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 2014  aprile 11 Venerdì calendario

«NOI FRATELLI-SCUDETTO LA MIA LAZIO LOTTERÀ CON IL MILAN DI PIPPO»


[Simone Inzaghi]

C’è chi insegue un trionfo per tutta la vita e chi con i trofei ha un feeling speciale, quasi naturale. Simone Inzaghi fa parte di questa seconda categoria. Da giocatore ha vinto tutto e subito con la Lazio di Cragnotti. Ed ha fatto in tempo pure a vincere le prime due coppe dell’era Lotito. Un predestinato. Che ora conferma queste credenziali anche da allenatore. Perché tre mesi dopo essersi accomodato sulla panchina della Lazio Primavera eccolo sollevare al cielo il primo trofeo importante da tecnico: la Coppa Italia conquistata mercoledì a Firenze. «A dire il vero non è il primo successo da allenatore, c’è anche il campionato regionale Allievi vinto nel 2001. Come palmares vale meno, ma è una vittoria cui sono molto legato, anche perché molti di quei ragazzi erano con me a Firenze. Mancava solo il povero Fersini, questo successo lo dedichiamo a lui, non lo dimenticheremo mai».
Tante vittorie da giocatore, ora un trionfo prestigioso da allenatore. Stesse gioie o dalla panchina è diverso?
«L’adrenalina è la stessa, ma il sapore della vittoria completamente diverso. Quando giochi sei più giovane, la vivi più intensamente, ma anche con maggiore spensieratezza. Da allenatore le vittorie le soffri e le apprezzi di più perché sono il frutto del tuo lavoro».
A giudicare dalla doppia finale con la Fiorentina il lavoro è stato fatto bene.
«Il merito è dei ragazzi, non lo dico come frase fatta, ma perché è la realtà. Hanno interpretato le due finali in modo perfetto. E’ un gruppo eccezionale, ci possiamo togliere altre soddisfazioni».
Come inizio non c’è male. La Coppa Italia è arrivata al termine di una striscia di 12 vittorie e 3 pareggi tra campionato e coppa.
«Sì, effettivamente questi ragazzi stanno andando oltre le aspettative. La Coppa è nostra e in campionato abbiamo già virtualmente acquisito la qualificazione alla final eight».
Un bel gruppo pieno di ottime individualità. Chi è già pronto per il grande salto?
«Qualcuno l’ha già fatto. Mi riferisco a Keita, che ormai fa parte della prima squadra, ma anche a Crecco e Minala che hanno già debuttato in A. Ma pure tutti gli altri sono pronti per calcare il palcoscenico più importante. Lo penso io, ma lo pensa anche Reja tant’è vero che molti li ha portati in panchina».
Si parla tanto di Tounkara, il «gemello» di Keita. Percorrerà la stessa strada?
«Ha grandi potenzialità. Poi starà a lui meritarsi la prima squadra. Posso solo dire che con Keita la coesistenza è possibile. Tounkara è una prima punta, anche se può fare pure la seconda, mentre Keita è un attaccante esterno».
A proposito di goleador, ha trasformato Crecco da centrocampista in attaccante.
«Abbiamo fatto di necessità virtù: mancava Tounkara, così ho avanzato Crecco. Lui è un po’ come Lulic: sulla fascia piò giocare indifferentemente alto o basso. Ma se devo parlare dei singoli, allora li devo citare tutti. Come per esempio Lombardi che ha sbloccato il risultato mercoledì».
A seguire il suo primo trionfo da allenatore c’era suo fratello Pippo, che due mesi fa si è aggiudicato il Viareggio. Insomma, questi Inzaghi non la vogliono smettere di far parlare di loro?
«Pippo sta facendo un grandissimo lavoro col Milan, io ci sto provando con la Lazio. Mercoledì abbiamo festeggiato insieme dopo la gara. C’erano anche i nostri genitori, ovviamente. E poi mio figlio e la mia fidanzata».
Quadretto perfetto. Ma se a giugno vi ritrovate a contendervi lo scudetto Primavera come la mettiamo?
«Beh, una finale Lazio-Milan sarebbe il massimo. Anche perché da allenatori io e Pippo ci siamo sfidati una sola volta (con le formazioni Allievi nel torneo Arco di Trento, ndr) ed ho vinto io...».
Ma i suoi genitori per chi tiferebbero?
«Bella domanda. Credo che alla fine mia madre si prenderebbe Pippo, mentre mio padre starebbe dalla mia parte».
Per entrambi il calcio giovanile è il trampolino di lancio per quello dei grandi?
«Parlo per me. Alla Primavera sono appena arrivato e per adesso mi interessa solo questa esperienza. Poi in futuro si vedrà».
A proposito di calcio dei grandi. La Lazio ce la fa per l’Europa League?
«Io sono convinto di sì. Da quando è arrivato Reja la squadra viaggia a un ritmo che le consentirà alla fine di arrivare tra le prime sei».
L’anno prossimo i gol laziali parleranno serbo. Conosce Djordjevic?
«Poco, l’ho visto solo qualche volta in tv. Ma ho chiesto notizie a Mihajlovic (suo compagno nella Lazio di Cragnotti, ndr). Mi ha detto che la Lazio ha fatto un grande acquisto. Mi fido di lui».