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 2014  aprile 14 Lunedì calendario

LA SEDE GOOGLE È UN’ALTRA CASA BIANCA QUI LE REGOLE SONO SEMPRE PIÙ NECESSARIE


Per molti washingtoniani, la nuova sede della Google a Washington, a Capitol Hill presso il Parlamento, è l’altra Casa Bianca, il polo del potere finanziario privato americano. Non che le somigli, ma la sede, che verrà inaugurata in estate, ne avrà quasi le stesse dimensioni e forse analoga influenza. Nessun altro motore di ricerca dell’internet, infatti, condiziona oggi più di Google la «American way of life», la vita all’americana, e non solo essa. Come non può fare a meno della Casa Bianca e del Parlamento, così l’America non può fare a meno della nuova sede della Google, che ospiterà oltre cento lobbisti con il relativo personale, capeggiati dall’ex deputata repubblicana Susan Molinari. Nella storia del cinema americano svetta un film di Frank Capra del 1939, «Mister Smith va a Washington». Il film, interpretato da James Stewart, racconta di un senatore giovane e idealista che sconfigge i poteri forti. È in riferimento a esso che il Washington post ha intitolato una delle sue inchieste sulla Google «Mister Schmidt va Washington». Eric Schmidt è il presidente della multinazionale, washingtoniano doc, uno dei grandi elettori di Barack Obama e un membro del suo Consiglio sulle tecnologie. Ma mentre tra i due nomi, Smith e Schmidt, c’è assonanza, tra l’eroe del film di Capra e il geniale imprenditore non ve ne è alcuna. Eric Schmidt è un paladino della libera iniziativa e del libero mercato. Dall’altra Casa Bianca, l’imprenditore intende proseguire la battaglia che ha sinora condotto con notevole successo, quella del diritto da lui rivendicato alla Google di raccogliere dati sugli utenti e del suo dovere di difenderli dalla sorveglianza del governo. Fino a pochi anni fa, racconta il Washington post , Schmidt disertò la capitale americana, affidandosi a un unico lobbista. Ma quando la Google incominciò a essere inquisita dall’antitrust, l’antimonopolio, corse ai ripari. Nel 2012, riferisce il giornale, solo la General Electric spese più di essa nel lobbying , nell’applicare pressioni sulla Casa Bianca e il Parlamento. Nel gennaio del 2013 ogni accusa contro la Google fu lasciata cadere.
È indubbio che oltre che un motore di ricerca dell’internet la Google sia anche un motore della crescita economica. Tuttavia, come per tutta la cibernetica, sussiste anche per essa il problema della regolamentazione. Questo mondo, ammonisce il giurista Mark Rotemberg, è esposto a due pericoli: il monopolio e lo statalismo.