Maurizio Stefanini, Libero 12/4/2014, 12 aprile 2014
AMERICA ROSSO SANGUE: UN OMICIDIO OGNI 3 MINUTI
I media e le istituzioni in Italia continuano a gridare all’allarme sul femminicidio, anche la Special Rapporteur dell’Onu Rashida Manjoo dopo una visita effettuata nel gennaio del 2012 denunciò che il nostro Paese sul tema era in situazione di emergenza, ma proprio l’Ufficio dell’Onu sul Crimine e la Droga (Unodc) attraverso l’annuale rapporto Global Study on Homicide conferma come, a rigor di termini, l’allarme mondiale dovrebbe essere soprattutto sul maschicidio. Sui 437.000 omicidi contabilizzati nel mondo nel corso del 2012, infatti, il 79% delle vittime era costituito da uomini, e il 21% da donne. Insomma, quattro uomini per ogni donna assassinata. È verissimo che è pure costituita da uomini, e in misura molto maggiore, anche la gran parte degli assassini: il 95%, tenendo comunque conto che il 15% dei colpevoli in Asia e Europa e addirittura il 50% nelle Americhe non sono individuati. Insomma, il caso più comune è quello di un uomo ucciso da un altro uomo, vengono poi le donne uccise da uomini, ed è raro che sia una donna a uccidere: sia la sua vittima un’altra donna o un uomo. Però quando si va ai delitti compiuti da compagni intimi o familiari la proporzione delle donne, pur restando minoritaria, sale fino a un terzo del totale. Più che uomini e donne, però l’allarme dovrebbe riguardare i giovani. Il 43% di tutte le vittime è infatti costituito dal segmento di età compreso tra i 15 e i 29 anni, e circa 36.000 vittime erano sotto i 15 anni. Come gli emerso nei rapporto degli anni passati, si confermano le Americhe come il Continente più violento: il 36% di tutti gli omicidi, uno ogni tre minuti, per via in particolare del narcotraffico. Seguono 31% dell’Africa, il 28% dell’Asia, il 5% dell’Europa e lo 0,3% dell’Oceania. Dal punto di vista relativo, è l’Honduras con 90,4 omicidi ogni 100.000 abitanti il Paese più violento, seguito dal Venezuela con il 53,7, dal Belize con il 44,7, dall’El Salvador con il 41,2 e dalla Colombia con 30,8. La maggior parte dei lettori troverebbero probabilmente più rassicurante l’idea di andare a vedere i Mondiali in Brasile che non a visitare il Messico con tutte le sue storie di narcos assassini, ma la verità è che il Brasile è più pericoloso: 25,2 omicidi ogni 100.000 abitanti, contro 21,5. Il Brasile mantiene anche il primo posto per numero di omicidi in cifra assoluta, con 50.108. Seguono l’India con 43.355, la Nigeria con 33.817, la Repubblica Democratica del Congo con 18.586, il Sudafrica con 16.259, il Venezuela con 16.072, gli Stati Uniti con 14.827, il Pakistan con 13.846, la Colombia con 14.670, la Russia con 13.120, l’Etiopia con 11.048. Solo due i Paesi dove non c’è stato nel 2012 nessun omicidio: Monaco e il Liechtenstein. Un solo omicidio invece in Islanda, che sta a un indice di 0,3, e a Tonga, che sta a 1. Ma cifre molto piccole possono essere scombussolate anche da un solo pazzo e in Norvegia bastò Breivik per far schizzare tra 2010 e 2011 la cifra assoluta da 29 a 111 cadaveri e il tasso relativo da 0,6 a 2,2. L’Italia ha avuto 530 omicidi: relativamente stabile, se si pensa ai 590 del 2009, 529 del 2010 e 552 del 2011. Come tasso relativo è a 0,9 omicidi ogni 100.000 abitanti: come nel 2010 e 2011, e lievemente al di sotto dell’1 del 209. Germania e Spagna, con 0,8, stanno lievemente meglio; Francia e Regno Unito, con l’1%, lievemente meglio. Con il 4,7 di 2010, 2011 e 2011 gli statunitensi confermano di avere il grilletto e, stando all’ultimo episodio, anche il coltello molto più facili che non il resto dell’Occidente, ma sono comunque lievemente migliorati rispetto al 5 del 2009.