Luigi Perna, La Gazzetta dello Sport 15/4/2014, 15 aprile 2014
IL GOLDEN BOY DELLE VENTITE IN CINA E USA
Nel mondo della F.1 non è conosciuto e quindi dovrà imporsi. Ma in quello dell’industria automobilistica Marco Mattiacci, il nuovo team principal ferrarista, non ha bisogno di presentazioni. E’ stato colui che ha dato il via allo sbarco della rossa in Cina e l’artefice dell’esplosione commerciale in Asia Pacifico e Nord America, che oggi rappresentano i primi due mercati mondiali della Casa di Maranello. Nato a Roma, 43 anni, sposato e con tre figli, laureato in Economia alla Sapienza e specializzato (2011) alla Columbia business school di New York, Mattiacci è un uomo azienda fin dal 1999. Ha cominciato nell’area manager di America e Medio Oriente, ricoprendo ruoli di crescente importanza, fino a diventare presidente e amministratore delegato di Ferrari Asia Pacifico (2006-2010) e di Ferrari Nord America (2010-2014). Una carriera coronata nel 2012 dal premio «Automotive Executive of the year», uno dei più ambiti dai manager dell’automobile, vinto fra gli altri da Lee Iacocca e Carroll Shelby.
Doppia sfida Un decisionista. Abituato a tirare fuori «il 120 per cento da ogni membro del team». In campo sportivo si è occupato del Ferrari Challenge Nord America e dell’attività Endurance nella categoria Grand Am, con la 458 Italia. Due campionati vinti, l’ultimo nel 2013 con Alessandro Balzan. Non abbastanza però per giustificare l’accoglienza di un ambiente chiuso come quello della F.1, i cui commentatori ieri hanno reagito alla notizia dell’addio di Domenicali con la domanda: «Chi è Marco Mattiacci?». La sfida nella sfida di Mattiacci, che ha già preso posto a Maranello e debutterà domenica al GP di Cina ereditando una Ferrari ancora giù dal podio dopo tre gare, sarà proprio questa: vincere lo scetticismo e affermarsi in un nuovo ruolo. Alla Ferrari ci credono, ritenendo che un giovane manager di spessore internazionale, inserito nei meccanismi di Maranello e appoggiato dai vertici aziendali, fosse più utile di un «tecnico» e più libero di prendere decisioni, partendo da una prospettiva vergine. Tutti ricordano la scommessa fatta dai Benetton con Flavio Briatore. Di certo Mattiacci dovrà sedersi al tavolo con gente smaliziata e contrattare le regole di una F.1 coinvolta in un’epoca di grandi cambiamenti. Non facile. Ma, all’inizio, sarà guidato direttamente da Montezemolo.