogan: «Chi mi ama mi segua». Foto di Oliviero Toscani. «La mia povera mamma impazziva quando la supplicavo di farmi indossare jeans attillati in modo che i ragazzi della scuola mi guardassero il sedere» (l’attrice Carmen Electra). Il 44,69% delle donne dice di non poter vivere senza jeans. La stilista Lavinia Biagiotti Cigna colleziona jeans da anni: «Sono la mia croce e la mia delizia, perché fungono da bilancia: se devo trattenere il fiato per chiuderli, è arrivato il tempo delle insalate; se invece “ballano”, so che mi posso concedere qualche sgarro a tavola». Un consiglio: «Quando lo andate a comprare, lasciate a casa il fidanzato. Scegliere il pantalone giusto è un’impresa che può portare via anche due ore. Quindi, o con le amiche o con la mamma». Nel 1935 i jeans Lady Levi’s, i primi per donna. In latino, certifica il Lexicon recentis latinitatis del Vaticano, il jeans si chiama «bracae linteae caerulae». A Genova nel 2004 realizzarono un paio di jeans da record: alto 18 metri, confezionato con 600 paia di vecchi jeans. Fu issato su una gru del porto. Il jeans della Secret Circus ricamato con diamanti è il più costoso del mondo: un milione e 300mila dollari. Bert Van Son, imprenditore olandese, ha avuto l’idea del jeans a noleggio. Si prende un paio di jeans e si versano 20 euro iniziali e poi 5 euro al mese. Alla fine dei primi 12 mesi, il cliente può restituire il capo, oppure tenerselo pagando altri 20 euro e 4 mesi di canone. Oppure potrà affittare un nuovo paio, alle stesse condizioni del primo. «Il mio solo rimpianto è di non aver inventato i jeans» (Yves Saint Laurent).