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 2014  aprile 11 Venerdì calendario

Simona Verrazzo per "il Venerdì - la Repubblica" Già essere il Paese più isolato del mondo, uno dei più poveri, vessato da una dittatura decennale che di padre in figlio si tramanda un potere assoluto, non è certo cosa di cui andare fieri

Simona Verrazzo per "il Venerdì - la Repubblica" Già essere il Paese più isolato del mondo, uno dei più poveri, vessato da una dittatura decennale che di padre in figlio si tramanda un potere assoluto, non è certo cosa di cui andare fieri. Ma il nome della Corea del Nord è associato anche alla produzione di statue in bronzo, quelle colossali tanto amate dai regimi che coltivano il culto della loro personalità. KIM JONG UN E LA EX FIDANZATA HYON SONG WOLKIM JONG UN E LA EX FIDANZATA HYON SONG WOL L’ultimo a richiedere le inconfondibili sembianze umane nordcoreane è stato lo Zimbabwe. Robert Mugabe, il leader più longevo d’Africa che dal 1980 guida quello che un tempo era il granaio del continente, si è regalato le «sue» statue made in Pyongyang. Il progetto è stato pensato nel giorno del suo compleanno e commissionato nel 2009, quando il presidente aveva già 85anni, ma è in fase di completamento soltanto adesso e il tempo sembra essere stato dalla sua parte, visto che nel 2014 Mugabe ha compiuto novant’anni. In fondo, il fatto che il compleanno sia già passato (era il 21 febbraio) non importa, perché il Paese ha deciso di dedicare ben dodici mesi di festeggiamenti al suo padre-padrone e magari farà anche in tempo a vedere il suo regalino made in Corea del Nord. KIM JONG UN A CAVALLOKIM JONG UN A CAVALLO I dettagli li fornisce il sito Asianews, secondo cui le statue sono due, viaggeranno via mare e saranno collocate la più grande nella capitale Harare e la più piccola a Zvimba, villaggio natale del leader africano. Costo: cinque milioni di dollari, una enormità, considerato che in Zimbabwe oltre l’80 per cento della popolazione vive con meno di due dollari al giorno. Per la Corea del Nord, in perenne stato di carestia con milioni di persone sul punto di morire di fame, quello delle statue di bronzo è uno dei pochi settori in positivo dell’economia, che dipende molto fortemente dalla Cina, dagli aiuti internazionali e da qualche altro «lavoretto» di cui poco si sa in giro. KIM JONG UNKIM JONG UN La tradizione nordcoreana è ben nota in Africa e Asia: busti e statue di Mao, Pol Pot, Stalin e persino di Joshua Nkomo, arcinemico proprio di Mugabe. Nel Paese esiste un’apposita divisione del Mansudae Art Studio che si occupa del mercato estero, denominata Mansudae Overseas Projects, dove lavorano circa 4.000 persone, tra cui un migliaio di artisti. Tra i progetti più noti, il «Rinascimento africano», realizzato per il Senegal nel 50° anniversario dell’indipendenza dalla Francia, nel 2010. Con i suoi 49 metri è la statua più alta dell’Africa e con un costo di circa 30 milioni di euro è una delle più care mai realizzate nel continente. Le critiche però non sono mancate: subito è arrivata una fatwa perché il monumento «non è islamico», mentre lo stile è stato bollato come «troppo stalinista». MUGABEMUGABE STATUA DI BRONZO DI MUGABESTATUA DI BRONZO DI MUGABE In Europa è noto il caso tedesco. Nel 2005 la Germania ha commissionato a Pyongyang il restauro della Fontana delle Fiabe, tra i migliori esempi di Art Nouveau a Francoforte. Una vera notizia, tanto che la prestigiosa agenzia economica Bloomberg vi ha dedicato un articolo sul suo settimanale Businessweek. Klaus Klemp, curatore delle mostre del Museo di Arti Applicate della città, ha detto che la scelta è stata fatta soltanto in base a ragioni tecnico-artistiche. Il costo? Tutto sommato conveniente: 200.000 euro, comprese le spese di spedizione Corea del Nord-Germania.