Leonardo Maisano, Il Sole 24 Ore 12/4/2014, 12 aprile 2014
ROSSO DA 1,3 MILIARDI DI STERLINE PER LA BANCA DELLE COOP BRITANNICHE
LONDRA. Dal nostro corrispondente
Un’infermiera, un idraulico, un piastrellista, tutti insieme appassionatamente per gestire supermercati, pompe funebri, farmacie e anche una banca. Anzi Co-op Bank, ultimo scandalo finanziario nel Regno Unito. La vicenda si trascina da anni con un nuovo precipitare in questi giorni. Ieri ha trovato nuovo impeto con l’annuncio di 1,3 miliardi di sterline di perdite nel 2013 per l’istituto di credito e l’urgenza di un nuovo aumento di capitale (400 milioni) che segue l’operazione da un miliardo e mezzo dello scorso anno quando le "Cooperative Uk style" diluirono la loro quota scendendo al 30% della banca. O il gruppo scucirà altri 120 milioni oppure dovrà ulteriormente ridurre la propria partecipazione.
In realtà Co-op Bank fino a un anno fa appariva come l’istituto destinato a diventare un big player nelle high street del Regno. Dovevano finire alle cooperative con forti legami nel sindacato e nel Labour party le 632 agenzie che Lloyds doveva vendere come disposto dalla Commissione Ue. L’iniezione di sportelli che avrebbe rilanciato Co-op in tutto il Paese finì in niente per l’intervento dei regolatori che avvertirono Lloyds delle deboli finanze del potenziale compratore. Era l’aprile del 2013, un paio di settimane dopo si scoprì che la banca non solo non poteva pagare 750 milioni a Lloyds, ma aveva un buco da 1,5 miliardi. Nel mirino finì Paul Flowers presidente dell’istituto, reverendo di formazione, aspirante banchiere per diletto. Banchiere col vizietto, destinato, come è stato, al carcere per traffico di cocaina per uso personale.
Ogni tentativo di risanare una governance inadeguata sia nella banca sia nel gruppo che la controlla sbatte contro resistenze spettacolari. A cambiare le regole del gioco non è bastata nemmeno la cessione del 70% del capitale della banca a hedge fund americani pronti a sottoscrivere l’operazione sul capitale che le Co-op non potevano affrontare. Il ceo del gruppo Euan Sutherland nei giorni scorsi ha sbattuto la porta denunciando l’assoluta ingovernabilità del gruppo Co-op, poche ore prima che Lord Myners ex sottosegretario al Tesoro annunciasse il suo addio dal board della stessa holding. Nel mirino della sua lettera d’addio ha posto, metaforicamente gli infermieri, i piastrellisti, gli idraulici che popolano un consiglio d’amministrazione capace di adottare decisioni che «tolgono il fiato per le conseguenze devastanti» sul valore dell’impresa. Ieri oltre ai numeri del deficit della banca sono giunte le scuse della banca stessa ai clienti con il blocco di 5 milioni di bonus promessi al precedente management. Quello in carica, però, non rinuncia, se è vero che al nuovo ceo sono stati promessi 3 milioni di sterline nonostante il "nero" riapparirà nei conti della banca non prima del 2017.
Leonardo Maisano, Il Sole 24 Ore 12/4/2014