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 2014  aprile 11 Venerdì calendario

“HO DOTI DA INDOVINO E DICO: TITOLO AL MILAN TRA UN ANNO”


Milanello - Scusi Rami, lei continua a ridere e sorridere: ha vinto al superenalotto?
«Mi è cambiato il mondo. Per 3-4 mesi mi sono allenato senza giocare, il Milan perdeva e nessuno si fidava di me.
Adesso il Milan ha preso a vincere, io sto giocando e cominciano a scoprirmi. Mi ritengo una persona fortunata».
In verità fino a qualche giorno fa, da queste parti, a Milanello, si parlava di spogliatoio diviso...
«Io non leggo i giornali, a casa vedo tv in lingua francese, al telefono parlo con i miei amici francesi e queste accuse non mi sono mai arrivate».
Ma almeno la storia del clan francese è autentica o no?
«Scusi ma è normale. Arrivo a Milano, in un paese che non conosco, con una lingua che non conosco, in una squadra che non conosco e la prima cosa che faccio è parlare in francese con quelli di lingua francese. Per me è assolutamente naturale».
Chi è più matto tra lei e Taarabt?
«Io non sono matto».
Prima del suo arrivo, la coppia centrale titolare era composta da Zapata e Mexes: ora Rami è diventato il pilastro della difesa di Seedorf. Come lo spiega?
«Io sono arrivato, mi sono allenato duramente, poi l’allenatore ha fatto la sua scelta».
Fino a qualche tempo fa, la difesa del Milan era diventata la banda del buco: adesso un bunker. Cosa è successo?
«Anche qui c’è stato un cambio di mentalità. Abbiamo finalmente cominciato a difenderci come squadra, tutti insieme. Siamo compatti e così i risultati arrivano».
Di attaccanti pericolosi in circolazione chi le ha lasciato una forte impressione?
«Llorente. Quando ero in Spagna non lo facevo così bravo, fisicamente ma anche tecnicamente. Insieme con Tevez fanno una coppia formidabile. Se giochi contro solo Llorente puoi anche pensare di fermarlo, se giochi contro loro due insieme invece proprio no. Dopo Llorente mi ha sorpreso Immobile, non lo conoscevo».
Come nasce la sua fissa per Nesta?
«Da ragazzo: l’ho visto giocare, è diventato il mio modello. Poi ha giocato nel Milan e il Milan è diventata la mia squadra di riferimento».
Che però non se la passa benissimo...
«Succede a chiunque un anno così così. Poi tornerà a vincere perché è un grande club che ha fatto la storia del calcio. E infatti adesso che sono qui, voglio restare qui, chiudere la mia carriera in rossonero.
Ma Galliani riuscirà a convincere il Valencia per il riscatto?
«Ho detto al mio procuratore: non dirmi niente della trattativa, sappi solo che io voglio restare al Milan».
Nonostante il posto fisso nel Milan, il Ct francese ha deciso di lasciarla a casa per il mondiale. Dispiaciuto o rassegnato?
«Lo capisco e lo rispetto: ha guadagnato il mondiale con una squadra, ha deciso di portare al mondiale quella squadra».
Fate sul serio calcoli sull’Europa league e sull’inseguimento all’Inter oppure è solo derby mediatico?
«Qui parliamo e pensiamo soltanto al Catania. Dobbiamo comportarci così: un ostacolo per volta. Anche perché noi a San Siro abbiamo qualche problema in più».
E lei Rami come lo spiega?
«Fuori casa siamo un blocco unico, tutti dietro la linea della palla quando ci attaccano. Così gli spazi aumentano e possiamo ripartire in contropiede. A San Siro le squadre vengono a difendersi. E trovare spazio non è semplice».
A Cagliari, finita la partita, ha detto a Balotelli: tu sei un fenomeno. Ne è sicuro?
«Mario è uno che ha bisogno di sentirsi importante e di essere stimolato. Così diventa il numero uno».
Ha visto la fine del miliardario Psg in Champions league?
«Troppo bravo Josè Mourinho!».
E l’Atletico Madrid che ha fatto fuori il Barcellona?
«Noi del Milan non siamo usciti dinanzi a una squadra scarsa, adesso lo hanno capito tutti».
Scusi Rami ci tolga l’ultima curiosità, ma è vera la storiella secondo cui lei avrebbe seguito Garcia alla Roma se avesse deciso qualche settimana dopo?
«No, assolutamente no. Quando sono andato via dalla Francia per il Valencia, ho detto a Garcia: tu vincerai il campionato. E ho indovinato. Così dico adesso: il Milan vincerà il titolo l’anno venturo».