Andrea Franceschi, Il Sole 24 Ore 13/4/2014, 13 aprile 2014
PIAZZA AFFARI: DIVIDENDI PER 12,4 MILIARDI
Il monte dividendi a Piazza Affari torna a crescere per la prima volta dal 2011. Stando alla banca dati S&P Capital IQ è possibile stimare che quest’anno le società quotate sul listino milanese daranno una remunerazione ai loro azionisti per complessivi 12,4 miliardi di euro. Dato in crescita rispetto agli 11,1 miliardi del 2013 e che segnala una prima inversione di tendenza da due anni a questa parte. Un biennio, il 2012-2013, di recessione nera in cui il Pil italiano si è ridotto di oltre il 3,5% mentre la disoccupazione è cresciuta ininterrottamente per arrivare all’attuale 13 per cento. In questo contesto, buona parte delle aziende italiane è stata costretta a tagliare la cedola se non addirittura azzerarla perché alle prese con un conto economico in rosso. Il monte dividendi di Piazza Affari, che nel 2011 viaggiava oltre i 18 miliardi di euro, nel 2012 ha subito una pesante sforbiciata (-24%) che lo ha portato a 13,6 miliardi mentre nel 2013 il monte cedole ha toccato il fondo a 11,1 miliardi di euro.
Stando alla banca dati S&P Capital IQ, ad oggi circa il 40% delle società quotate è in perdita. Numeri che testimoniano quanto la crisi sia ancora pesante. Ciò detto, se si fa un saldo complessivo dell’ultima riga del conto economico delle società quotate, si può notare una certa ripresa degli utili. Senza tenere conto delle banche, che hanno fatto grosse pulizie nei bilanci 2013 , si può stimare che il 2013 si sia chiuso con un utile di 18,5 miliardi di euro. Dati che, se confrontati con gli 11,8 miliardi del 2011 e i 13,8 del 2012, testimoniano un chiaro recupero della profittabilità.
È questo recupero che è alla base della scelta di diversi big di Piazza Affari di aumentare la remunerazione agli azionisti. Tra i nomi di peso c’è sicuramente
Eni, prima società del listino con 65 miliardi di capitalizzazione, che ha deliberato un aumento della cedola da 1,08 a 1,1 euro per azione. La remunerazione complessiva degli azionisti del cane a sei zampe passerà dai 3,9 miliardi del 2013 a quasi 4 miliardi messi in conto per il 2014. Quasi un terzo del monte cedole complessivo di Piazza Affari arriva dal colosso petrolifero statale.
Sul fronte finanziario poche soddisfazioni sono arrivate dalle banche. Solo alcuni istituti di credito (i big Unicredit e Intesa Sanpaolo ad esempio) si sono potuti permettere di distribuire dividendi. Nel complesso la politica di remunerazione degli azionisti si è fatta prudente in questi anni. E lo è stata a maggior ragione anche per quest’anno. Con l’Asset quality review della Bce e gli stress test dell’Eba alle porte meglio tenere la liquidità in cassa. Buone sorprese sono arrivate invece dalle assicurazioni: Generali, quinto gruppo per capitalizzazione del listino milanese, ha portato la cedola per azione da 20 a 45 centesimi per azione riportandola sui livelli del 2010. Dal bilancio 2013 di Unipol-Sai, è uscito poi un dividendo a sorpresa di 0,196 euro per azione, cedola che ne fa il titolo più redditizio tra le blue chips di Piazza Affari dato che il dividend yield (rapporto cedola su prezzo dell’azione) è del 7 per cento.
In media i titoli del paniere Ftse Mib hanno un rendimento del 2,3 per cento. Un dato in flessione rispetto al 3,65% di un anno fa. Se le azioni di Piazza Affari rendono meno è perché la cifra al denominatore (il prezzo delle azioni) è decisamente aumentato nell’ultimo anno (+40% circa). Non per le cedole che, come abbiamo visto sono cresciute e che, stando alle stime degli analisti, cresceranno anche in futuro. Il consensus degli analisti stima sul lungo termine una crescita annua del 14% degli utili per azione delle società del paniere Ftse Mib e un +13% del dividendo.
Andrea Franceschi, Il Sole 24 Ore 13/4/2014