Manuel Follis, MilanoFinanza 10/4/2014, 10 aprile 2014
ZUNINO, CHIESTO IL GIUDIZIO
La procura di Milano ha chiesto il rinvio a giudizio per Luigi Zunino, che nel frattempo ha trovato un accordo sulla cessione degli asset parigini a Chelsfield. Ieri è stato chiesto il rinvio a giudizio per l’ex presidente e ad di Risanamento, Franco Bonelli (consulente legale della società all’epoca dei fatti), Salvatore Mancuso, considerato amministratore di fatto e Oliviero Bonati, componente del consiglio e direttore generale.
Le accuse contestate sono quelle di manipolazione del mercato e ostacolo all’autorità di vigilanza. La stessa richiesta è stata avanzata anche per Risanamento, indagata in base alla legge 231/2001 sulla responsabilità amministrativa degli enti, per i reati contestati agli amministratori all’epoca dei fatti. Le accuse riguardano due comunicati stampa diffusi il 23 febbraio 2009 e il 3 marzo 2009, che secondo le tesi dell’accusa «contengono informazioni false» e «non rappresentando fedelmente l’entità del fabbisogno finanziario del gruppo nei successivi 12 mesi», come scritto dai pm titolari del fascicolo. I due comunicati erano stati emessi su sollecitazione della Consob ma il primo, in particolare, viene considerato «privo di esaustivo riscontro alle richieste della Commissione». Adesso i quattro imputati dovranno rispondere di aggiotaggio e ostacolo all’attività di vigilanza della Consob.
Sempre ieri intanto è stata siglata l’intesa fra Risanamento, il fondo Chelsfield e lo stesso Zunino sulla spartizione del portafoglio francese. Il gruppo saudita Chelsfield/The Olayan Group (assistito nell’operazione dallo studio legale Carnelutti) acquisterà i nove immobili francesi a eccezione di quello di Avenue Montaigne che Zunino avrà la possibilità di rilevare per 133,4 milioni, stesso importo pattuito con il gruppo del Medioriente. In cambio, Zunino e il sistema delle holding ancora azioniste di Risanamento che a lui fanno capo hanno rinunciato a opporsi in qualsiasi sede alla cessione del portafoglio parigino. L’operazione ha un valore complessivo di 1,225 miliardi e consentirà alla società guidata da Claudio Calabi di azzerare i debiti finanziari sugli immobili (817 milioni al 31 marzo 2014) e avere «un flusso positivo che, alla luce di stime non ancora definitive, portano a determinare la cassa disponibile a circa 245 milioni».
Manuel Follis, MilanoFinanza 10/4/2014