Danilo Taino, Sette 11/4/2014, 11 aprile 2014
AIUTO, COSÌ SI RIMPICCIOLIRÀ L’ECONOMIA
Vietato rilassarsi nell’economia del Ventunesimo secolo. A cominciare da quando si cerca di capire come va il mondo. Uno studio del britannico Centre for Economic and Business Research (Cebr) ci dice che la crescita dei prossimi anni non è solo destinata a ridisegnare (lo sta già facendo) la tradizionale idea che da decenni abbiamo delle dimensioni e della forza delle economie sulla base del boom (un po’ rallentato ma sempre in essere) dei Paesi emergenti; i cambiamenti saranno non da poco anche tra le vecchie economie dell’Occidente, soprattutto in Europa. Nel 2030, prevede che l’economia della Gran Bretagna sia la prima d’Europa: attorno a quell’anno, supererà quella tedesca sulla base del fatto che la popolazione del Regno Unito cresce di più, il regime fiscale è più favorevole e Londra soffre meno dei problemi intrinseci all’Eurozona. Scenario di cui non si parla molto – e che si realizzerà, naturalmente, a patto che la Gran Bretagna non si spezzi al referendum per l’indipendenza della Scozia il prossimo settembre.
Il Cebr prevede che nei prossimi vent’anni quella britannica sia l’economia occidentale a maggiore crescita dopo quella degli Stati Uniti. Secondo il centro di analisi della City, la Cina supererà per dimensione economica gli Stati Uniti, come si prevede da qualche anno, ma un po’ dopo rispetto a quello che si pensava, grazie a una ritrovata energia in America e a un certo rallentamento cinese: il sorpasso avverrà nel 2028, probabilmente. Nello stesso anno, l’India dovrebbe superare il Giappone e diventare il terzo Paese del mondo per Prodotto interno lordo (anche se sarà cinque volte più piccola delle economie americana e cinese). Le previsioni più interessanti, però, riguardano l’Europa.
Crescita lenta La Germania continuerà a crescere ma, a causa dell’andamento demografico negativo e della pesantezza dell’economia della zona euro, lo farà a un ritmo lento. Lo stesso vale per la Francia e per l’Italia. Ciò consentirà a Londra di superare Parigi già nel 2018 e Berlino, appunto, nel 2030. Nel 2028, l’economia francese scenderà dal quinto posto di oggi al tredicesimo e quella italiana dall’ottavo al quindicesimo. Le previsioni dovranno fare i conti anche con le variazioni valutarie, difficili da prevedere. Ciò nonostante, è evidente che il ridimensionamento dei pesi relativi sarà, a politiche correnti, molto significativo. È assurdo che le politiche nazionali e quelle europee non ne tengano conto: eppure, non ne tengono conto.