L.Ser., Il Sole 24 Ore 15/4/2014, 15 aprile 2014
PER CAIO MENO FINANZA, PIÙ RETI MA SUBITO C’È IL NODO QUOTAZIONE
ROMA
Francesco Caio arriva al vertice di Poste Italiane nel bel mezzo del processo di privatizzazione della società. Classe ’57, Mr Agenda Digitale, ruolo in cui lo aveva voluto l’ex premier Enrico Letta chiamandolo dalla guida di Avio, è esperto di Tlc e di banda larga: la sua carriera era iniziata tra i telefonini e le prime licenze del Gsm alla guida di Omnitel, il primo concorrente di Telecom. Telefonia e high-tech costituiscono il perno della diversificazione delle Poste portata avanti dall’ad uscente, Massimo Sarmi, nei suoi quattro mandati. Soprattutto l’informatizzazione è il cuore dell’integrazione di business diversi e complessi, come i servizi postali, i servizi finanziari e assicurati che la società vende, tutti assieme, nella sua capillare rete di sportelli. Se la scelta di Caio vorrà significare maggiore sviluppo ed efficientamento di reti e connessioni e meno finanza - che non è gradita alle banche per la concorrenza che le Poste da anni fanno agli istituti di credito - lo si vedrà presto. Il management uscente stava lavorando alla predisposizione del nuovo business plan in vista della quotazione, ipotizzata dal precedente governo dopo l’estate, e puntava a presentarlo a maggio. Caio si troverà su un percorso già segnato. Il tempo a disposizione per rifare il piano è troppo poco. O prende per buono il lavoro del predecessore, incluso il bilancio che andrà all’approvazione dell’assemblea del 29-30 aprile, la stessa fissata per le nomine. Oppure si prende il tempo per dare corpo a una propria strategia e per far approvare un bilancio che porti la sua firma (magari decidendo quella pulizia dei conti che ogni nuovo arrivato in genere dispone) prima di lanciarsi verso la quotazione. La privatizzazione sicuramente è un tema che Caio ha già affrontato e o dovrà affrontare presto con il suo azionista. Non è da escludere, a questo punto, che la quotazione della società dei recapiti possa slittare di almeno un anno. Sul tavolo il nuovo manager si troverà anche l’eredità della partecipazione presa da Poste in Alitalia.
Il rinnovo al vertice di Poste Italiane registra, come avvenuto anche in Eni ed Enel, l’arrivo di una figura femminile alla presidenza. Il suo nome era circolato nei giorni scorsi con insistenza: è Luisa Todini, oggi consigliere di amministrazione della Rai nominata in quota Lega-Pdl. «So solo che non c’è incompatibilità, ma l’opportunità verrà valutata in tempi rapidi – ha commentato la Todini alla domanda sulle eventuali dimissioni –. La mia esperienza mi ha insegnato che non si possono fare bene insieme troppe cose». Il nuovo presidente di Poste ha alle spalle una militanza politica in prima linea, con l’elezione a eurodeputata per Forza Italia nel ’99. Ma l’imprenditrice e presidente del gruppo Todini (confluito in Salini-Impregilo) non è l’unica figura proposta per il cda di Poste ad avere una connotazione politica. Tra i candidati per il cda c’è Roberto Rao, 46 anni, oggi consigliere del ministro per la giustizia per le politiche sociali, ma deputato dell’Udc nella precedente legislatura nonché portavoce di Pierferdinando Casini. In lista come consigliere anche Antonio Campo dall’Orto, classe ’64, considerato uno dei maggiori esperti di tv, fondatore e responsabile del successo di Mtv, il cui nome era circolato nei giorni scorsi per il ruolo di dg della Rai se Luigi Gubitosi avesse lasciato per assumere un nuovo incarico. In quota rosa tra i consiglieri il nome di Elisabetta Fabbri. Potrebbe trattarsi dell’ex commissario per gli Uffizi di Firenze, nominata dall’ex ministro Sandro Bondi e poi dimessasi su sua richiesta dopo le inchieste sui grandi appalti.
L.Ser., Il Sole 24 Ore 15/4/2014