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 2014  aprile 15 Martedì calendario

IL FERROVIERE COMUNISTA CHE HA FATTO UTILI CON LE FS


Solo un ferroviere comunista e sindacalista poteva riuscire a fare utili con le Ferrovie. Così ci è riuscito lui, Mauro Moretti, classe 1953, romagnolo di Rimini, dove ha iniziato come lustrascarpe, per poi laurearsi in ingegneria a Bologna, entrare nelle Fs nel ’77 e fare carriera nella Cgil di Luciano Lama fino alla segreteria nazionale Filt.
Poi, nel 2006, con già trent’anni di anzianità ferroviaria, Moretti è salito al vertice di un carrozzone che perdeva 1,3 miliardi e lo ha portato nel 2013 al quinto bilancio consecutivo in utile, con 450 milioni di profitti.
Missione compiuta anche senza preoccuparsi di attirarsi antipatie di vario genere. Da quelle dei pendolari, che lo accusano di aver pensato solo alla clientela ricca del Milano-Roma ad Alta Velocità; a quelle dei passeggeri arrabbiati per i tanti aumenti tariffari di questi anni; a quelle dei ferrovieri sconfitti proprio da uno di loro sulla linea Maginot del «no» al macchinista unico. C’è poi anche un rinvio a giudizio per la strage di Viareggio del 2009. Ma Moretti non è uno che si tira indietro né che le manda a dire, come si è da poco visto con la polemica sul taglio degli stipendi dei manager, sulla quale ha minacciato di andarsene a lavorare all’estero.
Segno di una rottura con Renzi? No perché il premier lo ha scelto per guidare Finmeccanica, multinazionale della difesa, ma anche conglomerata cresciuta disordinatamente nella discussa era Guarguaglini. Il piglio e il carattere di Moretti (che come Renzi è anche sindaco, della retina Mompeo) sono le doti che serviranno per mettere a fuoco la strategia industriale, fare cessioni e risolvere la grana Breda, quella che più assomiglia alle Fs del 2006. E poi Finmeccanica è quotata e quindi non ha un tetto agli stipendi dei manager. Buon per Moretti.