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 2014  aprile 11 Venerdì calendario

VILLA&MILIONI FORMIGONI: “SUL CONTO HO 18 EURO” – Milano Da Milano a Roma. Caduta e rinascita di Roberto Formigoni

VILLA&MILIONI FORMIGONI: “SUL CONTO HO 18 EURO” – Milano Da Milano a Roma. Caduta e rinascita di Roberto Formigoni. Perché se sotto al Duomo il Celeste è un imputato per associazione a delinquere e corruzione nello scandalo Maugeri, tra le stanze del potere della Capitale, nei panni di senatore del Ncd di Angelino Alfano, si produce in ragionamenti da statista. “Tra i meriti del governo che Ncd sostiene c’è la discesa dello spread”, perché, dice, “lavoro, aziende e famiglia sono le nostre priorità”. SENATORE IMPUTATO Economia e risparmio, dunque. In questo modo Formigoni si attaglia abiti nuovi che però non cancellano le vecchie giacche arancioni e le camicie a fiori, simbolo del suo potere lombardo ormai in macerie dopo le inchieste giudiziarie. Che non sono archiviate. A ricordarlo il sequestro di 49 milioni di euro (questo il prezzo della corruzione totale contestata anche a Pierangelo Daccò e ad Antonio Simone ) disposto ieri dal gup del Tribunale di Milano Paolo Guidi a carico di Formigoni e del suo amico Alberto Perego. Entrambi sono Memores Domini, l’élite di Cl. E come tali obbligati a seguire i voti di obbedienza, verginità e povertà. Ultimo precetto che stona leggendo le 40 pagine con cui il giudice ha motivato il sequestro per equivalente ai danni dell’ex presidente della Regione e che riguarda, tra i beni riconducibili al senatore (conti correnti e appartamenti a Sanremo e a Lecco), anche la villa del Pevero in Costa Smeralda acquistata, secondo il giudice, da Daccò con l’interposizione di Perego. Intoccato resta, invece, il conto istituzionale sul quale Formigoni riceve l’indennità mensile di senatore. Forse uno dei due dove ieri il Celeste ha detto di “avere 18 euro”. AL CAFFÈ SANITÀ Oltre 60 milioni. Questo il tesoretto drenato dalla Maugeri e messo nella disponibilità di Daccò e dell’ex assessore alla Sanità Antonio Simone per oliare gli ingranaggi in Regione. Con il denaro a disposizione, gli intermediari incontravano i vertici del Pirellone: l’allora dg Nicola Maria Sanese e il capo della sanità Carlo Lucchina, oltre, naturalmente a Formigoni. Comunicati i desiderata, in riunioni ancora più ristrette, chiamate “Caffè sanità”, lo stesso presidente indicava a Lucchina “il contenuto delle decisioni e disponeva che anche in assenza di legge, il testo delle delibere recepisse le richieste economiche della Fondazione”. SOLDI NON GIUSTIFICATI Tanta operosità da parte di Formigoni che, scrive il giudice, negli anni ha fornito “una protezione globale” ai vertici di Maugeri , è stata ricompensata. La lista stilata dal gup letta tutta di un fiato fa impressione. Si inizia con i 638 mila euro spesi per i viaggi in Argentina, Patagonia, Brasile e Caraibi. Ai quali si aggiungono 18 mila circa per altri tour non meglio specificati. Poi gli yacht extra-lusso comprati dal fido Daccò e affittati (senza sborsare un euro) a Formigoni. Totale: 4.634.578 euro. Quindi le spese della politica: 600 mila euro per la campagna elettorale del 2010 e 500 mila per cene varie. Immobili anche. Come la villa del Pevero per il cui acquisto Formigoni ha prestato a Perego un milione di euro. E poi il contante. Mai giustificato, visto che i conti ufficiali del Celeste “non venivano mai intaccati”. Saltano così fuori somme date da Daccò a Formigoni per 270 mila euro. Senza contare le mazzette (da 5 mila a 10 mila euro) consegnate a Perego. O i bonifici “extra-conto” fatti da Formigoni alla sua ex Emanuela Talenti. Totale: 8 milioni. Un tesoretto gestito, secondo il giudice, dal duo Daccò-Simone. STRUTTURA ORGANIZZATA Tutto denaro in uscita da Maugeri e San Raffaele. E solo in parte servito, secondo l’accusa, per beneficiare Formigoni. Il resto, si legge nel decreto, finiva sui conti degli intermediari, in paradisi fiscali o in attività economiche all’estero o ancora in contanti per circa 10 milioni di euro. E poi denaro, tantissimo (oltre 200 milioni), in uscita dalla Regione verso le due fondazioni. A far da regia, ragiona il gup, “una struttura organizzata avente il suo fulcro in Formigoni” e “volta a trasferire indebitamente e con sorprendente continuità a Maugeri e San Raffaele ingenti finanziamenti regionali”. PER STIMA E AMICIZIA Nell’ultimo capitolo di questa storia iniziata nel 2012, il giudice ha riassunto la posizione difensiva di Formigoni davanti ai tanti benefit ricevuti. “Stima e amicizia”, da parte di Daccò e Simone. Altro non c’è. Anzi, il giudice annota come l’ex governatore e Perego “non hanno prodotto indagini difensive che portino a una lettura di segno opposto”. Di più: “Formigoni non ha mai contestato il fatto materiale di aver ricevuto tutta una serie di utilità”. CASE E CONTI CORRENTI Il sequestro disposto dal tribunale è per equivalente e vale per tutti gli imputati. Visto che non sono individuabili le cose “che costituiscono il prodotto del reato”, il giudice ha dato mandato di confiscare denaro e immobili di cui Formigoni “ha la disponibilità anche per interposta persona”. Un calcolo ancora in corso, ma che sul tavolo, oltre alla maxi-villa e alle case, mette 5 conti correnti. Dal canto suo, ieri, Formigoni ha detto di “non possedere nemmeno la centesima parte di 49 milioni di euro”. Davide Milosa, Il Fatto Quotidiano 11/4/2014