Aldo Grasso, Sette 11/4/2014, 11 aprile 2014
LA COMPAGNIA DEI “FINTI POVERI”
Peccato non abbia un nome e un volto, altrimenti avremmo il nostro eroe. Ci vuole un po’ di coraggio ad ammetterlo ma in cuor nostro la pensiamo così, dato che il senso civico, come italiani, non è una nostra priorità.
È successo questo. A Reggio Emila hanno scoperto un finto povero. Aveva 30 immobili, ma il Fisco non sapeva nulla di lui dato che non presentava una dichiarazione dei redditi dal 2008. Sfortuna vuole che lo abbia scoperto l’Agenzia delle Entrate dopo una segnalazione partita dall’Ufficio tributi del Comune di Reggio, durante un controllo per una omessa dichiarazione dell’Ici su un immobile. Di alcuni di questi trenta appartamenti, l’uomo era proprietario al 100%. Di altri, invece, usufruiva di un regime di comproprietà. Purtroppo l’uomo di cui non conosciamo l’identità è stato invitato a un colloquio all’Agenzia delle Entrate, dove è riuscito a documentare redditi pari a soli 15 mila euro. Dopo l’accertamento, dall’Agenzia è emersa una maggiore imposta accertata pari a 117 mila euro, salita a circa 150mila tra sanzioni, interessi e maggiore imposta. Di qui la decisione del finto povero di pagare. A lui tutta la nostra solidarietà.
Scherzi a parte, quanti finti poveri ci saranno in Italia? Abbiamo sempre una scusa dietro cui nasconderci: il Fisco è troppo esoso, lo Stato utilizza male i nostri soldi, i servizi sono pessimi, le pensioni sono misere, i partiti rubano, i politici si fanno rimborsare con i nostri soldi persino le mutande e via andare.
Però, siamo sinceri, il nostro senso civico è pari a zero. Se tutti pagassero le tasse (non solo quelli che non ne possono fare a meno), ognuno di noi pagherebbe di meno.
i conti non tornano. Giorni fa, sono state pubblicate le statistiche relative alle dichiarazioni dei redditi delle persone fisiche per l’anno d’imposta 2012. Mostrano che hanno presentato tale documentazione 41,4 milioni di contribuenti, lo 0,2% in più nei confronti dell’anno precedente. Il reddito complessivo dichiarato è stato di 800 miliardi di euro (per una media di 19.750 euro, in crescita sul 2011 dello 0,5%).
Il dato più clamoroso è questo: la metà dei contribuenti ha un reddito complessivo dichiarato inferiore a 15.654 euro. Com’è possibile? Come fanno a vivere? Se il reddito della metà dei contribuenti fosse davvero quello dichiarato, in giro ci sarebbe, giusto giusto, metà delle macchine attualmente in circolazione. Per non parlare delle seconde case, delle barche, delle macchine di grossa cilindrata. I lavoratori autonomi dichiarano in media 36.070 euro, i dipendenti 20.280 e gli imprenditori 17.740: qui c’è qualcosa che non funziona.
Nonostante il direttore dell’Agenzia delle Entrate, Attilio Befera, abbia dichiarato che nel 2013 sono stati recuperati 13 miliardi, il sospetto che il finto povero di Reggio Emilia sia in buona compagnia è molto forte.