G.San., Avvenire 12/4/2014, 12 aprile 2014
IL FEDELISSIMO DEL CAV. DA VENT’ANNI A PROCESSO
Il sodalizio tra Marcello Dell’Utri e Silvio Berlusconi data dai primi anni sessanta, quando il giovane siciliano di belle speranze arriva a Milano per studiare Giurisprudenza alla Statale, dove conosce il futuro Cavaliere, iscritto alla stessa Facoltà. Dopo una decina di anni, durante i quali si fa le ossa lavorando in vari istituti bancari in Sicilia, nel 1974 lo ritroviamo a Milano alla Edilnord, voluto proprio da Berlusconi.
La carriera di Dell’Utri, oggi 72enne, a fianco di Berlusconi è costellata di successi e di travagli giudiziari. Agli anni Settanta risale il famoso affaire-Mangano, lo stalliere, legato alla mafia, che proprio il conterraneo Dell’Utri presentò ad Arcore. Dell’Utri ha sempre negato di conoscere i trascorsi dell’uomo. Successivamente lo definì «un eroe», perché in carcere «è stato ripetutamente invitato a fare dichiarazioni contro Berlusconi e contro di me ma non lo ha fatto, anche se lo avrebbero scarcerato con lauti premi ». È dal 1994 che i presunti rapporti con la mafia sono nel mirino della magistratura. La vicenda comincia con l’iscrizione nel registro degli indagati per concorso in associazione mafiosa, passa per due condanne, un annullamento con rinvio da parte della Cassazione, una nuova condanna nell’appellobis.
Passato nel 1982 a Publitalia, la concessionaria del gruppo Fininvest, nel 1993 Dell’Utri è stato tra gli artefici della nascita di Forza Italia. Ed è sempre stato, fino alle scorse elezioni politiche, nelle liste elettorali e in Parlamento, dove è stato seduto sugli scranni di Montecitorio (dal 1996 al 2001) e di Palazzo Madama (dal 2001 al 2008, poi del Pdl). Non solo, è stato anche parte del ’cerchio magico’ dei fedelissimi del Cav. Famosa la foto che lo ritrae in maglietta bianca e calzoncini mentre fa footing alle Bahamas con il leader, Galliani, Letta e Confalonieri. Celebre la sua passione di bibliofilo e animatore della Biblioteca di via Senato a Milano, dei circoli che portano il suo nome, nonché della mostra del libro antico e del settimanale ’Il Domenicale’. Nel 2007 fece scalpore l’affermazione di aver trovato cinque diari segreti di Benito Mussolini (poi pubblicati, ma la maggioranza degli storici li ritenne falsi). Così come, tre anni dopo, rivelò di aver letto il capitolo sparito del romanzo ’Petrolio’ di Pier Paolo Pasolini. (G.San.)