Mattia Pasquini, l’Unità 9/4/2014, 9 aprile 2014
ALLIGATORI A NEW YORK – [COCCODRILLI NELLE FOGNE? LEGGENDE… EPPURE NEL 1935 NE FU AVVISTATO UNO]
LA GRANDE MELA CELEBRA I PROTAGONISTI DELLE PROPRIE LEGGENDE METROPOLITANE E SVELA IL NUOVO ORRORE SOTTERRANEO! Che nelle fogne di New York ci sia una colonia di coccodrilli, o alligatori che dir si voglia (tanto sono uguali, no?), lo sanno tutti. In fondo da quelle parti tutto è possibile e i ricconi son talmente eccentrici da tenere in casa animaletti poco domestici e potenzialmente letali, salvo gettarli nel water e tirare lo sciacquone se dovessero iniziare a diventare pericolosi. Loro o qualche ufficiale governativo pronto a spiccare salatissime multe nei confronti di questi collezionisti poco «politically correct».
Sdcicchezze, tutti – analogamente – sanno che si tratta di una leggenda metropolitana, come quella della scritta «Benvenuto nell’Aids» sullo specchio o del risveglio senza un rene insistentemente circolate (guarda caso) nel pieno della ripresa di un nuovo libertinismo mondiale... Eppure, la Storia ce lo insegna, molti Miti hanno delle basi reali. E anche qualche leggenda. Come in questo caso. Il 9 febbraio del 1935, infatti, un alligatore di poco più di due metri venne davvero avvistato (e ritrovato) nelle fogne di New York! Sotto la 123esima strada, in piena Harlem.
Certo la fonte, tal Salvatore Condulucci, sedicenne di Harlem, non è di quelle più rassicuranti e il reporter del pur accreditato New York Times sembra aver raccolto solo testimonianze orali e non una prova diretta, ma tanto basta. I newyorkesi ci tengono alla propria Storia, e alle proprie leggende e, nella loro ostentata celebrazione evidentemente trovano un’ottima occasione per ritrovarsi e brindare.
Questo, più o meno, quello che è successo al City Reliquiary di Broolkyn, un museo tra i più sconosciuti eppure imperdibili della Grande Mela, dove è possibile trovare una collezione di provette di acqua dell’Hudson o tutte le possibili dimensioni della Liberty Statue versione Souvenir, e dove periodicamente si svolgono celebrazioni come quella cui abbiamo assistito, per l’anniversario – appunto – del ritrovamento del primo (unico?) alligatore delle fogne di New York. L’anno prossimo saranno 80 anni, e già si annunciano grandi festeggiamenti, ma Michael Miscione – il nostro ospite in questa sorta di anomala festa di quartiere – non intende deludere i fan del maxirettile assiepati nel piccolo spazio, tra «La storia del Donut» e «La nascita del Burlesque».
«Permettetemi di contestualizzare i fatti», chiede l’oratore alla sua platea, prima di iniziare una divertente e partecipata carrellata sulle «più grandi truffe della storia di NYC». Ammettiamo l’ignoranza, non conoscevamo l’olandese Diedrich Knickerbocker (protagonista di un fantomatico annuncio pubblicato nel 1809 a più riprese dalla sua supposta padrona di casa in attesa dei pagamenti arretrati) né Moses il Pompiere (una sorta di superman di metà ottocento coraggioso e sempre pronto a salvare bambini e damigelle in difficoltà), ma i successivi pannelli sul Phineas Taylor Barnum del Freak Circus e l’Orson Wells della Guerra dei Mondi non ci avrebbero particolarmente entusiasmato – a parte goderci la partecipazione della platea, ora sdegnata dallo sfruttamento dei fenomeni da baraccone del primo, ora contenta di sapere di cosa si parlasse, nel secondo caso – se non fossero stati seguiti dal ricordo della scoperta (ad opera del NY Sun nel 1835) di uomini pipistrello lunari, dalla finta edizione del NY Times del 4 luglio 2009 con l’annuncio della fine della Guerra in Iraq (80.000 copie distribuite, ormai da collezione!) e dalle «mezze leggende» dell’acquisto di Manhattan (allora Isola di Manhattes) per soli 24 dollari e dall’origine indiana della Broadway (in realtà risalente al primo insediamento olandese di New Amsterdam), strada che taglia diagonalmente il centro della città da Wall Street a Harlem.
Probabilmente avremmo fatto bene ad approfittare dell’offerta dei due buffi figuri vestiti «a tema» e assaggiare il Bloody Mary «homemade» a disposizione degli astanti. Ma il pubblico è caldo, e quasi non si accorge che degli alligatori si è parlato poco e niente. A parte un paio di momenti divertenti, sulle citazioni della leggenda nei media, dai Simpson al Wally Gator di Hanna-Barbera, fino alla celebre scultura di Tom Otterness (un mostro sadico e violento, soprattutto verso il migliore amico dell’uomo, a leggerne su internet, dove fioriscono gruppi che invitano a boicottarlo) al capolinea della linea L.
Ma è per una buona causa, in fondo. Quella che ci introduce il successivo oratore e ospite d’onore della giornata, Rick Maller della «NYC Environmental Protection», che racconta le fogne di New York oggi. Niente alligatori, purtroppo. Un duro colpo per l’immaginario collettivo, che si cerca di consolare con qualche aneddoto su sparuti cigni trovati nelle condutture. Siamo al clou della giornata. «Volevo parlarvi del vero problema delle nostre fogne, oggi», Rick prepara la platea: «l’olio, e i vari grassi che si accumulano nelle tubature». «La gente lo butta nel lavello – ci spiega – sciacqua le padelle in cui ha fritto con l’acqua calda, ma il mix di olio e detergente finisce nelle fogne, dove abbiamo trovato anche blocchi di un metro e mezzo di grasso. La gente deve essere consapevole di questo».
Giustissimo Rick, ma – pensiamo, da italiani – è una novità? Così sembra, per molti dei presenti, che potranno andare a casa rassicurati dalla soluzione trovata dal Genio Civile locale per risolvere il problema: «raccogliete l’olio in un barattolo di caffè usato e gettatelo via nella immondizia generica, MA con questo utile e versatile coperchio in silicone, adatto a ogni dimensione di lattina». E noi che ci lamentavamo della raccolta differenziata italiana.