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 2014  aprile 15 Martedì calendario

IL TRAVAGLIO DI BONDI CHE PREFERISCE LA POESIA REPETTI: IN FORZA ITALIA NON SI RICONOSCE PIÙ


ROMA — «Andare con il partito di Alfano? Fantascienza...». Sandro Bondi ha riempito un piccolo trolley ed è tornato a Roma, dopo una lunga fase di eremitaggio nella dimora di Novi Ligure. Ma non per traslocare nel Nuovo centrodestra, no. Nella Capitale il senatore è atterrato ieri sera per approvare le liste di Forza Italia, da amministratore nazionale azzurro che ha spedito giorni fa una lettera di dimissioni: respinte. La sua firma è un passaggio cruciale, senza il quale le aspirazioni europee dei vari Toti, Fitto, Tajani, Gardini o Micciché resterebbero inafferrabili miraggi. Bondi firmerà. Sia pure con animo «tormentato, travagliato, angosciato». Il suo silenzio da anacoreta, che dura da mesi, certifica l’amarezza e il progressivo distacco da un partito che è stato a lungo, per l’ex ministro, autentica ragione di vita.
«È deluso da Forza Italia e dalla politica in genere», risponde al cellulare la senatrice Manuela Repetti alle 18.20, con il marito seduto al suo fianco sull’aereo che li porterà a Roma. Sconvolto dall’addio del portavoce di Berlusconi? «Appartato, amareggiato. Però no, Paolo Bonaiuti non c’entra... Diciamo che Sandro è deluso, quanto sereno. Dopo vent’anni si è stancato e ha tirato i remi in barca». Il fondatore lascia? «Non si riconosce più in questo partito e ha scelto di rimanerne fuori. In pratica si è ritirato, non va in Senato da novembre, dopo la scissione... È una scelta di vita. Riservatezza, rigore, serietà».
Bondi è lì accanto, ascolta la sua metà parlare di lui e tace. Un silenzio che è una via libera alle dichiarazioni della compagna: «Abbiamo scelto di stare un po’ fuori». Fuori da Forza Italia e dentro al Nuovo centrodestra? «Ma per cortesia, noi con Alfano? Nemmeno in cartolina! Siamo persone serie e coerenti e avendo dato un giudizio severo sullo strappo di Alfano in un momento molto delicato per il presidente, non cambiamo idea. Non abbiamo rapporti nel Ncd, ci salutiamo e basta». Saluti che alimentano illazioni e interpretazioni e raccontano di un Bondi «vittima» della Grande Epurazione (anche lui) da parte del «cerchio magico» di Berlusconi, dentro il quale si muovono da padroni Giovanni Toti, Francesca Pascale, Maria Rosaria Rossi.
«Sandro è fuori da tutto, fuori da cordate e fuori da cerchi magici» riprende il filo Repetti, mentre le porte dell’aereo si chiudono e quel che resta di Forza Italia sembra crollare. «Però resta vicino al presidente, al di là della politica. Anche se fisicamente si tiene fuori gli dà una mano, psicologicamente...». Un sostegno immateriale, quasi da consigliere spirituale: «Se Berlusconi ha bisogno di un parere, Sandro c’è. Gli italiani guardano ancora al presidente, ma è chiaro che nel partito c’è incertezza. Ci sono scossoni, destabilizzazioni, c’è un grande smarrimento. Il vento antieuropeista ridimensionerà i partiti tradizionali, eppure io sono convinta che Forza Italia alle Europee farà un buon risultato». Nel caos della politica, i coniugi Bondi hanno intravisto una luce: quella di Palazzo Chigi. Due mesi fa, intervistato dal Corriere , il senatore che fu comunista lasciava cadere un consiglio che Renzi sembra aver accolto alla lettera: «Matteo ha un solo modo per salvarsi dalle sabbie mobili della politica italiana, deve correrci sopra. Dev’essere velocissimo. Solo così non verrà risucchiato».
Le giornate nella casa di Novi Ligure scorrono lente. Bondi legge, scrive versi. Cerca affannosamente un senso alla lenta diaspora di Forza Italia, un ordine alla «realtà orribile» da cui ha preso distanza. Dicono sia rimasto molto male anche per l’abbandono di Marinella, la storica segretaria di Berlusconi. A lei il Bondi poeta dedicò, negli anni d’oro di Forza Italia, questa breve lirica: «Muto segreto / inconfessata attesa / desiderata armonia / inavvertita fortezza / sospirata carezza d’amore».