Vittorio Da Rold, Il Sole 24 Ore 9/4/2014, 9 aprile 2014
DA GREXIT AL NUOVO BOND COSÌ ATENE TORNA SUI MERCATI
Sotto le ali protettrici dell’americana JPMorgan Chase e della tedesca Deutsche Bank, incoraggiata dal sensibile recupero delle obbligazioni dei periferici a discapito dei bond governativi di Paesi meno rischiosi di Eurolandia e con la speranza di tornare alla crescita quest’anno per la prima volta da sette anni (dopo aver perso il 24% del Pil), Atene è pronta a tornare sul mercato dei bond sovrani forse tra oggi o domani.
È un segnale forte di ripresa e fiducia, in contemporanea con l’arrivo del cancelliere tedesco, Angela Merkel, previsto venerdì nella capitale greca a sostegno del traballante governo Samaras che è rimasto con due soli voti di maggioranza (151 su 300) dopo le dure politiche di austerity e il varo di riforme impopolari sulle pensioni, il mercato del lavoro e le liberalizzazioni.
Sembra che la visita della Merkel, in contemporanea con la possibile emissione di bond, serva a rassicurare i risparmiatori tedeschi desiderosi di trovare rendimenti migliori dei bund, ma senza troppi rischi. I numeri dell’economia greca sono buoni: crescita del 2,9% nel 2015, surplus primario di 2,3 miliardi nel 2013, partite correnti in attivo per la prima volta dal lontano 1946, prezzi in frenata che favoriscono il recupero di competitività.
«Ci aspettiamo che il nuovo bond greco a cinque anni, (GGB, Greek Government Bond) sarà un prestito sindacato, per un volume di 3-4 miliardi visto che c’è liquidità di euro e ci aspettiamo un rendimento del 5,5%», commenta Aldinger Alexander, analista di Commerzbank.
Il passo è importante e segnerebbe il ritorno della Grecia sui mercati obbligazionari da cui era stata espulsa nei primi mesi del 2010 a seguito dell’allarme circa le dimensioni del suo deficit di bilancio, salito al 15,6% dal 3,7% ufficiale. I rendimenti sui bond ellenici a 10 anni sono scesi al 7,63% l’8 gennaio scorso, fino al 5,99% di ieri, il punto minimo toccato dal maggio 2010, giù da un massimo di oltre il 44% raggiunto all’apice della crisi del debito nel marzo 2012.
Cosa è successo da causare una performance da record mondiale dei bond sovrani? «Gli investitori sono oggi più ottimisti e puntano a nuovi ribassi dei rendimenti», ha detto Daniel Loughney di Alliance Bernstein. «Ovviamente ci sono ancora temi importanti da risolvere, ma conta molto la speranza che l’atteggiamento positivo della Bce continuerà anche per il futuro». Soprattutto dopo l’annuncio di un possibile programma di acquisti di titoli da mille miliardi di euro per combattere un’inflazione troppo bassa.
Atene intanto ha fatto i compiti a casa. Secondo l’indice Bloomberg, chi avesse avuto il coraggio di comprare bond periferici il giorno in cui il presidente della Bce, Mario Draghi disse a Londra nel luglio 2012 che «avrebbe fatto tutto il necessario» per salvare l’euro, oggi avrebbe guadagnato qualcosa come il 370% sui bond greci, il 27% su quelli irlandesi e il 42% da quelli portoghesi, mentre se avesse puntato sui Treasury Bill americani avrebbe perso il 3,9 per cento.
Intanto il rally dell’anno scorso sui bond ellenici ha portato a guadagni del 47% per investitori coraggiosi come BlackRock e Franklin Templeton.
Ora che Atene si appresta a tornare sul mercato la strada sembra essere in discesa dopo il via libera della troika sui conti. «In linea di principio c’è un deficit finanziario per gli anni 2014 e 2015 che potrebbe essere coperto plausibilmente in uno dei seguenti modi: usando parte del "bank buffer" del fondo per le banche dell’HFSF; emettendo un bond a cinque anni e rinnovando parzialmente (rollover) il bond da 4,5 miliardi di euro che scade a maggio 2014 ed è posseduto dalle banche greche; facendo affidamento su un nuovo piano di aiuti sostenuto dall’Esm», ha affermato Silvio Peruzzo, Senior European Economist a Nomura. Delle tre opzioni ora Atene sembra puntare sul ritorno sul mercato che escluderebbe un terzo bail-out.
Vittorio Da Rold, Il Sole 24 Ore 9/4/2014