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 2014  aprile 10 Giovedì calendario

PERISCOPIO


Il ministro Madia ha partorito. È la riforma di aprile. Spinoza. Il Fatto.

Berlusconi assisterà gli anziani disabili o viceversa? Jena. La Stampa.

Al test per entrare a medicina c’era pure una domanda sulla Costituzione. Solo per geriatria, però. Maurizio Crippa. Il Foglio.

Bersani si scontra con Renzi: aneurisma cerebrale. Casaleggio attacca il premier: edema cerebrale. Se fossi in Grillo passerei dal neurologo. Il Rompi-spread. MF.

Renzi, turbofuturista contemporaneo, attua il manifesto marinettiano «contro l’immobilità pensosa, l’estasi e il sonno» (Enrico Letta) e quindi ne esalta «il movimento aggressivo, l’insonnia febbrile, il passo di corsa, il salto mortale, lo schiaffo e il pugno» (quanno ce vò, ce vò). In lui l’agire sostanzia il fare affinché nessun dorma e tutti sappiamo quando si voterà per le europee: chè, se il fare non si farà, la colpa ricadrà sui fanigottoni parolai della vecchia politica. Antonio Padellaro. Il Fatto.

L’ebetino (Matteo Renzi, ndr) ha fatto una legge elettorale con il nano decomposto, uno che non può neanche votare. Ora ci saranno le nomine dei papaveroni, poi ci svenderanno tutto. Beppe Grillo, sul suo blog.

Mi piace molto seguire i discorsi dei politici senza l’audio. Ciò che resta è il comportamento, il body language, il linguaggio del corpo: molti uomini politici non si rendono conto di ciò che essi rivelano del loro carattere e delle loro idee. Se essi sono veramente spontanei, ok. Ma se si sono preparati e stanno recitando, essi sovente non restano sincronizzati con ciò che dicono e ciò diventa strano. Si può facilmente vedere se sono onesti o no. Jacques Chirac, per esempio, era totalmente scoordinato. Max von Sydow, interprete del film Il settimo sigillo di Ingmar Bergman. Figaro.

Le ambasciate chiuse dal governo, erano già state chiuse. La Notizia.

Regalare 80 euro in busta paga due giorni dopo le elezioni europee ricorda le scarpe-omaggio di Achille Lauro e non produrranno certo l’annunciato «choc della ripresa». Marco Travaglio. Il Fatto.

Se Silvio Berlusconi va ai domiciliari dovrà rispettare alcuni vincoli inderogabili, quali il divieto di espatrio e quello di frequentare pregiudicati e tossicodipendenti ma, con qualche eccezione, può incontrare chiunque. Caterina Malavenda, avvocato. Il Fatto.

Renzi è una novità gigantesca. È il primo leader che, a sinistra, non demonizza Berlusconi, ma con il Cavaliere, al contrario, parla. Lo incontra, lo legittima. Renzi è capace di voler incontrare Berlusconi persino il giorno prima che gli vengano comminate le pene accessorie. L’effetto è dirompente, una novità storica. Renzi sta scompaginando tutti gli equilibri cui era abituata l’Italia. Il sistema si reggeva su una dicotomia selvaggia: berlusconiani contro antiberlusconiani. Era fondata su una cecità della sinistra che finiva con il rafforzare Berlusconi. Paolo Romani, capogruppo di Forza Italia al Senato. Il Foglio.

Appena arrivata al senato, Franca Rame ricevette sorrisi e inchini anche da Andreotti. Nemico storico della coppia Fo-Rame dai tempi de Il dito nell’occhio e Canzonissima, il vecchio Giulio la apostrofa benevolo con un «Cara Piccina» e la ringrazia per i tentativi di mediazione durante il sequestro Moro. Ma, alla domanda perché non avessero trattato con le Br, Andreotti risponde che lo Stato non poteva mettersi sul loro piano. «Nella politica la forma è tutto», spiega. «Sì», ribatte Franca, «ma per la forma è stato ucciso un uomo». E Andreotti allarga le braccia. Giuseppina Manin, Corsera, sul libro di Franca Rame In fuga dal Senato. Chiarelettere.

L’Europa ha creduto di potersi formare senza le nazioni e addirittura contro le nazioni. Essa ha voluto punire le nazioni per gli orrori del Ventesimo secolo. Ma non c’è la democrazia post-nazionale. Perché essa possa funzionare ci vuole una lingua, dei punti di riferimento comuni e un progetto comune. Noi non siamo cittadini del mondo. Le comunità umane sono dotate di frontiere. Tutto questo, l’Europa istituzionale non lo prende in conto. Ecco perché è impossibile che l’opinione pubblica europea si infiammi per l’unione del Vecchio continente. Alain Finkielkraut. Le Monde.

Il golpe che ha portato i Soviet alla conquista della Russia nell’ottobre 1917 è l’opera di poche persone molto organizzate. Su una popolazione russa di allora di 140 milioni di persone il golpe sovietico che fece cadere con la forza il governo di Kerenskij (lo ha ripetutamente ammesso lo stesso Trotskij) fu attuato da 25 mila militanti comunisti. Giampiero Berti. Il Giornale.

Papa Francesco mi piace molto anche se talvolta è imbarazzante perché parla sciatto come una comare. Franco Zeffirelli. Il Foglio.

Quando, finita la scuola dell’obbligo, dichiarai a mio padre di non voler continuare a studiare, mi rispose solo: «Non pensare di cavartela così, verrai in negozio a lavorare con me». E cosi feci. È stata la svolta più importante della mia vita. Se avessi continuato con gli studi come hanno fatto i miei quattro fratelli, non sarei diventato ciò che sono oggi. Anche perché nel nostro negozio di pantofole di corso Buenos Aires, a Milano, con i miei 17 anni, ho portato una rivoluzione totale e mio padre, non solo mi ha lasciato fare ma è sempre stato il mio sponsor più convinto. Elio Fiorucci, stilista della moda. Corriere della Sera.

Alla festa organizzata da Sara Iannone in onore de La grande bellezza a un certo punto partono le danze: niente trenino, però (non c’è spazio), solo smoking che si sformano, cosce che straripano dagli spacchi, teste bianche che dondolano, seni marmorizzati che non dondolano, e mi ritrovo a pensare che Jep Gambardella, in questa festa, non resterebbe nemmeno cinque minuti, mentre io ci sono rimasto tutta la sera. Una vertigine mi coglie quando il Dj lancia il remix di A far l’amore comincia tu, ma il momento insostenibile arriva quando parte quello di «Tu vuo’ ’fa l’americano» e tutti si infiammano, gridano, alzano le braccia imitando la scena del film. Sandro Veronesi. Corsera.

Ciò che distingue una società democratica da una tirannica è il diritto, riconosciuto a chiunque, di avere una vita privata. Christian Charrière-Burnazel. Le Figaro.

Le soluzioni economiche sono molte, ma poche quelle di cui si può parlare senza un leggero brivido. Massimo Bucchi. il venerdì.

By the time a man is wise enough to watch his step, he’s too old to go anywhere. Billy Crystal.

Qui giace Matteo Renzi: promise la luna e vide le stelle. Roberto Gervaso. Il Messaggero.


Paolo Siepi, ItaliaOggi 10/4/2014