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 2014  aprile 12 Sabato calendario

EMILIANO, UN GRANDE INCASSATORE


Due sonore bocciature nel giro di pochi mesi. Prima gli è stato negato una poltrona da sottosegretario nel Governo Renzi. Poi, nonostante la promessa fatta a fine febbraio cui aveva risposto via tweet con un «obbedisco», nemmeno il posto da capolista per la circoscrizione Sud alle elezioni europee.
Doppiamente scaricato dal suo leader Matteo Renzi, Michele Emiliano ha gentilmente rifiutato il secondo posto e si è tirato fuori dalla competizione elettorale per il Parlamento Ue. O primo della classe o niente. Il personaggio è così, c’è poco da fare.
Per tentare (invano) di spegnere le polemiche inevitabilmente scaturite, il sindaco uscente di Bari va ripetendo di non essere arrabbiato con Renzi. Anzi, di essere felicissimo delle quote rosa con tutte donne capolista e di aver tirato un sospiro di sollievo.
Già, perché lui, fresco di elezione alla segreteria regionale del Pd pugliese (era l’unico candidato), i sarebbe candidato solo per spirito di servizio, mica perché ci teneva. Anzi, non gli interessava proprio finire a Bruxelles.
Quando poi nel Pd è iniziato l’accerchiamento nei suoi confronti, ha capito che forse era meglio tirarsi fuori dalla trappola, quella cioè di spedirlo il più lontano possibile affinché non desse fastidio. La candidatura dell’assessore pugliese alla Sanità, Elena Gentile, donna capace di oscurarlo, l’offensiva dei campani Massimo Paolucci e Andrea Cozzolino, che con la regia di Massimo D’Alema potevano togliergli parecchie preferenze. Infine la deputata casertana Pina Picierno catapultata nel ruolo di capolista. Troppo per Emiliano, accerchiato dai campani, che così s’è defilato.
Quel trattamento riservatogli, quell’eliminazione dal ruolo di capolista comunicata tramite sms alle due di notte dal vicesegretario Debora Serracchiani, gli brucia eccome, nonostante le telefonate che lui si ostina a definire «molto cordiali» con lo stesso Renzi. Proprio dalla Bari governata da dieci anni da Emiliano il premier aveva deciso di lanciare la sua campagna per le primarie del Pd. Peccato che da quel momento per il sindaco pugliese siano iniziate troppe delusioni nel partito.
«Arrabbiato? Ma scherza? Con un comunicato ho risparmiato in un colpo solo i 300mila euro per la campagna elettorale per Bruxelles» diceva ieri al Mattino. «Sono contentissimo della mia esclusione da capolista, non volevo candidarmi ma me l’hanno chiesto» ha rincarato a Repubblica, sperticandosi in elogi per la Picierno, la giovane deputata casertana di fede franceschiniana.
Alla quale però riserva pure qualche stoccata che rivela l’irritazione presente: «Donna competente e giovane dal punto di vista anagrafico, ma politicamente parlando è ben più anziana di me» l’ha affossata questa volta sul Corriere della Sera. Salvo poi rispondere alla Stampa che gli chiedeva se era convinto di prendere più voti di lei: «È probabile che sarebbe avvenuto».
Le indiscrezioni sul malessere di Emiliano e dei suoi sostenitori, espresso in diversi tweet, hanno indotto ieri il primo cittadino di Bari a tentare di gettare ulteriormente acqua sul fuoco. «Non c’è nessuna polemica. Renzi mi aveva chiesto di fare il capolista, poi c’è stato un cambio di comunicazione e di strategia». «Non ero lì per fare il deputato europeo, incalza, ma per guidare una lista per le elezioni. Non c’è amarezza. Sono soddisfatto della scelta di Renzi, che è una scelta straordinaria, ma tra i miei obiettivi politici non c’era quella del Parlamento europeo».
Il suo posto in lista sarà preso da Stefano Minerva, responsabile Mezzogiorno per i Giovani Democratici. Emiliano adesso sta alla finestra, osserva e attende. Il prossimo anno in Puglia si vota per le regionali, non è un mistero che lui voglia prendere il posto di Nichi Vendola. Se qualcuno crede di spodestarlo anche questa volta, è pronto a scatenare il finimondo.

Giovanni Bucchi, ItaliaOggi 12/4/2014