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 2014  aprile 13 Domenica calendario

L’OLANDA SI PENTE DELLA SVUOTACARCERI


Da noi si discute di provvedimenti svuotacarceri per risolvere il problema delle galere sovraffollate. Ma in Olanda, dove un provvedimento simile è stato fatto anni fa, oggi ci si pente di averlo fatto; e per la ragione opposta alla nostra: lì ci sono troppo pochi detenuti. E costi altissimi. Il ministero della Giustizia dei Paesi Bassi, infatti, ha rivelato come per la prima volta nella storia del Paese ci siano più secondini che carcerati. Da 15.000 detenuti su 17 milioni di abitanti che c’erano nel 2008, infatti, a marzo ne erano rimasti 9710, custoditi da 9914 guardie. E se si tolgono 650 belgi che i Paesi Bassi stanno ospitando in base a un accordo temporaneo, il rapporto sarebbe di 9060 a 9914, su una capacità da 12.100 posti. Ovvia l’osservazione che farà il lettore: e non è bene che in un Paese il numero dei detenuti diminuisca? In linea di principio, sì. Ma, ad esempio, un tale rapporto carcerati-guardie è antieconomico. La California con quasi 38 milioni di abitanti ha 168.000 detenuti equivalenti a cinque per ogni guardia, mentre l’Italia con oltre 60 milioni di abitanti ne ha 64.323, con 38.543 agenti di polizia penitenziaria, dei quali però 3870 non lavorano nelle carceri ma secondo una prassi tipicamente nazionale sono distaccati un po’ dappertutto: dal Senato al Csm, passando addirittura per la Consob, l’Autorità che vigila sulla borsa. La capienza di 47.668 posti che ci sarebbe nei 207 penitenziari italiani e i 45.000 poliziotti penitenziari che sarebbero previsti in organico lascia intendere che per la nostra amministrazione un rapporto di un secondino per ogni carcerato verrebbe invece giudicato corretto. Ma, appunto, le nostre carceri sono sovraffollate, come ci rimprovera l’Europa in continuazione. È forse interessante ricordare come
sono giusto i 22.700 detenuti stranieri da noi a eccedere la cifra prevista.
SPESE DI SOGGIORNO
Nei Paesi Bassi, al contrario, sono arrivati a “invitare” detenuti belgi, pur di non sottoutilizzare troppo le strutture. Un’altra soluzione, di cui pure su Libero avevamo parlato, era stata con la nuova legge per obbligare i detenuti a pagare 16 euro al giorno per le spese di soggiorno, in modo da risparmiare 65 milioni di euro. In Italia una quota di 1,7 euro per il “mantenimento carcere” è già prevista dalla legge 354 del 1975, ma viene regolarmente abbonata per buona condotta, o chiedendo la trasformazione del debito in libertà vigilata, in ragione di 150 euro per ogni giorno. Ma se gli olandesi si ostinano a non voler finire in galera, diventa difficile non ristrutturare tutto il settore a colpi di licenziamenti, e il ministero della Giustizia ha già elaborato un piano per ridurre gli organici di 3500 persone su cui il sindacato Abvakado FNC ha annunciato battaglia. In un’intervista alla tv Nos il leader sindacale Corrie van Brenk dice invece che in questo momento nelle carceri olandesi la situazione «è esplosiva» proprio per «carenza di personale».
STANDARD EUROPEI
Jochgem van Opstal, portavoce del ministero della Giustizia, afferma in effetti che il problema sta venendo studiato. Da 174 omicidi del 2005, quando il tasso fu di 1,1 omicidi ogni 100.000 abitanti, i Paesi Bassi scesero nel 2006 a 128, con 0,8, per poi stabilizzarsi sullo 0,9: 143 omicidi nel 2007, 150 nel 2008, 154 nel 2009, 144 nel 2010, 143 nel 2011, 145 nel 2012. È esattamente lo stesso 0,9 dell’Italia e dell’Austria, mentre Spagna e Germania stanno a 0,8, e Francia e Regno Unito a 1. È insomma sugli standard europei, anche se il vicino Belgio è relativamente più pericoloso, con un 1,6. Gli olandesi hanno però sui reati una mentalità calvinista per cui il rispetto della leg-
ge è talmente importante, che se in troppi la violano tanto vale abolirla. Per questo con la politica dello spinello legale all’interno dei Coffee Shop hanno drasticamente abbattuto una delle principali cause di affollamento delle carceri, e con la legalizzazione dei bordelli hanno inciso su un altro tema piuttosto sensibile.
Nelle campagne elettorali, però, sono fortissime anche le polemiche sul fatto che le pene nei Paesi Bassi sono miti, ed è quasi automatica la liberazione una volta scontati i due terzi del periodo. È vero che l’assassino di Theo Vah Gogh Mohammed Bouyeri ha avuto l’ergastolo, ma quello di Pim Fortuyn Volker van der Grasf se l’è cavata con 18 anni di prigione e sarà liberato il 2 maggio dopo soli 12, malgrado il primo ministro Mark Rutte in campagna elettorale avesse promesso di cacciare il ministro della Giustizia che avesse concesso un tale sconto, che pure ora si propone di abolire per far quadrare i conti.