Cinzia Romani, Il Giornale 11/4/2014, 11 aprile 2014
GARKO-VALENTINO: “IL NUDO INTEGRALE? LASCIATELO IN ONDA”
Eccolo, Gabriel Garko. Un concentrato di sensualità e presenza, che turba l’audience anche in formato famiglia. Come nella fiction di Canale 5, Rodolfo Valentino - La leggenda, in onda mercoledì e giovedì prossimi alle 20,30, nella prima serata inadatta a certe nudità (si vede l’attore davanti allo specchio completamente svestito), che ora tengono banco nella piazza mediatica.
Il fatto è che lui, trentanovenne dall’irresistibile broncio, montato su spalle da gladiatore, si cala a perfezione nei panni dell’amante latino, classe 1895, che fece impazzire Hollywood. Vestito da «Sceicco», come chiamavano il divo di Castellaneta, che nel 1921 girò l’omonimo film muto, Gabriel ha venduto vasi a Samo: sbarcherà infatti negli Usa e sulla BBC 4, acquirenti della fiction, la versione integrale del suo nudo, che tanto ha fatto scalpore. Quei 12 secondi «full frontal», ispirati ad American Gigolò (vedi la scena in cui Richard Gere passa in rassegna i suoi abiti, come mamma l’ha fatto) e poi eliminati per esigenze censorie. E se tagliare il «Garko desnudo» è come sfregiare una statua del Canova, viene in mente che già Sergio Fantoni, tenebroso televisivo degli Ottanta, nello sceneggiato Delitto di Stato (1982) indossava soltanto la sua virilità e mamma Rai non se ne ebbe a male.
«La mia svestizione? È simbolica. Mi piacerebbe che Canale 5 ci ripensasse», sospira Garko. La sequenza segna il momento in cui, stanco della miseria in cui si trova, dopo vani tentativi di diventare attore, Rodolfo Guglielmi decide di cambiare vita: da quel momento nasce Rudy Valentino, la stella dei Taxi boys, giovani ballerini che vengono pagati per far ballare le signore. Intanto, l’altra sera, l’attore, è stato festeggiato al party anni Venti degli studi Safa-Palatino, con l’orchestra a swingare indiavolati charleston e foxtrot. Intanto Cosima Coppola, starring la ballerina Betty, che con Rudy ebbe un rapporto artistico, irrompe in un tango assassino con Samuel Peron, mentre il direttore di Canale 5, Giancarlo Scheri, osserva divertito. Un assaggio di quanto potrebbe salire la febbre del sabato sera, quando Gabriel, appunto sabato, farà il «tanguero» ad Amici, ospite di Maria De Filippi. «Per la prima volta incarno un personaggio realmente esistito. Lo desideravo da tempo. Non solo, Rudy era un vero divo, che piace ai giovani d’oggi», spiega l’attore, che vive appartato e sportivo nella sua villa di Zagarolo e che, proprio oggi, intraprende una tournée, a bordo d’una Rolls-Royce nera, per rinfrescare il mito di Valentino: partenza da Cinecittà e approdo a Castellaneta, dopo le tappe di Napoli e Matera.
Ma che cosa vedremo, in questa fiction da 6 milioni di euro, girata tra Miami e Malibù, nei veri luoghi dove l’aitante contadino pugliese salì all’empireo delle stalle di Hollywood, per poi morire a New York, per un attacco di peritonite, il 23 agosto 1926, a soli 31 anni? Ci sarà la ricostruzione del tormentato ambiente familiare, in cui Rudy, al secolo Rodolfo Guglielmi, divenne adolescente, quindi ribelle emigrato nella Grande Mela, nel 1913. Sono tempi aspri, per il dotato ragazzo, cresciuto in simbiosi con una madre dolce e rassegnata (Angela Molina). Svolgendo i più disparati mestieri, il giovane approderà a San Francisco, al seguito d’una compagnia teatrale specializzata in operette. In seguito, Rudy si trasferirà ad Hollywood, per debuttare come attore. Diventando, nel 1921, il primo, autentico divo del cinema, grazie a film come Lo sceicco e I quattro cavalieri dell’Apocalisse. E se le donne si uccidono per lui, «Latin Lover» per eccellenza, dati gli occhi bistrati di nero, a conferire fascino e mistero a uno sguardo eloquente di suo, lui, l’uomo circondato da femmine adoranti - c’è Caterina (Victoria Larcenko), che gli dà una figlia e la ballerina Natasha (Asia Argento), che lo sfrutta; ma anche la prima moglie Jean (Julia Rebel) e mille altre erotiche avventure - non vive sereno. «Quando hai successo, non sempre le donne ti stanno accanto per amore. Ma con il tempo, riconosco la sincerità dalla finzione», dice Garko, ormai identificato col mito.