Raffaella Polato, Corriere della Sera 15/4/2014, 15 aprile 2014
LA TECNOLOGICA GRIECO
Lei, l’esordio al top dei consigli d’amministrazione l’aveva già fatto con Cnh Industrial: e se la questione «quote di genere» c’entra, è chiaro, nessuno potrà mai dire che Sergio Marchionne l’avesse all’epoca scelta più o meno a caso, solo per far quadrare i numeri imposti alla legge. Non è frequentissimo. Lui, in Enel ci sta da quasi quindici anni: ma, forse perché prima ha vissuto a lungo all’estero e lavorato in multinazionali vere, in fondo non ha chissà quali grandi frequentazioni di corridoi e conventi del potere pubblico-economico all’italiana. Anche questo non è frequentissimo. Col che si può tranquillamente dire: Patrizia Grieco e Francesco Starace, da ieri presidente e amministratore delegato in pectore dell’ex monopolista elettrico, tra i tandem indicati dal governo per i colossi di Stato è in assoluto il meno noto al circuito mediatico-convegnistico. Non è una garanzia in sé. E non si può mai sapere. Le loro però sono, finora, carriere costruite totalmente «dentro» le aziende. Grieco, arrivata fino alla guida dell’Olivetti made in Telecom, approda all’Enel con un curriculum tutto «telematica e dintorni»: primi passi in Italtel e Siemens. Starace, transitato da General Electric ad Alstom e dagli Usa all’Arabia Saudita prima di rimpatriare, è l’ingegnere nucleare che si occupava di energie rinnovabili dal top di Enel Green Power. È a lui che la promozione affida il compito più pesante: ridurre il debito e rassicurare le agenzie di rating.