Massimiliano Parente, Il Giornale 11/4/2014, 11 aprile 2014
LA LITE ECOLOGICA SE IN FAMIGLIA LA BARUFFA È DIFFERENZIATA
Già i vicini andrebbero aboliti per legge, è una condivisione forzata con persone che altrimenti mai avresti voluto vicino.
Peggio dei parenti da vedere una volta all’anno. Invece devi sorridere e dirgli buongiorno e buonasera. Fingendo di non aver sentito niente.
Almeno una volta litigavano per un’amante e stavi a ascoltare, erano telenovele trash casalinghe, oggi li sento litigare per la differenziata. All’inizio anche carinamente: «Amore, te l’ho detto che la plastica devi metterla nel sacchetto della plastica vero?». Poi iniziano con i: «Quante volte devo ripetertelo
». Dopo qualche anno sembrano Jack Nicholson e Shelley Duvall in Shining, dove lei o lui cercano di sfondare la porta del bagno con un’ascia perché l’altro non ha la luccicanza ma usa troppa acqua.
Ora mi capita di leggere un sondaggio (commissionato da Levissima) in cui risulta che sei italiani su dieci sono ambientalisti. Cioè, pure questa gli mancava agli italiani, ho pensato. Inoltre, analizzando bene i dati, ecco spiegato il tutto: su dieci, due saranno ambientalisti single, gli altri quattro sono accoppiati a altri quattro non ambientalisti. Da qui, sussurri e grida. Per esempio: il 24% compra solo prodotti sostenibili. Deve essere un incubo: «Quello non comprarlo, tesoro, non è sostenibile». Come non è sostenibile, lo sto sostenendo in mano e portando alla cassa, non vedi?
I patiti della differenziata sono il 19%, come i miei due suddetti vicini. Oltretutto a Roma neppure c’è la differenziata, ci sono ancora i cassonetti, per cui il disgraziato lo vedo scendere con delle sporte di bottiglie da buttare nel vetro, o con dei pacchi di giornali da mettere uno a uno nel cassonetto della carta. Vi confesso: io quando posso scendo e metto il vetro nel cassonetto del cartone e il cartone nel vetro, per vendicarmi di lei e ristabilire l’entropia dell’universo.
Senza contare i fissati dello stile di vita sano. Anzi contiamoli: sono il 18%. Che significa lei che va a fare la spesa al biologico e lui sbava per un McDonald’s. Che significa che lei è vegetariana e lui no. Oppure lui è vegetariano e lei è vegana. Che significa uscire in bicicletta. Che significa che lei ha visto una puntatadi Report e la tua bevanda preferita contiene l’aspartame, quindi se vuoi te la compri da solo. Scusate se dico spesso «lei»: le donne sono più attente rispetto all’ambiente, lo dice il sondaggio.
Tra l’altro non deve essere per niente bello avere come genitori quel 39% capace di «educare i figli al risparmio idrico e energetico», da toglierglieli, poveri figli, allora meglio darli agli zingari. Una percentuale che, unita al 15% di attenti al risparmio dell’acqua, significa un 54% di italiani puzzolenti.
Comunque sia, chissà la Bernardini De Pace quanti divorzi per ragioni ecologiche avrà visto. Il problema è che una volta divorziati questi non sono biodegradabili, ma biorisposabili. Che significa che se ne vanno via dall’appartamento confinante con il mio e ne arrivano altri due, pari pari.
Tuttavia, per cultura, e per fortuna, gli ambientalisti sono di norma contrari ai farmaci. Non ho le percentuali, ma di sicuro la maggior parte. Infatti il 26% è contrario ai prodotti chimici. Sono convinti della bontà della Natura, eletta a religione, ignorando quanto tutto sia chimica, anche la fotosintesi. Infatti, al di là della parete, i miei vicini omeopatici oggi hanno litigato sui vaccini per la figlia: inutili, stavolta secondo lui, perché non ce n’è bisogno, i vaccini sarebbero solo un complotto delle case farmaceutiche. Ecco, l’unica mia speranza è che, alla lunga, li stermini il morbillo.