Paola Pica, Corriere della Sera 15/4/2014, 15 aprile 2014
IL TRASLOCO DI MORETTI
«Un ferroviere alla guida delle Ferrovie» le cronache salutarono così l’ascesa di Mauro Moretti al vertice delle Fs nel 2006. «Comunista ma bravo», sempre secondo una delle definizioni più in voga agli esordi, l’ingegnere riminese confermò subito quella stoffa che, per primo, gli fu riconosciuta da Luciano Lama, il segretario della Cgil, che sul finire degli 80 lo convinse a militare nel sindacato. E a trasferirsi a Roma, lasciando la sua Bologna, città nella quale si era laureato e aveva iniziato a lavorare, come ferroviere, nel caldo ‘77. Al vertice del gruppo c’è arrivato dopo una carriera durata quasi trent’anni e un passo da maratoneta che non ha conosciuto distrazioni nemmeno durante l’impegno sindacale e forte delle indiscusse competenze acquisite nella Rete. A nominarlo amministratore delegato fu Tommaso Padoa Schioppa ministro dell’Economia, nel 2006. Lo stesso Moretti rifiutò nell’occasione il doppio incarico da presidente. Dal 2009 è sindaco di Mompeo (Rieti), paese del suo buen retiro. L’addio alle Ferrovie (risanate), sia pure per l’assunzione di una nuova e più ampia responsabilità, la guida di Finmeccanica, colosso della difesa e dell’aerospazio, segue una scia di imbarazzi e polemiche della quale lo stesso Moretti forse oggi farebbe volentieri a meno. Chissà se il manager da 850 mila euro l’anno tornerebbe a provocare con quella memorabile battuta: «Se lo Stato taglia gli stipendi, me ne vado».