Luigi Ripamonti, Corriere della Sera 14/4/2014, 14 aprile 2014
IL PARTO O LA GENETICA DI CHI SARANNO FIGLI I NEONATI IN ARRIVO?
Il caso della donna incinta, dopo una procedura di fecondazione assistita, di due gemelli che potrebbero non essere «geneticamente» suoi apre molti interrogativi e timori.
1Il primo quesito è di natura giuridica ed etica: nel giorno in cui dovessero essere partoriti i due bambini, di chi saranno figli?
«L’ordinamento giuridico italiano pone a fondamento del rapporto di filiazione la nascita da una donna e quindi il parto. Non a caso il certificato da cui scaturisce lo stato civile di ognuno di noi si chiama certificato di assistenza al parto» spiega il professor Amedeo Santosuosso, professore di Diritto, scienza e nuove tecnologie all’università di Pavia. «Questa regola esiste in Italia dal 1939, senza che ci sia mai stato bisogno di porsi il problema di una differenza fra la madre che partorisce e la donna che dà il proprio contributo genetico al figlio. Con la fecondazione extracorporea l’eventualità si può ora proporre, per scelta, come nel caso del cosiddetto affitto d’utero, oppure non per scelta, come in questo caso».
2La donna potrebbe decidere di non portare a termine la gravidanza, visto che prima della nascita, in fondo, il figlio non è ancora suo?
«Prima del parto si apre un problema giuridico diverso in effetti, però, probabilmente, può essere riconosciuto un diritto a una legittima interruzione di gravidanza visto il notevole impatto psicologico che questo evento ha sulla donna e sulla coppia» chiarisce l’esperto.
3Come potrà essere regolato dal punto di vista giuridico ed etico il rapporto fra la coppia che farà nascere i due bambini e quella che ha fornito il materiale genetico?
«Il problema è complesso» commenta Santosuosso, «perché la donna che ha condotto la gravidanza ha stabilito un rapporto importante con il feto e, d’altra parte, la coppia che ha permesso con i propri gameti la fecondazione extracorporea ha altresì fatto un investimento psicologico importante. Può darsi che la seconda coppia riconosca il maggior interesse al benessere dei nascituri acconsentendo senza nessuna obiezione o intervento a che i propri figli genetici siano cresciuti dall’altra coppia. Vedo più difficile l’ipotesi di “abbandono” da parte della partoriente e di adozione contestuale da parte dei genitori genetici. In ogni caso servirà l’intervento di equipe giuridiche e psicologiche per la gestione del problema e un intervento del legislatore molto mirato e puntuale per normare in modo specifico questi aspetti».
4Se i genitori dovessero mancare come si porrebbe il problema di eredità e di eventuali adozioni?
«Il rapporto ereditario si instaura con la madre che ha partorito. In un’eventuale adozione la coppia adottiva sarà scelta dal Tribunale dei minori in base all’idoneità fra le coppie che ne faranno richiesta, fra le quali, ovviamente, potrebbe esserci anche quella dei genitori genetici».
5Passando dagli aspetti giudirici a quelli tecnici: com’è possibile che sia accaduto un fatto del genere? Non ci sono protocolli stringenti che dovrebbero scongiurare rischi del genere?
«Ci sono ovviamente dei protocolli, e, per quanto abbiamo potuto verificare fino ad ora, sono stati seguiti correttamente, quindi, eventualmente, per adesso possiamo ipotizzare solo un errore umano, ipotesi improbabile ma non impossibile» commenta Massimo Moscarini, professore di ginecologia all’università Sapienza di Roma, membro della commissione istituita dalla Regione Lazio per indagare sull’accaduto.
6Come si svolge la procedura? Dove può insinuarsi l’errore umano?
«Quando viene effettuata una fecondazione extracorporea ci sono precisi passaggi da seguire» spiega Enrico Papaleo, responsabile del Centro Sterilità della clinica ostetrico-ginecologica dell’Ospedale San Raffaele di Milano. «Per la raccolta del liquido seminale maschile all’interessato viene dato un contenitore con un’etichetta in cui sono segnati tutti i suoi dati anagrafici. Quando l’uomo consegna il contenitore deve controfirmare l’etichetta. Nel caso del prelievo degli ovociti la donna non può controfirmare l’etichetta perché in quel momento è anestetizzata, ma un biologo sigla il contenitore con tutti i dati della donna e segue il percorso successivo degli ovociti. Nel momento in cui viene effettuata la fertilizzazione e, successivamente, del trasferimento embrionario (cioè l’impianto in utero degli embrioni, ndr ) avviene un doppio controllo con due biologi e la controfirma dalla paziente per la validazione di tuti i dati anagrafici prima che il medico esegua la procedura».
7Un errore umano sembra difficile ma non impossibile, per esempio in caso di omonimie.
«Proprio per questo i centri più attrezzati si dotano di etichette con codici a barre a lettura elettronica, che danno ulteriori garanzie».