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 2014  aprile 15 Martedì calendario

«TERREMO QUESTI GEMELLI MA DOVE SONO I NOSTRI EMBRIONI?»

Sono sconvolti da quello che è successo, dallo scambio di embrioni che ha gettato un ombra sulla loro felicità, sul sogno finalmente realizzato di diventare genitori dopo tanti tentativi. Le domande si affollano nella testa e nel cuore di questa coppia. L’unica certezza è quella di fare nascere questi due bambini. Ma dopo? Cosa succederà? E soprattutto dove sono adesso i loro figli? Che fine hanno fatto i loro embrioni? In quale coppia sono stati accolti i loro potenziali bambini? Il futuro padre cerca di sollevare la moglie dal dolore. Non sta bene. E dopo che la notizia è esplosa si teme per la sua salute e quella dei bambini. Lui cerca di tenerla al riparo da tv e giornali. «E’ un momento molto difficile emotivamente e fisicamente», fa sapere l’uomo. «Siamo sconvolti non solo da quanto ci è accaduto ma anche dalla fuga di notizie, dalla mancanza di tutela della nostra privacy. Mia moglie sta soffrendo terribilmente e chiedo per lei silenzio e rispetto per garantirle un po’ di tranquillità».
La paura più grande è quella di essere braccati, di venire esposti alla curiosità, di dover condividere scelte e paure. Fino ad oggi nemmeno in famiglia avevano deciso di raccontare. Nessun consiglio da nessuno. Solo loro due, stretti da un patto, da un sogno, da una scelta. Il loro avvocato, Michele Ambrosini chiede «rispetto». E’ sconvolto anche lui da come non sia stata tutelata la privacy, da quelle cartelle sanitarie delle coppie del Pertini lasciate incustodite. «Se non si muoverà la Procura mi muoverò io con un esposto».
Ma le notizie continuano a trapelare e svelano i dubbi più intimi, i passaggi più delicati di questa vicenda. A iniziare dal sesso dei due nascituri, fratello e sorella. Una gravidanza che ha dei problemi, aggravati adesso da una pressione psicologica enorme. Nessun dubbio: «Li terremo». L’ospedale Pertini aveva proposto una amniocentesi da fare in contraddittorio, in presenza del perito genetista che la coppia ha scelta, ossia Paola Grammatica dell’unità di genetica medica dell’ospedale San Camillo. Ma dopo che il ginecologo ha avvertito la coppia del fatto che questo poteva comportare dei rischi per i feti la risposta è stata ferma: no.
Non una scelta religiosa o dettata dalla morale, ma solo dall’amore. Dal desiderio di diventare genitori. Per questo la paura è grande. Soprattutto quella del padre che potrebbe subire un’azione di disconoscimento della paternità se il padre biologico chiedesse di far parte della vita del bambino. Mentre la madre rimarrebbe comunque sua moglie, per via di quel legame ombelicale che garantisce la maternità. Un errore che unisce due coppie in un tragico dubbio.
La speranza che ci sia uno sbaglio è ormai quasi svanita del tutto. Anche la consulenza chiesta alla genetista del San Camillo sull’esito della villocentesi ha escluso la compatibilità dei profili genetici dei genitori con quello degli embrioni (anche se saranno le analisi dopo la nascita dei gemelli a decretare certezze assolute). L’unica cosa che si potrebbe fare adesso senza rischi per la gravidanza è un test americano (proposto dai sanitari del Pertini) non invasivo, una analisi del sangue particolare per evidenziare la compatibilità genetica tra genitori ed embrioni. Ma non porterebbe a una certezza assoluta e quindi la stessa struttura sanitaria ha preferito non procedere.
Il futuro padre era felice quando gli avevano comunicato: avrà due gemelli, un maschio e una femmina. Oggi quella gioia c’è ancora ma convive con tante paure. Dire quello che è accaduto ai bambini in un futuro neanche troppo lontano? Se avessero bisogno ci cure che prevedono una analisi del loro patrimonio genetico potrebbero venire a saperlo senza il filtro dei genitori. Cosa è giusto e cosa è sbagliato? La risposta non è facile per questi prossimi genitori e l’unico modo è cercarla negli occhi dell’altro.