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 2014  aprile 10 Giovedì calendario

APPUNTI PER GAZZETTA - È CERTO IL DNA DELL’ASSASSINO DI YARA


CORRIERE.IT
GIULIANA UBBIALI
A chi non è esperto di genetica sembrerà solo una questione di 99,999999 periodici. Ma a chi la sa lunga in fatto di dna, questi numeri indicano quanto è probabile che tra due profili genetici ci sia un legame di parentela. Come tra «Ignoto 1», il presunto killer di Yara Gambirasio, e Giuseppe Guerinoni, l’autista di Gorno scomparso nel 1999 all’età di 61 anni. Per gli inquirenti il primo è il figlio illegittimo del secondo. Per accertare questo vincolo senza ombra di dubbio, un anno fa era stata riesumata la salma. Ora i risultati sono pronti. La relazione dell’anatomopatologa Cristina Cattaneo, la stessa che aveva eseguito l’esame sulla salma della bambina uccisa, non è stata ancora consegnata al pubblico ministero Letizia Ruggeri. Ma di fatto è pronta e non lascia molti margini di incertezza: la probabilità che Guerinoni sia il padre di «Ignoto 1» è del 99, 99999987%, una paternità praticamente provata perché non è mai del 100%.

Come ci si è arrivati? Il punto di partenza è sempre quel doloroso inizio, il ritrovamento del corpo della tredicenne nel campo ai margini di via Bedeschi, zona industriale di Chignolo d’Isola. Era il 26 febbraio del 2011. Ed era lì dal giorno della scomparsa, tre mesi prima, dal centro sportivo di Brembate Sopra. Sui suoi leggings e sugli slip sono state trovate delle tracce che hanno fatto ben sperare nella soluzione dell’omicidio: il killer aveva lasciato il proprio dna in minuscole macchie di sangue, annacquate dall’esposizione alle intemperie. Quel profilo genetico è stato confrontato con 18.000 profili di mezza Bergamasca. Vicini di casa, frequentatori del centro sportivo, della discoteca che si affaccia sul campo accanto a quello del ritrovamento, e di tutte le persone che il 26 novembre del 2010 (giorno della scomparsa) passavano tra Brembate e Chignolo e che con il loro cellulare hanno agganciato le celle telefoniche. L’assassino, però, non è stato ancora trovato.

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Il giallo di Yara, tutte le tappe delle indagini

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Uno spiraglio aveva fatto sussultare gli investigatori qualche mese dopo il ritrovamento. Il profilo genetico di un ragazzo che frequentava la discoteca aveva dei punti di contatto con quello del presunto assassino. Pochi, però, per accusarlo. Allora tutta la sua famiglia è stata sottoposta al test. Si è così arrivati a due suoi zii dal dna con ulteriori punti di contatto con quello di «Ignoto 1»,così è stato ribattezzato il presunto assassino. Ma ancora una volta non abbastanza per sospettare di loro. All’appello mancava un parente: il loro padre, morto ormai dal 1999, a 61 anni. Come fare? Il pm si è rivolto al genetista Emiliano Giardina, dell’Università di Tor Vergata. Qui inizia la parte molto tecnica. Partendo dal dna dei figli(due maschi e una femmina) ha ricostruito quello di Guerinoni, tramite il calcolo biostatistico, quindi al computer.

Analizzando 13 regioni del dna, era emersa la probabilità del 99,87% che l’autista fosse il padre del presunto assassino. Uno dato choc. Non era nessuno dei suoi figli maschi, negativi al test, quindi si tratta per forza di un figlio illegittimo, è la conclusione degli inquirenti. Per il consulente della famiglia Gambirasio, il genetista forense Giorgio Portera, servivano altre verifiche per escludere qualsiasi casualità nel vincolo padre-figlio, quindi aveva chiesto la riesumazione della salma trovando il muro della procura. Nel frattempo Giardina ha proseguito il test analizzando anche una marca da bollo sulla patente del defunto e alcuni francobolli a lui appartenuti. L’esame delle regioni è stato esteso a 23 e la probabilità è salita a 99,9999977. Yara, indagine infilata in un tunnel che sembra senza uscita, che ancora oggi vede impegnati carabinieri e poliziotti a rileggere le carte, a cercare quello che può essere sfuggito. Come tralasciare la controprova? Portera ha insistito: solo la riesumazione può tagliare la testa al toro. Così è stato, il 7 marzo del 2013. Un anno di lavoro dell’anatomopatologa Cattaneo e del suo pool a cui ha potuto partecipare il consulente di mamma Maura e papà Fulvio. L’esame si è esteso ad almeno 27 regioni, più del doppio delle 13 iniziali e l’esito ha aumentato la probabilità al 99,99999987% che per la scienza dei test di paternità è certezza.