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 2014  aprile 11 Venerdì calendario

L’INFLAZIONE? PUÒ TORNARE A SALIRE

[Intervista a Jens Weidmann] –

L’atteggiamento più possibilista della Bundesbank su un eventuale allentamento monetario da parte della Bce ha aumentato le aspettative dei mercati circa l’adozione di misure espansive. Tanto che due terzi degli operatori interpellati sull’argomento da Bloomberg ha detto di attendersi un taglio dei tassi a giugno.
Ma il presidente della Bundesbank, Jens Weidmann, membro influente del Direttivo dell’Eurotower, mette in guardia. Prima di agire, la Bce ha bisogno di sapere di più sulle tendenze dell’inflazione, che potrebbe tornare a salire.
Domanda. Se la Francia ottenesse di posticipare l’obiettivo di riduzione del disavanzo, questo scalfirebbe la fiducia nell’Eurozona?
Risposta. Sarebbe una cosa grave. La Francia ha già ritardato due volte la correzione del deficit. Se uno dei più grandi Paesi dell’Eurozona non onora i suoi impegni, come possiamo aspettarci che lo facciano gli altri?
D. Lei ha visto in alcuni Paesi delle negligenze nell’affrontare le riforme?
R. È un processo molto lungo e lontano dalla conclusione. È cruciale stare sul binario giusto. C’è ovviamente il rischio che troppe riforme provochino stanchezza, che potrebbe far deviare dal percorso. È una maratona. Più si corre più questa si fa estenuante. L’importante è non fermarsi.
D. Dove siamo ora?
R. Credo a metà strada.
D. Il mercato obbligazionario europeo attraversa una fase molto positiva. La Grecia è tornata sul mercato primario dopo un’assenza di quattro anni. Pensa sia razionale per quel Paese ricorrere al mercato dei bond?
R. È un segno che ci sono progressi sul programma di aggiustamento. Bisogna capire quanto ciò influisca sulle condizioni di finanziamento per la Grecia e fino a che punto sia sostenibile.
D. I dati recenti sull’inflazione sono deludenti. Quali sono i prossimi dati che intendete esaminare?
R. Vanno considerati due punti. Anzitutto, a noi interessa l’inflazione prevista. In secondo luogo, buona parte del calo è stato guidato dai prezzi dell’energia, un fattore esogeno, e ci aspettiamo che in futuro l’inflazione possa tornare a crescere.
D. Oggi lei è favorevole al quantitative easing ma Mario Draghi ha accennato a un passo indietro di altri membri del Direttivo. Quali sono le posizioni del board al riguardo?
R. Non vorrei considerarlo un passo indietro. Credo sia necessario valutare le dichiarazioni del Consiglio. Quest’ultimo ha detto che, in caso di periodo troppo prolungato di bassa inflazione, prenderà in considerazione anche misure non convenzionali, e ce ne sarebbe una vasta gamma. Naturalmente dobbiamo anche considerare i limiti del mandato e i pericoli cui si va incontro.
D. In caso di quantitative easing, cosa acquisterà la Bce? Titoli di stato, valuta o altro?
R. Dovremo parlarne in Consiglio e stiamo ragionando della reazione ad alcuni scenari. Non posso commentare su questo.
D. Cosa deve accadere prima che la Bce agisca per frenare il ribasso dell’inflazione?
R. Questa è la vera domanda. Fino a che punto i dati correnti influenzano le prospettive sull’inflazione sul medio periodo? Proprio su questo c’è stata poca chiarezza nell’ultimo meeting della Bce e perciò riteniamo necessario attendere la pubblicazione di nuovi dati per valutare bene lo scenario complessivo. Il nuovo flusso di informazioni sarà di sicuro importante.
D. La settimana scorsa Christine Lagarde ha richiesto un allentamento monetario nell’Eurozona. Come valuta le parole del dg del Fmi?
R. Quello della Lagarde è stato un contributo fondamentale al dibattito sulle prospettive economiche. Tuttavia ci sono anche opinioni divergenti sui rischi legati a tale prospettiva. Sarà necessario discuterne a Washington.
D. Vorrebbe lanciare un messaggio alla comunità internazionale prima della riunione del Fmi?
R. Tengo a sottolineare che ci sono diverse questioni in agenda a Washington. Uno riguarda le prospettive dell’economia globale. Un altro, che ritengo molto importante ed è uno dei principali insegnamenti che dobbiamo trarre dalla crisi, è il regolamento finanziario. In quest’ambito ci sono alcune questioni che non sono ancora pienamente affrontate, come le banche too big to fail e lo shadow banking.

Annette Weissbach Cnbc, MilanoFinanza 11/4/2014