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 2014  aprile 09 Mercoledì calendario

BERLINO È LA CITTÀ UE PIÙ VERDE


da Berlino

Rutelli è l’ultimo sindaco di cui, piaccia o no, a Roma si possa parlare più bene che male. Anni fa venne a Berlino, metropoli gemellata con la Città Eterna, e rivelò che dall’aeroporto di Fiumicino al centro occorrevano venti minuti in auto, e che Roma è la capitale con più verde d’Europa.
La prima era una bugia consapevole e scusabile: era in tournée propagandistica per ottenere le Olimpiadi dopo quelle del 1960. Neanche a mezzanotte il campione del mondo Vettel ci riuscirebbe. La seconda, probabilmente, uno sbaglio. La nostra capitale ha qualche villa urbana e la pineta di Castelfusano, ma Berlino è la metropoli più ricca di boschi al mondo, supera di gran lunga Parigi che è circondata dal verde. Se volete potete compiere «a rate» il giro della Ville Lumiére di sentiero in sentiero per 400 chilometri.
In Germania si è celebrata «Der Tag des Waldes», la giornata della foresta, e a Berlino si è fatto un bilancio: la capitale, su 89 mila ettari, ne vanta 16 mila coperti da alberi e disseminati di laghi, fiumi, torrenti, stagni, a cui andrebbero aggiunti altri 12.500 ettari che appartengono al Land del Brandeburgo, l’antica Prussia. Dal centro di Berlino potete partire in barca e giungere al Baltico o al mare del Nord, di chiusa in chiusa.
I tedeschi, secondo i luoghi comuni, sarebbero pignoli e maniaci. Loro sostengono di essere precisi: 248 guardie forestali, che non mi sembrano neppure troppe, mantengono in ordine i sentieri, e schedano ogni pianta, di cui fanno periodicamente un check-up. Impossibile perdersi, come in una favola, vagando a casaccio. Le foreste servono all’ecologia e al turismo: ogni anno sono visitate da 250 milioni di persone, a piedi, a cavallo, in bicicletta.
Si parte dal centro della metropoli in metrò e dopo venti minuti siete in bici nella Wald, la foresta, dove incontrate cinghiali, orsetti lavatori, volpi, martore, castori, e da qualche anno anche i lupi, comunque meno pericolosi degli altri ciclisti. Le foreste «servono» tra l’altro a mantenere puliti gli specchi d’acqua da cui proviene il 60 per cento delle forniture idriche della metropoli. Ad evitare inquinamento si usano il meno possibile trattori e camion, e gran parte del lavoro dei boscaioli è svolto servendosi di cavalli e di carri, come nell’Ottocento. E in molti corsi d’acqua è vietato l’uso di imbarcazioni a motore.
I boscaioli ogni anno abbattono alberi che rendono 110 mila metri cubi di legname, che sul mercato vengono venduti a un prezzo tra i 20 e i 60 euro. Tronchi particolarmente pregiati all’asta giungono perfino a 400 euro. Si disbosca? Non abbastanza: ogni anno la Wald cresce di 150 mila metri cubi, in particolare di Kiefer, il pino nordico. In tutto l’anno scorso il legname ha reso 3 milioni e 200 mila euro, ma il costo del mantenimento dei boschi è costato 9 milioni e 600 mila euro, cioè 2 euro e 74 cent a testa per ogni berlinese. Nessuno se ne lamenta anche se è il triplo rispetto al costo della politica locale: un pino, un abete, una quercia «valgono» di più di un assessore comunale.

Roberto Giardina, ItaliaOggi 9/4/2014